Capita una volta sola all’anno e in casa è sempre una grande festa!
Lui è davvero una persona speciale, malgrado a volte mi faccia innervosire, lo meritava!
Loro li vediamo abbastanza spesso, ma sempre in momenti “di corsa”: c’è da portare o da prendere qualcosa, c’è da dare o ricevere una mano, ci sono cinque minuti e passiamo sotto casa, andiamo a trovarli . . . sono anni che non riusciamo a stare (come prima, quando era viva la Suocera e ci voleva in casa sua alla Domenica) tutti insieme attorno ad un tavolo e parlare con calma tutti quanti insieme.
Così, durante le feste di Natale la FigliaGrande ne ha parlato con i fratelli e poi mi ha comunicato che per il compleanno del padre avremmo invitato gli zii (i suo fratelli e i relativi consorti) e cucinato un pranzo “a richiesta” . . . del festeggiato.
Detto fatto
Contattati gli zii, visto che la festa cadeva di domenica, confermata la festa.
Richiesta al padre sulle sue preferenze culinari . . .la cosa principale che l’Uomodellamiavita voleva assaggiare erano “i Maccheroncini di Campofilone, col sugo come li faceva la nonna” . . . semplice da dire ma non da fare (anche secondo la zia/sorella), pare che la carne non sia più quella di una volta e, l’osso di manzo con midollo e nervetti acclusi non è più consigliato per i nostri stomaci del 21° secolo.
Abbiamo risolto il secondo pensando a qualcosa che non fosse da cuocere “al volo” e, ricordando che agli zii piaceva molto mangiare qualcosa della cucina lombarda, abbiamo optato per una piccola porzione di polenta che accompagnasse ossibuchi con funghi e/o con piselli.

Un antipasto tradizionale e semplice: lonza, olive ripiene e fritte all’ascolana, cremini fritti, pecorino e una fettina di bruschetta semplice, per accompagnare, ma non appesantire.
FigliaGrande, la chéf di casa, si è messa a spignattare dalla mattina del sabato, le bottiglie di pomodori dell’estate, carne trita e carne a pezzi per il sugo; ossibuchi, piselli, funghi, pentole e pentoloni . . .

Alla domenica il pentolone della nonna (la mamma dell’Udmv), che da anni, confidenzialmente, viene chiamato “la pentola delle streghe” è stato riempito di acqua e messo sul fuoco appena tornati da Messa alle 11.00 (si sa, tanta acqua ha bisogno di tempo per scaldarsi). Mentre l’acqua nella “polentina” è stata messa più tardi. L’aggeggio ha fatto il suo lavoro con precisione, anche se abbandonata a se stessa per quasi un’ora.
E poi, alla fine, sono arrivati tutti e quattro gli ospiti: baci e abbracci, “dove appoggio la giacca e la borsa?”, “ecco, questo è il regalo per te!”, “Oh! Ecco il piccolino! Quanto è cresciuto!” (i due nipoti più grandi, PiccoloLord e PiccolaLady, erano a casa dei rispettivi padri)
Ci hanno sistemati, noi “vecchi”, sul tavolo più lontano dalla cucina, i miei giovani (più il PiccoloPrincipe sul seggiolone) dall’altra parte perché avrebbero pensato loro al servizio . . . come regalo per la festa del capofamiglia.
Abbiamo cercato di preparare la tavola un po’ diversa dal solito, semplice, ma nel miglior modo possibile. E per questa volta è stato molto semplice . . . La tavola, anzi le tavole, sono state coperte da due tovaglie gemelle e abbellite con una striscia colorata. Calcolando che poi, la mole delle pentole da appoggiare era ingombrante, non si è voluto creare disagi ai commensali . . .

Abbiamo messo in tavola le pentole (e non travasato il cibo su vassoi di portata) per permettere a ognuno di servirsi con libertà, come meglio credeva. E per non far raffreddare del cibo che, caldo rilascia aromi e gusti squisiti.
È stato tutto gradito, qualche bis, qualche brindisi, tanti racconti e ricordi dell’infanzia e filastrocche del tempo che fu, quelle che la zia (la sorella dell’Udmv) custode delle tradizioni di famiglia usava per intrattenere i bambini nelle sere invernali vicino al fuoco a casa della nonna. Gliele hanno richieste e filmate, per non perdere le memorie e poterci giocare con i piccoli di casa . . . ai miei figli piace la cultura vintage!

Arrivato il tempo della torta (una grande e bella, oltre che buona, Saint Honoré) e del caffè, sono arrivati anche i consuoceri per festeggiare con noi.
Siamo andati avanti in chiacchiere per un bel po’, poi il NonnoPapà se n’è andato a fare un pisolino, ma il pomeriggio è continuato con due gruppi e due conversazioni distinte, uomini e donne, con i figli e la nuora che ascoltavano e ridacchiavano commentando tra loro.
Poi, è stato come un turbinio di vento . . . Sono arrivate le tre nipoti grandi (figlie dei miei fratelli). Per un attimo c’è stata un po’ di caos. Tutti che chiacchieravano con tutti.
C’è stato un tempo, anni fa, in cui era più semplice incontrarsi tutti insieme, la mia famiglia di origine e quella di mio marito, figli e nipoti erano ragazzi o bambini e giocavano tutti assieme. Per cui i miei nipoti chiamano “zii” gli zii dei miei figli e i miei cognati considerano quasi dei nipoti i miei . . .

I cognati e i consuoceri se ne sono andati e i giovani si sono messi a giocare con un gioco da tavolo: Monopoly “Trono di Spade”. . . poi sono arrivati CognataGiovane con mio FratelloGiovane . . . è tornato a casa PiccoloLord, che viste tutte le cugine grandi e gli zii si è emozionato e non sapeva da chi cominciare a salutare . . . FigliaPiccola con le due cugine più grandi sono uscite insieme, la nipote n° 3 che deve prepararsi ad un esame, giudiziosamente, è rimasta con noi . . . e abbiamo riapparecchiato la tavola! E non è rimasto che una ciotola di funghi col sugo . . . giusto per condire la pasta il lunedì.
Gli impegni del lunedì mattina hanno consigliato il coprifuoco verso le 23.00 e quando è tornata anche la FigliaPiccola abbiamo chiuso tutto e persino i cani si sono messi buoni e tranquilli . . .
Stanchi, ma felici, l’Udmv ed io ce ne siamo andati a letto . . .