Ci sono dei momenti in cui vorresti tornare bambina, ritrovare tutte quelle persone che non ci sono più. Tutti quelli che hanno lasciato un ricordo nella tua vita, in testa le nonne o, nel mio caso, le bisnonne!
Non ricordo più se l’ho mai detto, ma io ho avuto la sfortuna di avere una nonna sola (quella materna) essendo la mamma di mio padre morta durante la guerra (la II Guerra Mondiale, per capirci), però ho avuto la fortuna di avere due bisnonne (sempre dal lato materno): una bergamasca e una piemontese . . . che io, fin da bambina, essendo la prima bis nipote, chiamavo “nonnabis”

Ci sono dei momenti in cui vorresti gustare ancora certi sapori e certe cucine quasi dimenticate . . . per fortuna in casa mia le ricette di cucina son state tramandate.
Ieri c’è stato una congiunzione di questi due “momenti” e così, mi sono preparata quella che, in famiglia, è chiamata “la torta verde della nonna bis di Acqui” . . . a memoria.
Solo stamattina mi sono informata, dalla cugina di mia madre che è l’ultima depositaria dei segreti di cucina della parte piemontese della famiglia

Ora, se cercate una ricetta di “torta verde piemontese”, trovate un sacco di ricette doc.
Quella che mangiavo io a casa della famiglia d’origine di mio nonno è diversa da quelle che ho visto sul web . . . ma a me, è quella che piace! È quella che cucino!
Dopo aver parlato con la cugina piemontese ho scoperto che ho aggiunto cose che non ci andavano e non ci ho messo cose che ci andavano . . . mi sa che presto la rifaccio per ritrovare un po’ dì infanzia nel piatto o tra le dita . . . avete presente il finger food, non è un’invenzione moderna, mi hanno detto che io mangiavo così già da piccolina (anche se io non ricordo, ma mi fido dei miei “vecchi”), anche gli spaghetti . . . nei vari soggiorni presso la casa dei parenti di mia madre.
Allora, mi segno qua le poche indicazioni che mi ha dato mia cugina (anche se è cugina di mia mamma è più vicina a me come età, la ricordo in ogni mio soggiorno piemontese come la compagna di giochi o di passeggiate!
Ingredienti
Spinaci, biete, erbe di campo (informatevi da qualche parente su quelle mangerecce che crescono dalle vostre parti), lessi, strizzati e rosolati per asciugarli al massimo (quanto ne volete o ne avete) Consiglio di cucina “furba”: volendo potete usare spinaci surgelati!
Prosciutto cotto tritato grossolanamente (quanto ne avete)
Prezzemolo e cipolla tritati qb
Grana/Parmigiano grattati qb
Uova, dipende da quante verdure e da quanto prosciutto
Pan grattato qb
Burro qb
sale, pepe, noce moscata qb
Rosmarino a rametti, meglio i ciuffetti qb

Per le dosi, mia cugina dice che devo regolarmi “a occhio”. . . né troppo molle, né troppo dura
Si puliscono bene le verdure (ed eventuali erbe spontanee), si lessano si strizzano, si tritano grossolanamente e si fanno rosolare in padella con burro, prezzemolo e cipolla (oppure le cuocete direttamente in padella, mentre le rosolate, con poca acqua e poi le tritate)
In una ciotola abbastanza grande, si mischiano le verdure con il prosciutto cotto, il grana/parmigiano, le uova, sale, pepe e noce moscata. Si aggiunge una manciata di pane grattato. Ricordate, deve venire un composto né troppo molle, né troppo “tosto”
Si prende una teglia, si imburra bene e si spolvera di pan grattato
Si versa il composto e lo si stende (di solito poco più di due dita) in modo omogeneo e spianandolo bene (specialmente sui bordi)
Si spolvera la superficie di pangrattato e grana/parmigiano grattato, si distribuiscono dei pezzetti di burro qua è là. poi si prendono i rametti (ciuffetti) di rosmarino e si infilano nel composto, non deve restarne troppo fuori per non farlo bruciare altrimenti diventa amaro!
Si mette la teglia in forno a 180° per un’oretta . . . controllate ogni tanto che non si stia seccando troppo. Se invece, dopo l’ora di cottura lo trovate un po’ “budinoso”, lasciatelo in forno per un altro po’ di tempo, magari a forno spento (ricordate che i consigli di mia cugina presuppongono che ci si deve regolare “a occhio”)

È buona sia appena tolta dal forno (soffiate che scotta) sia tiepida, ma anche fredda il giorno dopo . . . Mi diceva mia cugina che si gustava sia come piatto per i pasti principali, sia come colazione o merenda (fredda, tagliata a quadrotti). Ricordo mia madre che la preparava per i pic nic estivi . . . si può usare come secondo, come piatto unico, come antipasto . . . vedete voi!
Io, ieri sera, non ho messo il pan grattato però ci ho aggiunto la ricotta e una sfoglia di pasta brisée (più che altro perché siamo in fase: svuotiamo il frigor di tutto quello che è in scadenza lo ricordavo che la pasta brisée o la sfoglia non ci andava . . . ma questa, come diceva Kipling, è un’altra storia)
Se volete provare altre ricette tipiche della cucina piemontese vi posso indirizzare al blog della mia amica Norma, esperta di cucina e di tradizioni piemontesi . . . qua il suo indirizzo web
https://merendasinoira.wordpress.com/