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Decluttering selvaggio . . . lo space clearn “ha da veni'”!

Ho scoperto il servizio di ritiro dei “materiali ingombranti”.
Gratuito!
Su appuntamento!
Utilissimo per me che ho un intero piano di casa pieno di cose accumulate in parte da più di 10 anni e in massima parte negli ultimi 3 anni (son certa di questo, perché tre anni fa il Figlio preso da raptus, svuotò quasi tutto).  Non avete idea di quanta “mercanzia” si ammucchi in tre anni, ho persino il sospetto che qualcuno venga di notte (e di nascosto) a lasciarci le sue cianfrusaglie.

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Tre anni fa, mentre era in ferie, il Figlio creò una montagna di roba nel cortile davanti casa e, solo dopo, chiamò la ditta incaricata del ritiro, col risultato che per qualche settimana sembrava che casa nostra fosse una succursale della discarica comunale.
Questa volta l’organizzazione dipende da me! Ho scoperto che niente è cambiato in tre anni, cioè, se tu chiami (perché una domenica di sole ti è venuta la voglia di fare spazio e buttare parte di quelle cose che: “metti lì non si sa mai” e che, ormai, sono lì talmente piene di polvere da non riuscire nemmeno a riconoscerle senza un master in archeologia industriale), quelli del ritiro di materiali ingombranti NON vengono il giorno dopo a ritirare quel mucchio di roba ormai senza né arte né parte, ma dopo almeno 3 settimane . . . obbligandoti a tenere gli occhi aperti su due personaggi alquanto pericolosi:
a) sul PiccoloLord, che non sia mai, decida di darsi alla scalata di suddetto mucchio instabile.
b) sull’Uomodellamiavita, che, non sia mai, decida di imboscare qualcosa che fa parte della suddetta “roba senza né arte né parte”.
per non contare dei cani che si aggirano curiosi . . .

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Dopo che ho chiuso il cancello dietro al primo carico, dove era presente un po’ di tutto . . . giusto il risultato di una domenica di “raptus” liberatorio . . .  ho telefonato per un nuovo appuntamento e ho segnato col pennarello rosso sul calendario il giorno indicatomi: più o meno un mese dopo.

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Nel frattempo, in quel mese, giravo tra il piano sopra e il garage/cantina (dove prima ci ballava un’auto e tre bici, o un’auto e tre motocicli, per capirci), guardandomi intorno e prendendo nota mentalmente di quello che era destinato al “sacrificio” sull’altare dei nuovi “Dei”: Spazio e Ordine . . . prendevo quello che era più leggero e lo sistemavo nella parte di cortile dove (secondo l’autista del camion) era più comodo raccoglierlo col “ragno”, aspettavo il fine settimana quando la FigliaGrande e l’Udmv (qualche volta persino il Figlio) riuscivano ad ammucchiare le cose più grosse e pesanti.
Insomma. in un mesetto, senza grandi sforzi, abbiamo sistemato (quasi) ordinatamente un bel po’ di quelle cose che in tanti anni non erano mai servite e che, dopo discussioni infinite attenta riflessione, sono state considerate inutili e obsolete.

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Nel frattempo, tengo d’occhio, giorno giorno, gli scaffali della “lavanderia”, dove sono stipati i risultati di raccolte a punti di marche famose di pasta, merendine e latte . . . il risultato di “traslochi interni”, dovuti a riordini veloci, tinteggiatura di muri, spostamento di mobili (tenendo presente che in questi lunghi anni ci sono stati impegni di lavoro e di accudimento della Suocera con l’Alzehimer). Quest’anno, mi ha preso così, voglio liberarmi da quelle cose che, se pur nuove, nessuno vuole usare e hanno preso un aspetto di vecchio . . . È “catartico”!
Mi resta solo di trovare una collocazione a cose che persino la Caritas mi ha detto: “le tenga lì, magari ci manda le foto, se ci servono le facciamo sapere”

Adesso non mi resta che  svuotare quelle 4 o 5 scatole dove all’esterno c’è scritto “Cose mamma – non toccare”, in pratica la “ripulitura” annuale dei cassettini “rebelot” (che con la nuova cucina non ho più), e dei dintorni della scrivania dove si ammucchiano carte e cose senza altra destinazione.

Il Figlio e la FigliaPiccola saranno invitati a partecipare al gioco “scegli cosa tenere” una caccia al tesoro, nascosto negli scatoloni che hanno lasciato qua a casa da quando se ne sono andati, chi per studiare/lavorare, chi per formare una nuova famiglia.
La FigliaGrande sta già facendo “decluttering” per conto suo e spesso arriva con un sacco di cose sue e del PiccoloLord da destinare al sacco nero o a quelli per il riciclaggio della carta e della plastica. Altre volte, prende quelle borse capienti e robuste del supermercato e porta giochi che non si usano più alla ludoteca  . . .

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Lo zoccolo duro è l’Uomodellamiavita . . . lui è un irriducibile del “potrebbe servire” o del “mò vediamo!”.

Comunque, per ottobre abbiamo un nuovo appuntamento con gli uomini del trasporto materiali ingombranti, questa volta sarà dura, sono quasi tutte cose di ferro. Ci toccherà convincere l’Udmv dell’inutilità di vecchie reti da letto, di vecchi ferri arruginiti, di pezzi e pezzetti di materiale ferroso che non servono nemmeno a sostenere un ramo di pervinca!

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Senza parlare del progetto della FigliaGrande . . . ve ne parlerò quando l’avremo portato a termine . . . vuole rimettere ordine tra le palline di Natale, i fili luccicanti dell’albero di Natale, le luci intermittenti e persino fra i personaggi del Presepe (ormai tra arrivi, partenze, regali e altro che non so, abbiamo 3 capanne, una persino vuota).