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Pedalando in bicicletta . . .

Se c’è una categoria che odio con tutto il cuore (e non abbiatevene a male se ci rientrate) sono i genitori in bicicletta con figliolanza al seguito, come le papere con le paperelle . . . che girano inconsapevoli di tutti gli altri: automobilisti, ciclisti e pedoni, specialmente in estate!
Se c’è un luogo che ritengo pericoloso e prima o poi lo dico al Sindaco, sono le piste ciclabili della Città sulla Costa (specialmente quella del LungoMare) . . . uno spazio unico per due sensi di marcia. Che se si incrociano due in bici è facile che i ciclisti si tocchino con i gomiti. Che viene usato come corsia preferenziale da alcuni dei “runner” che si allenano quotidianamente sul lungomare (anche perché, molti ciclisti preferiscono usare il (largo) marciapiede dribblando i pedoni). Che, quando devi attraversare il lungomare, è più pericoloso quel pezzo colorato di verde dal marciapiede alla strada che la strada stessa . . . e ho detto tutto!

Ieri, tardo pomeriggio, lungomare (pista ciclabile), per non andare addosso a una piccoletta che (davanti a lui) decide all’improvviso che non vuole più stare dietro alla bici di papà, ma lo vuole affiancare, Figlio ha frenato bruscamente ed è finito prima contro una bici che marciava in senso contrario a lui e poi a terra . . . un’ abrasione estesa, una ferita lacero contusa (7 punti) un’altro taglio sulla fronte, trauma cranico (lieve), mano sinistra gonfia e dolorante, altri graffi dappertutto.
Sulla strada, qualcuno l’ha aiutato, qualcuno l’ha medicato, qualcuno ha chiamato l’ambulanza . . . ringrazio tutti nel mio cuore!

Sul certificato di dimissioni hanno scritto “7 giorni salvo complicazioni”, ecco, sono le complicazioni che non vorrei, mi basta il mal di stomaco che ho da ieri sera, appena rientrata dalla spesa, mi è corso incontro PiccoloLord: “Nonna, mio zio Ale’anno, bua testa, due bua (alzando bene in vista indice e medio) . . . mmmuu mmmuu (suono simile alla sirena dell’ambulanza) . . . io. . . (faccia triste)!!!”

E allora ho capito che era più grave di quello che mi ero immaginata dalla telefonata scherzosa in cui Figlio mi chiedeva un caschetto per la bici, spiegandomi, subito dopo, che era caduto . . .  ero appena arrivata al supermercato, lui aveva una voce tranquilla, l’ho preso in giro e ho iniziato la spesa settimanale . . . nel supermercato il mio telefono “non prende”, quando sono stata alle casse, una nuova telefonata della FigliaPiccola che mi dice che il papà e il fratello sono al Pronto Soccorso, ma non molto di più, finisco, metto in macchina le borse, faccio congetture con mio padre che mi accompagnava e torno a casa. Dopo la prima concitata relazione del PiccoloLord, le ragazze mi raccontano come è andata e come mai PiccoloLord è così preoccupato . . . lui, la mamma, la zia e il nonno che stavano tornando a casa dopo un pomeriggio di mare tutti insieme con lo zio, sono stati richiamati indietro dallo zio  e, non sapendo il reale stato dell’infortunato, sono arrivati sul posto, hanno visto un capannello (dicono consistente) di gente, hanno sentito commenti poco rassicuranti  mentre ci si avvicinavano e poi hanno sentito arrivare l’ambulanza (e ancora pensavano che NON fosse per lui) . . . quando si sono avvicinati c’era il Figlio seduto a terra, con la testa coperta di fazzoletti di carta e garze sporchi di sangue, poi i paramedici l’hanno sistemato e fatto sdraiare sulla barella l’hanno infilato nell’ambulanza e via, destinazione Ospedale . . . la zia ha recuperato la bici (che nelle priorità del Figlio veniva quasi prima della sua testa rotta) ed è tornata a casa pedalando, bimbo, mamma e nonno, sono tornati a casa con l’auto e col nonno che borbottava contro l’insipienza dei figli grandi con manie salutiste, poi il nonno se n’è andato al ProntoSoccorso.

Dopo essermi fatta un quadro del prima, ero in dubbio se fermarmi lì e mangiare o partire (lancia in resta) per stare vicina al mio “bambino” da brava “mamma italiana” . . .  ma, lo confesso, dopo una telefonata all’Udmv, ho deciso per la pizza calda. Su al Pronto Soccorso c’erano medici, paramedici, oss, padre e morosa . . . io sarei stata di troppo. C’era un PiccoloLord da rassicurare, due figlie (lievemente) sotto schok e il NonnoPapà preoccupato . . .
Quando, tramite le moderne tecnologie, è arrivata una foto con un “selfie” della parte frontale e superiore del testone di mio figlio, abbiamo appurato che le “bue” dello zio erano 3, non 2 . . . e sono andata ad aprire il cancello, perché i miei “uomini” stavano tornando a casa . . .

Dice che stanotte non ha dormito, gli “tirano” i punti. Ma tutto il resto va bene!

Se ho violato qualche privacy (il Figlio è molto geloso della sua privacy), francamente, me ne infischio . . . il Figlio è mio, lo spavento l’ho preso io. E un dolore condiviso è già ridotto della metà!

Che domenica speciale . . .

Dopo più di un anno, ecco, finalmente una domenica “speciale”, una domenica che è stata di respiro . . . una pausa dal solito tram tram della quotidianità! 🙂

Mi sa che vi metto qualche foto e poi ve lo spiego “a voce” (il tempo è tiranno, vi basta come giustificazione???)

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Natale 2012

La Notte Santa

Consolati, Maria, del tuo pellegrinare!
Siam giunti. Ecco Betlemme ornata di trofei.
Presso quell’osteria potremo riposare,
ché troppo stanco sono e troppo stanca sei.

Il campanile scocca
lentamente le sei.

00000000 23280A-6La Sacra Famiglia in viaggio verso Betlemme

– Avete un po’ di posto, o voi del Caval Grigio?
Un po’ di posto per me e per Giuseppe?
– Signori, ce ne duole: è notte di prodigio;
son troppi i forestieri; le stanze ho piene zeppe

Il campanile scocca
lentamente le sette.

– Oste del Moro, avete un rifugio per noi?
Mia moglie più non regge ed io son così rotto!
– Tutto l’albergo ho pieno, soppalchi e ballatoi:
Tentate al Cervo Bianco, quell’osteria più sotto.

Il campanile scocca
lentamente le otto.

– O voi del Cervo Bianco, un sottoscala almeno
avete per dormire? Non ci mandate altrove!
– S’attende la cometa. Tutto l’albergo ho pieno
d’astronomi e di dotti, qui giunti d’ogni dove.

Il campanile scocca
lentamente le nove.

Ostessa dei Tre Merli, pietà d’una sorella!
Pensate in quale stato e quanta strada feci!
– Ma fin sui tetti ho gente: attendono la stella.
Son negromanti, magi persiani, egizi, greci…

Il campanile scocca
lentamente le dieci.

Oste di Cesarea… – Un vecchio falegname?
Albergarlo? Sua moglie? Albergarli per niente?
L’albergo è tutto pieno di cavalieri e dame
non amo la miscela dell’alta e bassa gente.

Il campanile scocca
le undici lentamente.

La neve! – ecco una stalla! – Avrà posto per due?
– Che freddo! – Siamo a sosta – Ma quanta neve, quanta!
Un po’ ci scalderanno quell’asino e quel bue…
Maria già trascolora, divinamente affranta…

Il campanile scocca
La Mezzanotte Santa.

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È nato!
Alleluja! Alleluja!

È nato il Sovrano Bambino.
La notte, che già fu sì buia,
risplende d’un astro divino.

Orsù, cornamuse, più gaje
suonate; squillate, campane!
Venite, pastori e massaie,
o genti vicine e lontane!

Non sete, non molli tappeti,
ma, come nei libri hanno detto
da quattro mill’anni i Profeti,
un poco di paglia ha per letto.

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Per quattro mill’anni s’attese
quest’ora su tutte le ore.
È nato! È nato il Signore!
È nato nel nostro paese!

Risplende d’un astro divino
La notte che già fu sì buia.
È nato il Sovrano Bambino.

È nato!
Alleluja! Alleluja!

di Guido Gozzano

Avvento 2012 – 1° Domenica

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli:
«Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte.
Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nube con grande potenza e gloria.
Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina.
State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere, e di comparire davanti al Figlio dell’uomo»

Dal Vangelo secondo Luca (21,25-28.34-36)


Candela Avvento

Signore Gesù spesso e volentieri siamo alla ricerca delle strade giuste da percorrere, delle parole da pronunciare, del gesto da compiere. Vogliamo fare bene il bene, ma non è sempre facile; gli ostacoli e il male sono una tentazione e una confusione per il nostro spirito per cui donaci la forza di seguire il tuo comando: «Vegliate e pregate in ogni momento».

Letizia Battaglino  (da “La Domenica”)

hovogliadichiacchiere . . .

Volevo fare un dotto post sulla festa di Halloween, come era e com’è diventata, e perchè non dovrebbe essere quello spauracchio che qualcuno pensa . . . ma non ho fatto in tempo, però girando e seguendo tracce, fra i blog amici, ho trovato questo post già bello pronto, di una giovane studentessa di Medioevo (che è un periodo che piace anche a me) un periodo in cui molte delle cose che facciamo adesso hanno avuto inizio . . . ve lo lascio qui, così, se volete lo leggete, se vi piace come scrive, andate a trovarla :

“Se un morto entra nel mondo dei vivi, se ne accorgono tutti. Gli zombie non fanno mai un bell’effetto: sono bruttini, verdognoli, putrefatti, e puzzano pure. Se i vivi non sono proprio degli idioti, se ne accorgono benissimo, se in mezzo a loro c’è un cadavere stantio.

Ma se viceversa un vivo entra nel…

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PiccoloLord al traguardo dei 3 anni

Sapete. Oggi è il 3° Compleanno del PiccoloLord . . . ma io, che sono la sua nonna, non riesco a decidere come scriverlo in questo blog … 
Ho iniziato già 3 volte, in modi diversi, e ogni volta mi sembrava troppo melenso, troppo insipido, troppo banale …
Tra l’altro, oggi pomeriggio è dedicato al suo papà . . . per cui, mattina all’asilo, pranzo presto, pomeriggio dal papà . . . poco spazio per i festeggiamenti! 🙂

Eppure, sono la nonna, gli voglio bene e lui mi vuole bene e me lo dimostra con grandi sorrisi, siamo tutti e due restii ai troppi abbracci e anche quando passeggiamo insieme nel prato o in cortile e sulla stradella che porta del cortile alla strada non ci diamo mai la mano, ma ci basta una parola, mia, e un sorriso, suo, per capirci. 


Certo, lui con gli attrezzi di Manny Tuttofare, che si porta a spasso per casa nella loro cassetta, sta cercando di smontare questa traballante scrivania (che poi, chiamarla scrivania è addirittura troppo), ci prova con il cacciavite a croce e con quello piatto, poi prende la chiave inglese e addirittura cerca di segarne i pezzi con Dente, la sega . . . ci si mette d’impegno, ma non conclude niente, per ora. 

È vero, mi obbliga a guardare un sacco di volte “la carica dei 101″, ma, alla fine, l’ho vista quasi altrettante volte da quando il film è uscito, con i mie genitori, con i fratelli e i cugini e poi ancora con i figli e i figli dei mie fratelli e ancora e ancora, posso ben vederla ancora qualche volta. Con lui ho conosciuto anche nuovi cartoni animati: la Peppa Pig, che ha messo in crisi le mie convinzioni sulla superiorità delle sorelle maggiori, i Tenerotti, la Pimpa e i Pirati dell’isola che non c’è . . . e poi, Timmy e molti altri che non mi ricordo.

Si sveglia ridendo e gioiosamente vive la giornata, vivace e attivo, curioso e sperimentatore . . . un po’ di “teatrino” quando è ora della nanna, ma casca presto fra le braccia di Morfeo e tira dritto tutta la notte (sono passati i numerosi risvegli, sono finiti i pianti senza motivo). Ricarica le batterie per il nuovo giorno.

Insomma, 3 anni di bambino, un bambino come tanti, in una città come tante . . . per me è un bambino speciale e appena arriva, un bacione per guancia e poi gli tirerò le orecchie . . . e poi lo affiderò al suo Angelo Custode, che è uno di quelli che ha un bel daffare.

Poi, penserò a cosa scrivere per questo Compleanno. 

Settimana Santa

Van Gogh – Pietà

“Chi rifiuta il Calvario, non fa la Pasqua. Fa la Pasqua e aiuta a fare la Pasqua chi porta la propria croce e dà mano alle spalle degli altri” (Primo Mazzolari).
Mettiamo subito le cose in chiaro: se parliamo di Golgota, di croce, di rinnegamenti e di flagellazione, è perché vogliamo poterceli lasciare alle spalle e celebrare Pasqua. Il dolore fa audience (lo sanno bene quelli che programmano i palinsesti televisivi) e c’è il rischio di fermarsi lì, a quella montagnola che inghiotte il sangue di Gesù e le speranze dei suoi discepoli. Dio ha liberato Israele dalla schiavitù nel momento in cui la mano degli egiziani era pressante come non mai. Gesù conclude la parabola terrena della sua vita toccando il vertice del suo abbassamento, infimo ed infame.
Bisogna toccare il fondo dell’angoscia per poter sperimentare la potenza della grazia.

Ringrazio don Gian Luca Carrega del sito IlTesoro

2 domeniche, 2 piatti insoliti

Eccomi qua a tener fede a una promessa :
Il 6 marzo, sul blog di Lucy ho trovato questo post, si parlava di San Colombano e delle sue abitudini alimentari in Quaresima.
Pare che il Santo, in Quaresima, si limitasse a mangiare solo un piatto di minestra d’ortiche al giorno, tutti i santi giorni!!! E malgrado ciò, ingrassasse . . . c’era il trucco . . . il suo confratello, frate cuoco, preoccupato della salute del sant’Uomo, gli allungava la minesta con del latte (di quell’epoca, bello grasso, appena munto) . . . immaginate quando se ne è accorto San Colombano.
Ho deciso che avrei provato questa ricetta, ma poi ho lasciato passare del tempo . . . invece oggi l’ho preparata . . . ma l’ho leggermente modificata. Adesso vi spiego come!

Oggi, visto che l’uomodellamiavita si lamentava di dover strappare l’ortica, sono andata nell’orto e ho raccolto un tazzone di “punte” di ortica e qualche fiorelino di campo, per fare colore!

Poi, al momento di preparare la cena, ho lavato le ortiche e ho tolto solo le cimette, mi sono pizzicata ben bene  . . . ho messo nella casseruola un po’ di olio, una piccola cipolla (avendo deciso solo oggi pomeriggio di cucinarla, non avevo il porro) e tutte le ortiche. Mescolando ho fatto insaporire il tutto. Ho aggiunto una patata tagliata a fette sottili, una noce di burro, acqua calda, sale e pepe qb (la foto è stata fatta lontano dal fuoco perchè il vapore mi dava fastidio).

Dopo una ventina di minuti, ho aggiunto un paio di cucchiai di panna, regolato di sale, pepe e noce moscata (chissà se nei conventi irlandesi usavano la noce moscata nel Medioevo?), ho frullato tutto col frullatore a immersione e ho messo nei piatti, spargendoci sopra il prezzemolo tritato!

Pare che sia stata apprezzata . . . l’Uomodellamiavita ha detto che la prossima volta ci pensa lui, raccoglie solo le cimette delle piantine novelle e poi, ha gustato la zuppa di ortiche che era diventata una vellutata e il verdetto è stato: ” “Buona, delicata e gustosa!” . . . Quasi come “Est! Est! Est!”

Nota Bene: la ricetta originale, del cuoco del convento di San Colombano (o almeno quello che ci suggerisce Google) è nel post segnalato sopra

Domenica scorsa!

Qui da noi, sulle colline che circondano la Città sulla Costa, c’è una regola non scritta, d’inveno si cerca di fare (per la “par condicio”) una domenica cucina sambenedettese, una domenica cucina bergamasca . . . domenica scorsa toccava alla polenta, e avevo disponibile un cosciotto spezzato in due (o erano due sopracoscia) di tacchino . . . in cerca di ispirazioni, clicco “coscio di tacchino” sul solito riquadro di Google (noi casalinghe tecnologiche e pure un po’ disperate alla ricerca di fantasia in cucina abbiamo sostituito i giornali e enciclopedie di cucina con Internet)  e mi appare, tra i primi, questa ricetta . . .

Tritare cipolle, sedano, carote e gli odori per il soffritto in piccoli pezzi; far soffriggere con 4 cucchiai d’olio.
Quando il soffritto si è dorato aggiungere la coscia di tacchino (intera o a pezzi) e farla rosolare. Quando si sarà dorata irrorarla con il vino e farlo evaporare. Aggiungere sale e pepe ed il succo di una arancia.
Far cuocere a fuoco medio e con il coperchio per circa un’ora girando di tanto in tanto. Aggiungere il succo di un’altra arancia e le fette della terza arancia al tutto e lasciare cuocere per altri 15 minuti, quindi servire.

La carne c’era, le erbe “profumate” sono appena fuori dalla porta della cucina, olio e vino, sale e pepe sono sempre presenti in ogni casa. Preparo e metto in pentola la carne a far rosolare . . . e poi il vino.
Sono corsa nell’orto e ho raccolte le arance mentre la carne si insaporiva, un attimo e la prima spremuta era pronta da mettere in pentola . . . insomma, detto e fatto e tutto cuoceva in allegria e il profumo si spandeva per l’aria, tanto da stanare il Figlio dalla sua camera . . .
Nel frattempo si cuoceva la polenta, senza troppo sforzo da parte mia, con la comodità della polentiera  e quando finalmente l’Uomodellamiavita ha finito di potare, tutti a tavola . . . nella mia polenta avevo nascosto una fetta di taleggio (un tesoro che si scioglie col calore della polenta e che all’improvviso si gusta)

Alfabeto . . . mangereccio

Quest’idea di “Associazione d’idee” sul tema dell’alfabeto l’ho trovata da Delphine, ne ho già fatto uno, ma ogni tanto una lettera mi faceva pensare al cibo . . . allora, ho fatto anche questo, lungo, ma gustoso! Almeno per me, che mi sono divertita a scriverlo! 🙂

A – ananas  . . . dicono che l’ananas bruci i grassi . . . una sera, a cena in uno stupendo ristorante di pesce (pagava mio zio), dopo aver mangiato neanche tanto (visto che pagava mio zio, noi donne abbiamo seguito il “là” di mia zia), si avvicina il proprietario e guardando me e la cugina del Piemonte (anche lei “abbondante”) ci chiede che vogliamo di frutta e propone: “una fettina di ananas? Dicono che bruci i grassi!” Io e mia cugina, ci ridiamo ancora quando lo ricordiamo.
B – biscotti . . . l’unica volta che ho provato i veri e originali “biscotti di Natale” inglesi, me li ha portati in regalo la mamma (a real English lady) di un amico del Figlio . . . io non ero preparata e non ho ricambiato . . . morale: utili quei consigli dei giornali sotto Natale, bisognerebbe sempre avere dei regali “passpartout” sottomano.
C – caffè . . . proprio non mi piace, e perciò non c’ho mai messo molta attenzione nel farlo . . . finché un giorno (forse ve l’ho già raccontato?) l’Uomodellamiavita ha detto che il mio caffè sapeva di sciacquatura di calzini, ecco, da allora se lo fa da solo o glielo fanno i figli!
D – datteri . . . datteri e feste di fine anno sono (per me) legati a doppio filo, la conoscete la ricetta dei datteri ripieni? No??? Datteri aperti e denocciolati, montare a parte una crema di mascarpone densa, mettere la crema al posto del nocciolo, aprendo un po’ il dattero e infilarci anche un mezzo gheriglio di noce! Se riuscite a non mangiarli man mano che li preparate, potete servirli, come da noi, all’ultimo dell’anno!
E – erbe . . . anche dette “profumi”, sono quelle che si usano come base per un sacco di preparazioni e sono prezzemolo, salvia, rosmarino, maggiorana, timo, erba cipollina e altre ed eventuali. Quando ho tempo, preparo dei “pacchettini” di erbe già tritate e li metto nel congelatore,son utili quando una ha fretta. Le più usate, in casa mia, sono aglio e prezzemolo, cipolla e prezzemolo e il misto: prezzemolo, rosmarino, salvia, cipolla.
F – farina . . . farina bianca, utile per la pizza, ma anche per una palla morbida da maneggiare per il PiccoloLord, gli piace spianarla e con le formine dei biscotti farci dei disegni . . . farina di mais “bramata”, la base della polenta, un piatto che qualche domenica d’inverno si mangia, accompagnata sempre da pietanze a richiesta!
G – gamberetti . . . o scampi, con la “coda”di tutti e due, si può preparare quel buon antipasto, facile facile . . . “cocktail di scampi”. Lo sapete fare? Io faccio così: bollite le code, scolatele e fatele raffreddare, nel frattempo che le code cuociono, preparate la salsina: maionese e ketchup, poche gocce di salsa worcester, girate bene e accorpate quasi tutte le code (di scampi o di gamberetti). Poi sistematele su foglie di insalata, qualche cucchiaio di cocktail e un paio o tre di code sopra, come decorazione!
H – hamburger . . . NO! GRAZIE!
I –  insalata . . . si fa presto a dire “insalata”, quella cruda, mista, con dentro un po’ di tutto, ognuno la prepara come preferisce. Ultimamente ho imparato a cucinare la indivia scarola alla napoletana,  qualche volta la metto anche nella pasta di pizza e faccio la “pizza di scarola al forno” (vi ho messo il link, per fare più in fretta!
L –  lardo . . . mmmhhhhhh! Avete mai provato ad avere un bel pezzo di lardo fresco, metterlo su un piatto cosparso di sale grosso, bacche di ginepro, erbe (di cui sopra) tritate finemente, premere per fare aderire bene tutto e poi, rigirare e ripetere l’operazione . . . andare avanti così per 15 giorni tenendo il piatto fuori dal frigor . . . assaggiare col pane scaldato! Anche se non è di Collonnata, vedrete, da leccarsi le dita!
M – macedonia . . . in questa famiglia, fare la macedonia è da matti  . . . chi passa vuole provare, chi passa decreta che è poca, chi passa dice: “bene!” e prosegue . . . e a me scoccia un po’ prepararla in queste condizioni!
N – nocciole . . . un paio di piante di nocciole, di un paio d’anni producono una bella cesta di nocciole da far seccare e poi mangiare . . . peccato che due su tre siano vuote, chissà perché!
O – olio . . . secondo mia Suocera, con l’olio bisogna abbondare . . . secondo mio Figlio l’olio va su tutto . . . secondo l’Uomodellamiavita, io uso troppo olio . . . l’olio, non molto, che si ricava dalle piante di olive che stanno intorno casa è decisamente più buono di quello che si compra, ma certi anni, non usando prodotti, non si raccoglie nemmeno una oliva!
P – pomodori . . . sono la passione dell’Udmv, piantare pomodori è la sua missione, Appena ha tempo libero, va nell’orto e pianta i “Cuore di bue” e poi i “Robin” e anche i “ciliegini” e quelli a grappolo; i “SanMarzano” e quelli da insalata . . . e noi mangiamo pomodori crudi e cotti, per tutta estate . . . io, a volte, scendo nell’orto proprio mentre siamo a tavola, tra il primo e il secondo e mi cerco “il” pomodoro che quando lo mangio sa di sole.
Q – quadrucci . . . minestra da svezzamento o da ospedale dico io . . . al Figlio piacciono in modo particolare, quando devo preparare la minestra coi quadrucci, la faccio solo per loro e vorrei potere fare “obiezione di coscienza” come cuoca!
R – radicchio . . . Radicchio trevigiano (rosso) e radicchio di Chioggia (rosso), insieme alla salsiccia e al riso producono un buon risotto, invernale, con un sapore forte, antico, si prepara come un risotto normale, ma dopo la cipolla rosolata, mettete la salsiccia sbriciolata e poi i due radicchi (uno darà un sapore particolare, l’altro il colore), quando la salsiccia è un po’ rosolata e l’insalata un po’ appassita, il riso e poi, continuate come siete abituate/i
S – salame . . . quello grande con la carne tagliata grossa, quello più piccolo con la carne fine, e i lardelli tra i due tipi di salame (il primo della mia zona, il secondo di qua, dove abito adesso) o il salame dolce . . . non saprei scegliere, posso averli tutti e tre?
T – tartine . . . gioia e dolore delle mie figlie negli anni in cui si mangiava assieme agli altri parenti dalla nonna! Sempre uguali, sempre quelle ogni anno. Poi, quando la FigliaGrande ha iniziato la scuola superiore, ogni anno tartine nuove . . . per la gioia di tutti!
U – uova . . . in certi giorni vivrei solo di uova. Ricordo gli anni della mia infanzia, alla domenica, colazione tutti insieme in cucina, uova sbattute col frullino a mano che ci passavamo tra me, mio fratello e mio padre . . . e dopo aver mangiato l’uovo, il latte!
V – vin brulée . . . una delle cose belle dell’inverno di una volta . . . o delle serate in campeggio!  Serve che vi do la ricetta? Per quelli che non l’hanno mai fatto ecco un video con la ricetta.
Z – zucca . . . Da tre anni piantiamo zucche nell’orto e ci danno delle belle soddisfazioni . . . anche in cucina. Fin ora ho fatto solo il risotto alla zucca e scamorza e la zuppa, ma l’anno prossimo mi voglio dedicare ai dolci. Voi avete delle ricette da consigliarmi???  

Ayla, una passione che dura da oltre 20 anni

Post dedicato a Beatrice, che da novembre non scrive più sulla sua bacheca Fb e che l’ha comprato e letto in inglese appena uscito, perchè non era sicura di “arrivare” a leggerlo in italiano quest’anno!
Ma anche dedicato a Gabriele, che è in cerca della sua Ayla e ha creato il gruppo, con l’augurio di incontrarla al più presto!
E dedicato agli “Innamorati di Ayla e Giondalar” che conosco e che non conosco.

Ho incontrato Ayla e le sue avventure nel  lontano 1989 aprendo un libro di Selezione della Narrativa Mondiale . . . la storia raccontata nel “La Valle dei Cavalli mi ha subito affascinato e l’ho letto d’un fiato. (Rileggendolo settimana scorsa, mi sono accorta dei poderosi tagli apportati e di quanto la mancanza di queste parti, a torto considerate noiose,  si nota dopo aver letto la versione integrale) . Avevo letto in fondo al volume che quel libro era in vendita anche in Italia, ma non ci ho fatto più di tanto caso . . . morta lì. A quell’epoca dovevo “combattere” tutti i giorni con il problema della casa e di 3 figli di 4, 6, 8 anni.
Dopo qualche tempo entrando in libreria ho visto una copertina, non so se inconsciamente il cervello ha recepito il nome dell’autrice, io sono rimasta colpita dall’illustrazione, un vero colpo al cuore e controllando il risvolto della copertina ho capito che “Le pianure del Passaggio” era collegato a quel libro che mi era piaciuto così tanto.
In quel periodo non compravo le prime edizioni (3 figli piccoli pesavano sul bilancio famigliare) ma, scoperta finalmente la saga, mi misi alla ricerca dei libri precedenti,in edizione tascabile. È finita che li ho letti alla rovescia, partendo da “Gli Eletti di Mut e ogni volta che trovavo qualcosa di cui avevo già letto nei libri successivi dicevo tra me e me “ah, ecco perché poi dice . . .” .
Nel frattempo, su un’antologia delle medie, di uno dei figli, scoprimmo che erano riportati parecchi brani del primo libro della Auel, peccato che la Prof non glielo fece mai leggere.
  Passato un anno, durante il quale ero riuscita recuperare anche i primi due titoli: “La Valle dei Cavalli”, integrale e “Ayla – Figlia della Terra“, era tanta la voglia che mi decisi a comprare quella copia (ancora invenduta) della prima edizione del  4° libro . . . e da lì cominciò la lunga attesa del libro successivo. Aspetta e aspetta, fino a quando mia figlia, la piccola, già alle superiori, una sera, tornando a casa mi disse sorridendo : “Mamma oggi sono andata in libreria con le amiche e ho trovato questo per te!” allungandomi un librino, cucito con due graffette. Uno sguardo all’illustrazione di copertina, al titolo e mi prese una sorta di mancamento (Sindrome di Stendhal?). Mollai tutto e mi misi a leggere quei primi, pochi,  capitoli, come una spersa nel deserto quando trova un’oasi . . . inutile dire che i figli mi presero in giro. Dopo qualche giorno andai a comprare questa nuova uscita: “Focolari di pietra” che lessi, abbandonandomi talmente tanto all’atmosfera, che, ricordo quella volta di pomeriggio, pausa pranzo nel negozio del Centro Commerciale dove lavoravo, sentendomi chiamare alzai gli occhi e mi sembrò strano vedere tutte quelle pareti bianche e regolari, io ero in una grotta fino a un attimo prima!

Negli anni (10?) tra “Focolari di pietra” e quest’ultimo libro, ho cercato sui giornali di categoria, sul web e dai librai notizie dell’uscita del nuovo libro della Auel, niente, nessuno sapeva niente, ho persino cominciato a pensare che fosse morta . . . poi, all’improvviso, un giorno scopro da Google che su Fb c’è un gruppo: Innamoràti di Ayla e Giondalar e delle Nebbie di Avalon creato da Gabriele, un altro appassionato . . . ho sorriso e sono andata a vedere quante persone, come me avevano questa passione, mi pare che all’epoca fossimo meno di 90 . . . passa parola e qualcuno in più si unì al gruppo, ma la svolta ci fu l’anno scorso a marzo, quando in tutto il mondo, tranne che nelle zone a lingua italiana (non dimentico quel commento che arrivò dalla Svizzera Italiana, chissà se finalmente quell’amica ha trovato la sua copia) venne pubblicato l’ultimo libro della serie. Ne parlai anche sul blog di Splinder, mettendo il link al gruppo di fb e acquisendo, sono sicura, almeno una persona in più, Ornella . . . Ricordo che sulla bacheca del nostro gruppo apparve la notizia che qualcuno (scusate, ma è passato tanto tempo) aveva scritto una mail alla casa editrice. Io, curiosa, cercai “Longanesi” sul solito motore di ricerca e, trovai anche la casa editrice su Fb, mi ci fiondai e manifestai la mia delusione . . . poi, la serie dei post e dei commenti sulla bacheca della Longanesi . . . le loro risposte, evasive, seccate . . . e alla fine, qualche promessa di accorciare i tempi. Nel frattempo gli amici nel gruppo aumentavano. Certo detto così, sembro un po’ esaltata, ma come si esaltano i fan di un cantante, di un motociclista . . . un’esaltazione positiva.
E infine, ecco, il fatidico giorno, (dopo 11 mesi dall’uscita in contemporanea mondiale.
Avevo prenotato il libro, era da due mesi che ne parlavo con la commessa e il padrone della libreria “di fiducia” e io non potevo uscire perché l’influenza mi aveva messa KO . . . una telefonata all’UomodellaMiaVita e lui, gentile come sempre, finito il lavoro, è andato al Centro Commerciale e mi ha portato a casa il libro, tanto atteso . . . “La Terra delle Caverne Dipinte, letto in 4 giorni, colpa dell’influenza, non potevo stare troppo in piedi, dormicchiavo giorno e notte e tra un dormitina e l’altra, leggevo! Volevo sapere come l’autrice aveva pensato di finire la storia di Ayla e Giondalar  . . . confermate in parte le mie previsioni, un po’ di delusione per certe cose lasciate in sospeso, per alcune situazioni totalmente trascurate, però . . . a giorni, lo riprendo in mano e lo rileggo, per gustarmi di nuovo la magia di ritrovarmi in una preistoria così ben descritta.
Purtroppo questa “malattia” è contagiosa, negli anni, a forza di parlarne, ho contagiato parte della famiglia che adesso sta aspettando di leggere l’ultimo libro.
Tra gli altri, la FigliaPiccola, che ha studiato Montaggio e Regia che mi ha promesso di girare, prima o poi, un film (o una serie di film) tratti da questi libri. Anche se, sappiatelo, lei questi libri non li ha mai letti.
A volte, durante la giornata, prendendo in mano un cesto, raccogliendo le giuggiole, facendo seccare nocciole o in altre occasioni guardando documentari da paesi lontani, mi succede di pensare che in pratica, dall’epoca di Ayla non è cambiato molto in un certo rapporto con la natura . . . in altre, pensando alle corse che facciamo, alle ore che sprechiamo lavorando oltre il tramonto del sole, all’inquinamento o ai rapporti di amicizia e di parentela trascurati per mancanza di tempo, mi capita di pensare che, forse, dovremmo recuperare qualcosa del vivere preistorico!

Le trame le trovate ai link che ho messo ai vari titoli . . . non scrivo più di tanto sull’ultimo libro perché c’è chi lo sta leggendo e chi non l’ha ancora iniziato . . . non voglio togliere la sorpresa! 🙂

E grazie a Vittoria, di Diario di Pensieri Persi, che mi ha sollecitatoVorrei mi raccontaste come avete conosciuto la serie, se ci sono aneddoti divertenti a cui la legate, cosa vi ha spinto a creare un gruppo, come avete passato il tempo dell’attesa tra un libro e l’altro, quali libri vi hanno emozionato di più e quali meno. Potete parlare di una o di tutte queste cose.” . . . e io ho raccontato! Sperando di non essere stata noiosa! 


26 feb 2012 – 1° Domenica di Quaresima

Dal Vangelo secondo Marco (1,12-15)
In quel tempo, lo Spirito sospinse Gesù nel deserto e nel deserto rimase quaranta giorni, tentato da Satana. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano.
Dopo che Giovanni fu arrestato, Gesù andò nella Galilea, proclamando il vangelo di Dio, e diceva: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete nel Vangelo».

Le tentazioni di Gesù

Quante volte ci siamo sentiti la predica sulle tentazioni che incombono su di noi e a cui dobbiamo resistere…
Propongo, allora, un cambiamento di prospettiva: proviamo a pensarci nel ruolo di tentatori invece che in quello di tentati. Siamo giustamente preoccupati di non dare scandalo col nostro comportamento, ma di fatto finiamo col pensare che questo si riferisca esclusivamente al male che facciamo. Però il danno che facciamo in questo modo è limitato: al più la gente può sentirsi incoraggiata dal nostro cattivo esempio e giustificarsi dicendo: “Lo fa anche lui/lei”.
Peggio ancora, forse, è quando ci appiattiamo nella mediocrità e diamo ad apparire come persone soddisfatte: in questo modo inganniamo davvero il prossimo!
Il peccato non smette di essere tale se ci si passa sopra una mano di vernice di bontà, anzi, diventa ancora più pericoloso perché meno evidente.

 

(Si ringrazia don Gian Luca Carrega del blog “Il Tesoro nel campo” )

Consigli di lettura . . .

Oggi, non ho molto tempo . . . vi lascio dei “consigli di lettura”, quei blog che mi hanno catturato per interesse, per umorismo o per curiosità . . . oltre a quei blog (oltre a questo) che, a volte, riesco ad aggiornare . . .

Cara Cugina,

Cara Cugina,
eccoci a Carnevale, stranamente quest’anno l’Udmv non ha voglia di andare a vedere i carri sul lungomare della Città sulla Costa . . . però abbiamo un’ampia scelta, potremo seguire le varie manifestazioni tradizionali che si svolgono nei paesi della zona . . . in Offida, ci sarà il Carnevale Storico , a Castignano, invece si fa la corsa con “li Moccule” e in Ascoli, il capoluogo del Piceno nella magnifica Piazza del Popolo, che in questi giorni diventa un vero “salotto”, con tanto di lampadari appesi. . .  se smette di piovere! Sì perché piove, dopo la neve ecco la pioggia. (e qui, continua)

Il vestito di Arlecchino

Per fare un vestito ad Arlecchino
ci mise una toppa Meneghino,
ne mise un’altra Pulcinella,
una Gianduia, una Brighella.
Pantalone, vecchio pidocchio,
ci mise uno strappo sul ginocchio,
e Stenterello, largo di mano
qualche macchia di vino toscano. (e poi, continua)


La bibliotecaria sexy

Squilla il cellulare!
Numero a me ignoto.
Prefisso di Torino.
Boh?
Rispondo.
“Pronto?”.
“Pronto!! Lucia! Sono Giovanna!”.
(e se volete saperne di più . . . continua qui)

Ma cosa mangiano i nostri figli?

Spesso osservo come si alimentano le persone intorno a me focalizzando l’attenzione sui bambini. Non mi riferisco ai bambini sovrappeso od obesi, ma a quelli perfettamente normopeso.
Troppo spesso vedo che ingurgitano cibi considerati “malsani”: patatine, merendine, wustel, nuggies, bevono cola ed altre bevande gassate. Questo accade anche nei bambini in età prescolare. (continua qui . . . )

Ed ecco a voi…


              Neve dappertutto, non è più una novità.

Ma NON per noi romani.

Perciò voglio immortalare questo momento che testimonierà il nostro  “Io c’ero” alla discendenza futura. (e per saperne di più sulla neve a Roma . . . clicca qui )


Il mio cervello, il mio corpo . . . in lotta!

Il mio cervello e il mio corpo, dovrebbero lavorare insieme, dovrebbero cooperare; eppure a volte li sento litigare . . . li sento discutere, discussioni interminabili e non sempre è il cervello che vince,  quel cervello che dovrebbe essere razionale, logico e perfezionista soccombe. Chi la spunta, a dispetto di tutto è questo corpo:  goloso, pigro e che a volte si dimentica l’età che ha.
Ci sono delle notti in cui il cervello si sveglia e sa, lui lo sa, che bisognerebbe alzarsi e andare in bagno, io sento che scuote il corpo e glielo spiega: “Sveglia, bisogna alzarsi, muoviti!” e poi si sente l’altro, il corpo, che risponde: “Uhmm aspetta, si sta così bene qui al calduccio, non posso aspettare ancora un po’, non  è così urgente . . .” (in effetti ha ragione, in certi orari, uscire dal letto è difficile).
Altre notti, quello stranito del cervello, si sveglia di botto, lucido, fa spalancare addirittura gli occhi, al buio . . . il corpo invece è ancora tutto pesante, addormentato e  invece, il cervello attacca con la sua voce querula: ” su’, ho sete, svegliati e alzati, non ho più voglia di stare qua sdraiato!” e, non subito, si sente quel “povero” corpo che sbadiglia e cerca di convincere il cervello che c’è ancora del tempo prima della sveglia ufficiale . . . “Ma prova a contar le pecore, accidenti, sono le 3 di notte!” In questi casi, a volte vince uno, a volte l’altro . . . quando vince il cervello, per il corpo sono dolori . . . perché quel cervello, poi si riaddormenta all’ora di svegliarsi e per tutto il giorno il corpo ha da fare e il cervello invece di esser sveglio, sonnecchia . . .
Ci sono quelle volte che il cervello richiama il corpo alla morigeratezza: “Non mangiare la nutella . . . Lascia stare quell’ultima fetta di pizza . . . spegni la luce, smetti di leggere e dormi . . . ” ma il corpo, vizioso  viziato, non ascolta, si mangia una bella fetta con la nutella “in proporzione” al pane che c’è sotto, ben bene spalmata . . . mangia l’ultima fetta di pizza, giustificandosi con l’antica sollecitazione di mamma e papà: – non si lascia niente nel piatto –  . . . e in quanto a lasciar perdere il libro, ma come, pensa questo corpo capriccioso, ho aspettato 10 anni questo libro e lo dovrei lasciare quando mancano solo 50 pagine alla fine???” .
Se poi, il cervello ricorda al corpo che, essendo lunedì, dovrebbe cominciare con certe sane abitudini: dieta e cyclette, come aveva promesso all’Uomodellasuavita, il corpo trova un sacco di  scuse, trova un sacco di cose da fare, fosse anche piegare i panni, pur di non salire sulla cyclette e per quando arriva l’ora di pranzo, ha già dimenticato sempre questa fissa di non far sprecare niente e si giustifica promettendo più attenzione per la cena . . . il giorno dopo o quello ancora!
Quando si trovano ad avere a che fare col PiccoloLord, cervello e corpo sono costantemente a battibeccare: “non lo abbraciare troppo” dice il cervello “mi sembri propio una nonna appiccicosa!” e invece il corpo, spalanca le braccia e abbraccia e strapazza i 13 e rotti (*), 15 Kg del bambino, mentre le labbra sfacciate indipendenti, lo sbacciucchiano . . .  “zitto, musone, senti come è morbido e guarda come ride” risponde ghignando il corpo!
Il cervello gli ricorda: “non hai mai fatto tante smancerie con i tuoi figli!” e il corpo: “certo, con i figli non potevo lasciarmi andare più di tanto . . . ma questo lo posso coccolare come voglio!”

Mah! E io sto in mezzo a queste litigate, a volte tifo per l’uno a volte per l’altro . . . e poi ci sono quelle volte in cui il cervello mi mette in guardia, mi ricorda che ho una certa età, che devo stare attenta, muovermi con attenzione . . . e il corpo, idiota spavaldo, lo prende in giro: “vecchio, ecco cosa sei, un vecchio cervello che ha paura di tutto, quante volte ho usato le forbici? E adesso ho bisogno di tagliare questo cordino e . . . ”  Zac, il corpo, stamattina si è tagliato la punta del pollice (l’Udmv e il cervello si sono arrabbiati un sacco, il corpo, si è spaventato abbastanza . . . ma se lo dite in giro, negherà!).
Quando più tardi stavo stendendo, è caduta una molletta sotto lo stendino . . . mi sono abbassata per raccoglierlo e il corpo non ha ascoltato le raccomandazioni di quel brontolone del cervello . . . è andato verso la molletta con impeto e  . . . Sbammm la fronte ha sbattuto contro il ferro dello stendino . . .

Questo corpo, ormai con un bel po’ di Carnevali sulle spalle, deve adattarsi ad ascoltare di più il cervello . . . ma il cervello dovrebbe dormire di notte!

(*) correzione eseguita su richiesta della FigliaGrande che ha pesato davanti a me il PiccoloLord e mi ha detto che “sei rimasta indietro!)

Tempo sospeso . . .

Libro (libro di cui si aspetta la pubblicazione dal 1990), finalmente dopo quasi un anno dalla pubblicazione in quasi tutto il mondo, è in vendita anche in Italia . . . ma fino alle 17 non era ancora arrivato in libreria . . . adesso lo aspetto a casa! 🙂
Malattia (anche se non importante), noiosa e diluita, ormai su quasi 3 settimane . . . ed ora è saltato fuori anche il mal di reni . . . probabilmente causato dagli antipiretici/antiinfiammatori.
Neve (anche se non un evento eccezionale, ma una normale evento meteo, vista la stagione), che ha bloccato la città per 5 giorni e, da domani la bloccherà ancora per “x” giorni, quanti ne durerà questa nuova nevicata . . . ordinanza del Sindaco.
Telefonata (nessuno può pretendere una telefonata), promessa . . . perchè ti è stato detto: “adesso non posso, ti chiamo nel pomeriggio!”; attese . . . perchè ti ha risposto la segreteria telefonica; ricevute . . . con grande piacere e se è vero che usare cordless e telefonini fa male, sono nei guai: le mie telefonate sono davvero lunghe, vere e proprie chiacchierate.
Televisione (digitale terrestre e antenne da risistemare), causa allettamento obbligatorio, mi sono sorbita ore e ore di Tv. In sala si vedono molti canali, in camera solo alcuni . . . ho scoperto che a volte preferisco spegnere tutto e, se non riesco a leggere, starmene lì buona buona . . . ho anche scoperto che ci sono dei canali interessanti che non avrei scelto se non fosse che gli altri non si vedono.

Da un vignettista della Città della Costa

Vita 2012

La vita

La vita è un’opportunità, coglila.
La vita è bellezza, ammirala.
La vita è beatitudine, assaporala.
La vita è un sogno, fanne realtà.
La vita è una sfida, affrontala.
La vita è un dovere, compilo.
La vita è un gioco, giocalo.
La vita è preziosa, abbine cura.
La vita è ricchezza, valorizzala.
La vita è amore, vivilo.
La vita è un mistero, scoprilo.
La vita è promessa, adempila.
La vita è tristezza, superala.
La via è un inno, cantalo.
La vita è una lotta, accettala.
La vita è un’avventura, rischiala.
La vita è la vita, difendila.

La vera giovinezza risiede e fiorisce in chi non si chiude alla vita. Essa è testimoniata da chi non rifiuta il suo dono – a volte misterioso e delicato – e da chi si dispone a esserne servitore e non padrone in se stesso e negli altri. ( Dal Messaggio del Consiglio Episcopale Permanente -per la 34a Giornata Nazionale per la vita(5 febbraio 2012)

Accogliere la vita
Vivere la vita
Curare la vita

Dall’inizio alla fine, la vita è la vita, amala

Cara cugina – gennaio 2012

Cara cugina,
un anno nuovo, un blog (quasi) nuovo e da tre giorni anche il Pc, “diversamente nuovo” è tornato a casa . . . e tante, tante, ma tante altre cose da fare! (Abbiamo trasmesso: Lamentazioni di una casalinga tecnologica!)

Son o arrivata alla fine del primo mese dell’anno nuovo e non sono ancora riuscita a scriverti niente di nuovo.  eppure, di cose in questo mese ne sono successe tante.  Ma siccome, malgrado quello che qualcuno dice, io sono una persona normale e le mie giornate, come quelle di tutti, sempre e solo di 24 ore, eccomi qua a doverti fare il riassunto . . .

Dopo la serata di fine anno dalla FigliaGrande, il primo dell’anno l’abbiamo passato da soli e non ci siamo trovati poi così male. Al mattino, sveglia senza ”sveglia”, poi abbiamo partecipato alla Messa e siamo andati a fare una passeggiata al molo, era una bellissima giornata di primavera, non invernale, senza orari, senza impegni. Pranzo con qualcosa di buono, ma veloce e la giornata è continuata decisamente “slow” come dicono adesso o, come preferisco io, “soft”, come quelle belle giornate di serena anarchia che ci prendevamo io e te nella casa dei tuoi, al lago. Ricordi? Mangiare quando si ha fame (e solo quello che ci andava, con te che già allora cercavi di convincermi a mangiare più insalata e meno formaggio!), dormire quando si ha sonno e nel frattempo, tra un’attività e l’altra, fare solo quello che si vuole. Sì, avevamo davvero delle belle abitudini . . . all’epoca era anche facile assecondarle! 😀

I giorni fino all’8 sono stati giorni di vacanza dal duro lavoro di nonna. Sì, lo so, tu stai pensando; “chissà quando diventerò nonna io . . . quanto mi piacerebbe”, ma guarda che un conto è “essere” la nonna e un conto è “fare” la nonna. Benvenute alle vacanze natalizie.

Però in quei giorni di vacanza, m’è toccato di fare la mamma . . . malgrado l’età del Figlio lo collochi ormai nel numero dei “bamboccioni”, quando al mattino si è sentito male, dolori addominali sulla spalla e sullo sterno,  febbre  a 39°, ha esalato un: “Mamma, fai qualcosa! Fammi passare i dolori!” che mi ha fatto scoppiare a ridere e mi ha spinto a chiedergli se pensava che potessi fare qualcosa tramite imposizione della mani!

Vista la faccia che aveva, ho preso l’auto e ho fatto l’autista per portarlo dal Medico . . . questo esimio professionista, mi ha lasciato fuori dalla porta (in quanto mamma italiana di figlio decisamente adulto) e senza visita, semplicemente con un paio di domande, gli ha prescritto dieta leggera . . . diagnosi: “sarà l’influenza gastrointestinale”.
Il dolore persistente ci ha spinto, verso le 16 al Pronto Soccorso, dove ci hanno appioppato il codice giallo (mugugnando contro i Medicidibase che non fanno quello che dovrebbero fare) e dove, bontà loro, mi hanno lasciato stare con il “bamboccione” dall’accoglienza al triage fino alla fine delle prime indagini, anamnesi,  elettrocardiogramma; dopo di ché mi hanno fatto uscire, in sala d’attesa! Mentre lui veniva rivoltato come un calzino visitato da una squadra di dottoresse (dove si erano imboscati i Dottori? Mistero!) che hanno riempito due facciate di un foglio A4, l’hanno bucato per analisi, flebo di antidolorifico con soluzione fisiologica, io stavo fuori, uncinettando, tricottando e chiacchierando, facendomi anche una nuova amica a cui passare link di maglia e uncinetto su Fb (lei, mamma di un giovane rugbysta con la caviglia fuori uso) . . . alle 20.00 (mirabile dictu) è arrivato l’Uomodellamiavita, in ansia per il suo erede . . . e finalmente, verso le 21.45, avuto indietro il pargolo in codice verde . . . alleggeriti di quasi 6 €uro per il parcheggio, siamo tornati a casa e per ben due giorni, il Figlio mi ha obbedito, mangiato e bevuto solo quello che gli passava il convento . . . poi, è tornato al lavoro e alla vita di sempre! Addirittura, è partito per il campo invernale con i suoi “ragazzi” e, pare, si siano divertiti un sacco tutti!

Per ora, ti devo salutare, ricordati della tua cugina Fior

Happy New Year

 Filastrocca di Capodanno

Fammi gli auguri per tutto l’anno:

Voglio un gennaio col sole d’aprile;
un luglio fresco, un marzo gentile;
voglio un giorno senza sera,
voglio un mare senza bufera;
voglio un pane sempre fresco,
sul cipresso il fiore del pesco;
che siano amici il gatto e il cane,
che diano latte le fontane.
Se voglio troppo, non darmi niente,
dammi una faccia allegra solamente.

Gianni Rodari

Voglio, vorrei, mi piacerebbe . . . 

insomma fra gli auguri per l’anno nuovo:

serenità e letizia per tutti noi,  

che le notizie siano solo belle

che i bambini siano solo buoni

che le coppie solo innamorate

che i vecchietti solo amati

che tutto vada come vuoi tu

e litigare, non si litighi più!

Buon Anno

vissuto con gioia anche nelle avversità!

© Fiordicactus (blogpoeta per gioco)

Santo Stefano . . . chiusura alla grande

L”ultimo giorno del “triduo” delle Feste Natalizie è tradizionalmente dedicato allo scambio dei regali (va be’, qualche anno l’abbiamo fatto al pomeriggio di Natale, ma se ci riesce è meglio il 26 pomeriggio . . . siamo tutti più sobri, calmi e disponibili)

Se il mattino ce  la siamo presa comoda . . . giusto l’impiccio di impacchettare  i regali! (sì, confesso, avevo i regali, ma non li impacchetto mesi prima). Al pomeriggio, dopo il pranzo (di “avanzi”) in famiglia, riordino e preparazione della casa all’arrembaggio dei parenti.
Luci, musiche e il Pc acceso . . . i primi sono arrivati alle 17,00 gli ultimi un’oretta dopo . . . mio fratello si è portato il suo vicino di casa (credo che si sia trovato frastornato in questo bailame, lui che vive solo), è arrivata anche la Morosa delFiglio . . . poi, quando siamo stati qua tutti insieme, la solita confusione,  le solite cose che capitano qua, baci, abbracci, discorsi da una parte all’altra della stanza . . . le cugine che si sono eclissate in camera della FigliaPiccola . . . i tre cuginetti che sono “spariti” (e il cui passaggio è stato monitorato il giorno dopo, seguendo gli indizi lasciati: sedie spostate, roba fuori posto).

Il rito dello scambio dei regali non segue regole fisse, ma è uguale ogni anno.
Una famiglia incomincia e si distribuiscono i regali ai componenti delle altre famiglie . . . fra versi di stupore, strilli di contentezza, e prese in giro o frasi di  incoraggiamento

Mio fratello, la sua famiglia e il loro vicino/amico, avevano un altro impegno e ad un certo punto, hanno salutato e sono andati via, gli altri, come tradizione hanno cominciato a pensare allo stomaco . . .

Avevo previsto una “merenda sinoira”, per cui mi ero organizzata con  piattini e tovaglioli, posate e bicchieri usa e getta . . . invece, dopo la kermesse dei regali, ho accennato alla cena e tutti hanno applaudito l’idea . . . proponendo una zuppa di zucca come piatto caldo, mi sono tagliata le gambe da sola . . . c’era ancora la polenta fredda, qualcosa di brasato . . . e il frigor da svuotare!

Insomma, trovate nel fondo di un armadio le tovaglie di carta, rimaste da qualche altra festa . . . scappati nelle camere i ragazzi. Con sorella, cognata, FigliaPiccola e le nipoti abbiamo sistemato una tavola allegra, non troppo usa e getta, ma “alla garibaldina” quanto basta.

E abbiamo finito la festa con dolci natalizi e spumante, col botto!