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Qualche notizia di oggi e due chiacchiere su una pendola

Al controllo definitivo all’Allergologia della Città Gemella nella regione “forte e gentile”, la mia schiena appariva senza segni di reazione . . . per cui la diagnosi è stata: “allergia alla polvere” . . . tre mesi di cura anche per questo e poi, di nuovo una batteria di controlli.
Il viaggio è stato diverso da quello di ieri, tanto sole c’era ieri, tanta pioggia c’era oggi . . . si lo so che era previsto, ma io (in certi casi) spero sempre che quelli del meteo non ci prendano!
Oggi PiccoloLord è tornato da scuola e sbirciando nei suoi quaderni, ho scoperto che ieri hanno studiato le frazioni . . . il NonnoPapà non può ancora riprendersi da questa notizia.
Nel pomeriggio abbiamo avutola visita della Nuora e del PiccoloPrincipe, che comincia a farsi sentire, usando dei suoni decisi se vuole che qualcuno lo osservi. Ha anche un grande interesse per i nostri 3 pelosi e loro per lui (aspetto con ansia di vederlo “trottolare” in giro con i cani che gli fanno da scorta! Lo so perché facevano lo stesso col PiccoloLord)

Tra un viaggio e l’altro all’Ospedale, tra una spesa e l’altra, un nipote e l’altro, sono passata da un anziano artigiano, per ritirare un pendola, ricordo di famiglia. . . . . .

Quando due anni fa siamo stati nella città delle Orobie, lo ZioPadrino ha insistito perché mio padre prendesse la pendola del nonno V (in pratica, il mio bis nonno).
Con l’aiuto della “cuginetta”E l’abbiamo imballata bene bene e le abbiamo fatto fare un ennesimo lungo viaggio . . . fino alle colline che sovrastano la Città sulla Costa.

Questa pendola ha una lunga storia. Faceva bella mostra di sé nella casa del mio avo.
Quando lui e la moglie sono invecchiati e sono andati a vivere con i miei nonni (mio nonno era il suo figlio minore), come capita si son portati dietro quasi tutto quello che potevano: una serie di pentole di rame, quel che restava del corredo della bisnonna, un quadretto da mettere in capo al letto e il lettone, coi suoi materassi, di crine e di lana. Qualche rara fotografia, scattata dal fotografo nelle occasioni speciali. E la pendola.
Poche cose, che resteranno in casa per anni, all’epoca non c’era bisogno di fare “space clearing”, di spazio ce n’era poco, ma di roba ancora meno. Quello che c’era in casa era costato sacrifici, veniva usato con attenzione e tenuto con cura.
Ho ancora, del corredo della mia di nonna, un paio di asciugamani di tela operata, con lunghe frange, tassativamente bianchi.

La pendola, dicevamo, che segnava il passare del tempo con i suoi rintocchi.
La pendola funzionava, bene. Ma dopo un po’ di anni, morta la Nonna e anche il NonnoV, si fermò pure la pendola.
Mio Nonno, la fece aggiustare, da un orologiaio “piccoletto e della BassaItalia con un buffo accento”, questo è il ricordo di mio padre.
Se lo ricorda bene, il negozietto, l’artigiano che veniva da lontano e la pendola che nel giro di pochi giorni ritornò a casa funzionante e fui riportata dall’orologiaio per un nuovo assestamento. L’orologiaio l’aveva aggiustata così bene che scandiva le ore con un forte rintocco: “don don don . . . “, tanti rintocchi quante erano le ore. Il rintocco poteva essere ripetuto, tirando una cordicella . . . visto che i due figli si divertivano a tirare questa cordicella per sentire più e più volte i rintocchi, mio nonno ritornò dall’orologiaio con la pendola e gli fece togliere la cordicella.

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Sotto la lente d’ingrandimento, la fotografia di Frau Marta Linz . . . . .  nella didascalia quasi le stesse parole che ho trovato su Wikipedia

Doveva essere il lontano 1934 o, al massimo, il 1935. I ricordi sulle date sono contrastanti e poi vi spiego il perché, mio padre (ed è l’unico rimasto a poter dire qualcosa di quell’epoca) è convinto che fosse il 1935, in base a dei calcoli e ragionamenti su nascite e  fatti accaduti in famiglia. Ma sul retro della pendola c’erano due fogli di giornale, scostando delicatamente le pieghe abbiamo scoperto che appartengono alla “Tribuna Illustrata” del 17 febbraio del XII Anno dell’era fascista  (che, grazie a Google, abbiamo scoperto “andare” dal 29 ottobre 1933 al 28 ottobre 1934), Due pagine che ci raccontano un po’ di storia, ma anche tanta pubblicità . . . l’articolo più interessante riguarda una donna, una musicista, la signora Marta Linz la cui storia sono andata subito a cercare. Ho trovato notizie, ma solo in tedesco . . . Comunque, un paragrafo, corrisponde esattamente all’articolo del giornale: “(…) Nel 1934 e nel 1935, Linz diresse la Berliner Philharmoniker, annunciata come la “prima donna” sul podio dell’orchestra, il che non era vero; c’erano almeno sei donne che avevano diretto l’ensemble prima di lei (…)”
Si parla anche dei programmi di una “Radio Rurale” e anche di questa abbiamo subito cercato e trovato notizie

Abbiamo potuto leggere questi “reperti” perché, purtroppo, la pendola, malgrado la sua storia quasi leggendaria in famiglia, non funziona più (da anni). L’abbiamo portata da più di un orologiaio, ognuno di loro si è defilato, indicandoci un anziano signore. L’unico, sono tutti concordi, che ha l’esperienza e gli attrezzi adatti a un meccanismo così antico.
Ci siamo andati e lui, dopo averla studiata per qualche giorno, ha sentenziato che, oltre agli ingranaggi della pendola (che lui potrebbe aggiustare con una spesa di circa 250€), bisognerebbe far aggiustare anche la “cassa” di legno da un restauratore . . . la pendola è tornata a casa e, visto che fa freddo e si prevede neve, resta qua ancora per qualche settimana, forse prima o poi la faccio vedere a un restauratore per un preventivo . . . Perché mi piacerebbe sentire quei rintocchi . . . anche solo di giorno!

Disegnare con le mani – Venerdì del libro 3

Una pensata furba . . .

un libro simpatico . . .

un bambino soddisfatto!

disegnare con le mani

Avete presente il vecchio, divertente, gioco delle ombre cinesi . . . lo sapete no come funziona? Si sistemano le mani, le dita e si frappongono tra una luce bella forte e il muro (possibilmente chiaro e tinta unita) ed ecco, la magia delle ombre cinesi . . . Qualcuno l’ha applicata al disegno. (Una pensata furba)

Sono stata al supermercato e, su ordine della FigliaGrande, ho cercato uno zainetto per il nuovo anno d’asilo del PiccoloLord . . . quello che è stato usato l’anno scorso (i primi mesi soltanto, perché non stando lui a pranzo non serviva) da gennaio viene usato come “24 ore” quando il PiccoloLord va dal suo papà al pomeriggio e resta là a dormire, Ci trovano posto, giochi, libri, cambio, pigiama e le varie ed eventuali che sono così importanti per un bimbo a quell’età!


peppa pig

Avendo preso lo zainetto con il personaggio televisivo che va per la maggiore tra le nuovissime generazioni: Peppa Pig. Avendo reperito lo sconto del 20% per il suddetto zainetto. Avendo visto un espositore di libri, ho pensato che potevo spendere un po’ di quegli €uro risparmiati per un libro (un libro che non costasse più di 4 €) . . . cerca e ricerca ho trovato questo . . . “disegnare con le mani”, al momento pensavo si riferisse al pasticciare con la tempera “da dita”, ma come l’ho aperto e sfogliato ho capito che era proprio quello che serviva a noi, un PiccoloLord alle prime armi come disegnatore, una nonna che più di un albero, un po’ di fiori, qualche farfalla (di profilo) e la classica casetta, non sa disegnare. (Un libro simpatico)

spesa_sporta

Quando sono tornata a casa, avevo messo il libro nello zaino e lo zaino in una busta, avvolto nei fogli di un depliant pubblicitario di quel supermercato . . . con fare svagato ho chiesto al PiccoloLord di aiutarmi a portare in casa la spesa e gli ho allungato il pacchetto . . . lui, curioso come una scimmia la nonna, ha aperto subito tutto e si è messo a fare versi e facce di gioiosa meraviglia . . . poi, siccome vuole capire come funzionano le cose, come sono fatte dentro, come uno scienziato  il nonno  ha iniziato ad aprire tutte le cerniere e ha trovato il libro. Siccome si sà “Buon sangue non mente”, come ha visto che era un libro, si è sistemato sul tavolo e l’ha sfogliato continuando a comunicare felicità da tutti i pori . . . e io con lui. (Un bambino soddisfatto)

ape-rosaApe su rosa canina, foto di Fabrizio F. – fonte: flickr.com


Come dice Trilussa ” 
Tutto sommato, la felicità / è una piccola cosa. ” 

Felicità

« C’è un’ape che se posa

su un bottone di rosa:

lo succhia e se ne va…

Tutto sommato, la felicità

è una piccola cosa. »

(Trilussa)

 

Con questo post, Fiordicactus partecipa al “Venerdì del libro” di Homemademamma

È ufficiale . . .

. . . il PiccoloLord è MOLTO intelligente!

Io lo sapevo già, mai avuto dubbi . . . ma io sono la nonna e se lo dico io mi dicono che sono di parte! Che sono la solita nonna che sbrodola dietro ai nipotini. Che “ogni nipote è sveglio a nonna sua” e così via discorrendo, ho deciso di non dire niente in tutti questi mesi, ma adesso . . . adesso l’han detto loro . . .

Adesso l’han detto in quattro, le due logopediste e le sue due maestre.

. . . vi dirò, secondo me,  anche le sue maestre sono di parte. Lui, da quel gentiluomo che è, prodigo di sorrisi e baci, se le compra. E siccome a scuola è bravo (per quel che può essere bravo un bambino al primo anno di scuola dell’infanzia), gli perdonano anche il suo essere un filino testardo. Comunque, all’incontro scuola/famiglia, l’hanno detto alla mamma: ” È sveglio, intelligente, capisce e si fa capire, un po’ troppo indipendente per la sua età! Ma poi, ti guarda e ti viene vicino, finisce tutto in baci e abbracci e ti dimentichi che è un po’ prepotente!” 

Per le logopediste il discorso è diverso, loro sono all’opera (finalmente dirà qualcuno) per capire e aiutare questo bambino che comunica ma non parla. . . usa la mimica, ogni movimento possibile, dei piccoli “fonemi” che lui associa a nomi, azioni, sensazioni . . . da mesi continua a dire (e usare bene) “No”, declinato in vari toni a secondo del concetto che vuole esprimere. Dice chiaramente “Ahi! Ahi!” quando si fa male, anche leggermente, mentre scorrazza per casa o in giardino (be’, ultimamente in giardino non molto, visto il tempo inclemente!).

Insomma le logopediste si sono messe all’opera e hanno “somministrato” i test . . . Mi dicono che lui se l’è cavata benissimo, capisce e riconosce un sacco di parole, molti concetti astratti e un sacco di frasi anche complesse . . . tipo: “trova la bambina che ha in mano il gelato” in un foglio con 10 personaggi intenti a compiere varie azioni.

Malgrado, la prima volta che c’è andato, fosse da solo con la logopedista (la mamma l’hanno lasciata fuori dallo studio) è riuscito a farle capire che doveva andare al bagno e aveva bisogno della mamma . . . e ogni volta che va è sempre meglio.  “Gioca” con attenzione e impegno ogni volta che va al suo incontro con la logopedista di turno.

Ma anche qui a casa ci sorprende con i suoi progressi, ma questa è un’altra storia, ve la racconto un’altra volta! 🙂

 

Premio Liebster Blog

In questi quasi (manca proprio la classica “manciata di giorni”) 5 anni da che ho il blog ho ricevuto vari premi, ma ogni volta per me è una sorpresa (che qualcuno abbia pensato a me) e un piacere (che qualcuno trovi meritevole quello che scrivo) . . . e poi, comincia l’ansia di trovare a chi passarlo (una delle ultime volte, ho segnalato dei blog che,  l’ho scoperto solo in quell’occasione, per una loro scelta non partecipano a questi “giochi”).

Così, con questi sentimenti tutti insieme (più molti altri, non tutti positivi) nel mio cuore, mi accingo a prendere, coccolare e ritrasmettere il
che mi ha consegnato l’amica ZiaCris . . .  la sua motivazione: “perchè è una nonna come me e stravede per il PiccoloLord”, mi ha fatto sorridere, non so quanto tempo è  che non vi racconto del PiccoloLord! La ringrazio, naturalmente, anche perché mi ha datto l’occasione e lo stimolo di ricominciare a scrivere dopo questo periodo di fiacca!

Comunque, le regole sono abbastanza semplici e ve le devo proprio comunicare:

segnalare sul proprio sito 5 blog che abbiano meno di 200 lettore ed evidenziare il link;
lasciare un commento su questi blog per avvisarli del premio ricevuto;
ringraziare chi vi ha assegnato il premio;
condividere con i lettori 5 cose di sè che le persone non conoscono.

Ora, come detto, ho ricevuto già altri premi, ho segnalato già altri blog e ho già raccontato un sacco di cose su di me . . . per cui, vista la motivazione di questo premio datomi dalla ZiaCris, ho deciso di declinarlo tutto sui bambini e sulle nonne!  

Segnalo per ciò a tutto il mondo Web che li vuole andare a vedere i 5 blog che premio:

Profumo di borotalco . . . la nonna racconta alla sua nipotina i momenti che vivono insieme, pensieri e fatti dal giorno in cui è nata. Sono raccontati con tanto affetto da La tua nonna.

Wondermamma e le sue figlie . . . una mamma, Wonder appunto, che ci racconta avventure e disavventure di una famiglia monogenitoriale (suo malgrado) e tutta al femminile!

Mamme del Piceno . . . per tutte le mamme (e i papà) del territorio. Creato da Francesca, una mamma che in questo modo ha dato risposta ad una esigenza nata durante la sua gravidanza.

Fragole e Cioccolato . . . una super 7 volte nonna . . . interessata a molte altre cose! Una di quelle persone che, prima o poi devo incontrare.

Un’altra Nonna . . . anche se ultimamente non scrive, racconta simpaticamente l’essere nonna ai tempi di Internet . . . e in più, con un post di gennaio, mi ha fatto superare l’impasse del trasloco del blog da Splinder a qua.

E adesso, la parte più difficile . . . 5 cose su di me che non sapete??? Dopo 5 anni di blog ancora ci sono cose di me che non sapete???
Anche in questo caso, racconterò di nonne e bambini . . . non so cosa, ma lascio andare le dita sulla tastiera e qualcosa uscirà!

  1. Come nonna, mi considero una nonna abbastanza dolce, qualcuno dice severa . . . io penso di essere una via di mezzo! Non so cosa pensa il PiccoloLord, ma ogni tanto parte e mi corre incontro e mi “bacia” . . . cioè, mi appoggia la sua guancia contro la mia!
  2. Il PiccoloLord, fino all’inizio di maggio abitava con i suoi genitori in una casa e io lo vedevo quando la sua mamma lavorava o quando decidevano di venirci a trovare . . . adesso abita qua, tranne il martedì e il giovedì pomeriggio e la domenica che sta col suo papà  . . . ci sono ulteriori trattave in corso.
  3. Per lavare con meno “fatica” le mani e la faccia del PiccoloLord, da quando lui si tiene in piedi da solo, ho comprato uno sgabello . . . poi, un giorno l’ho guardato bene, e ho scoperto che assomiglia molto allo sgabello che c’era a casa di mia nonna, per lo stesso uso. Quando ero piccola lo tiravo davanti al lavandino, mi ci arrampicavo e mi lavavo le mani da sola . . . come fa adesso il PiccoloLord.
  4. Ancora, malgrado senta e capisca tutto, il PiccoloLord non parla . . . stanno provvedendo perché questo “ostacolo” venga superato più presto possibile . . . lui comunque, si fa capire, ciangotta qualche sillaba come gioco o canto, balla a tempo di musica e segue i movimenti che fanno i grandi . . . e se sente dire: “gelato”, apre il freezer e porta in tavola i barattoli del gelato, sorridendo da orecchia a orecchia.
  5. Capita a volte la nonna si trovi un PiccoloLord vicino al lettone, che le sta “rubando” il bauletto che le ha regalato un’amica della FigliaPiccola . . . la colpa è della Tv! E vi spiego: il bimbo guarda certi cartoni animati sui pirati dell’isola che nonc’è e questi, regolarmente scoprono un baule del tesoro e se lo portano via con tutti i dobloni, lui ha deciso che il mio bauletto è quello dei pirati, ci ha messo alcuni porta tovaglioli (io ho dovuto togliere in fretta quello che c’era dentro) e se lo porta in giro appoggiandolo sulla testa, a volte se lo porta a letto . . . poi, il giorno dopo, lo riporta!

Espletate tutte le incombenze, o così credo . . . vi lascio . . . ce n’è da fare in una casa con un bambino di quasi 3 anni, una FigliaGrande che è ferita nell’animo, i due cani, quello del PiccoloLord e quello del Figlio a cui, per l’estate s’è aggiunta la canina della FigliaPiccola

C’è qualcosa di nuovo . . . anzi d’antico

L’AQUILONE
C’è qualcosa di nuovo oggi nel sole,
anzi d’antico: io vivo altrove, e sento
che sono intorno nate le viole.
Son nate nella selva del convento
dei cappuccini, tra le morte foglie
che al ceppo delle quercie agita il vento.   (. . . )
un’aria d’altro luogo e d’altro mese
e d’altra vita   (. . .)
Le siepi erano brulle, irte; ma c’era
d’autunno ancora qualche mazzo rosso
di bacche, e qualche fior di primavera
bianco; e sui rami nudi il pettirosso
saltava, e la lucertola il capino
mostrava tra le foglie aspre del fosso.  (. . . )
Ma ecco una ventata
di sbieco, ecco uno strillo alto… – Chi strilla?
Sono le voci della camerata
mia: le conosco tutte all’improvviso,
una dolce, una acuta, una velata…
A uno a uno tutti vi ravviso,
o miei compagni!  (. . .)
“Avevo ancora gli occhi chiusi, ma sentivo di essere sveglio e mi girai sotto le coperte per godere ancora un po’ del calore del mio corpo. Nel girarmi mi resi conto di non essere nel mio letto quella era la camerata in cui avevo dormito la mia prima notte della mia nuova vita”
Incomincia così il racconto di mio padre, dei suoi primi anni da orfano di guerra . . . nel 1943, perse il padre e la madre . . . sono passati quasi 70 anni, eppure ha ricordi nitidi di quello che ha vissuto, degli amici, degli adulti e dei luoghi che ha frequentato in quei mesi terribili, la guerra, la fame e l’incertezza del futuro, visto che erano mancate tutte le certezze del passato . . . eppure, le racconta con una certa ironia, come se avesse fissato per sempre i sentimenti della fanciullezza, lo stupore e la curiosità  davanti a tante cose nuove, la fiducia nelle promesse dei parenti . . . promesse che purtroppo per il susseguirsi dei fatti storici, non sono state mantenute. 

Un cucciolo (d'uomo) che non (deve) chiede(re) mai . . .

Il PiccoloLord è cresciuto, decisamente, pesa anche di più, se ne sono accorte anche   le mie spalle.
È cresciuto e non accetta condizionamenti o consigli. 
Lui è un cucciolo d'uomo che non chiede mai . . . Lui arraffa, impone, esplora e vandalizza. . . Poi, ti sorride e la nonna  dimentica tutto . . . 


 

Se gioca, gioca solo con quello che decide lui, tu gli puoi proporre un altro gioco, ma non sposta nemmeno gli occchi . . .
Se si stufa di giocare, corre dalla nonna, le si attacca alle gambe, alza le braccia e con lo sguardo da duro fa "Uh! Uh!" che potrebbe essere un abbozzo di "Su!", ma non è ancora chiaro . . . quando però è in braccio, si sporge e si volta per avere sottocontrollo tutto, e un braccio non basta, tocca tenerlo e tenerlo bene!

Se mangia, non si distrae, e tutto fila liscio . . . se non ha voglia di mangiare, allora, non c'è verso (ma qui si scontra con una nonna all'antica: non mangia, pazienza . . . e via la pappa e via dal seggiolone!

Gli piace spingere le cose . . . sotto i letti, sotto la cassapanca, sotto i mobili dove questo è possibile. Ogni tanto lo trovo in giro senza calze, e a un primo sguardo, non vedo niente, poi scopro che le ha spinte sotto la cassapanca  . . . un giorno l'ho visto, senza che lui se ne accorgesse . . . prima era accucciato e l'ha appoggiato sul pavimento, l'ha osservato un po' e poi, si è abbassato con la testa e ha spinto più a fondo, infine si è allungato sul pavimento e ha infilato il braccio fino alla spalla . . . tutto concentrato



 

Ha una passione smodata per buttare tutto a terra. Direte, normale in tutti i bambini di quell'età, mi sta been, ma a casa loro . . . una casa a prova di bambino . . . io, facendo la nonna part-time, non pensavo di dover rivoluzionare la casa per salvare il salvabile . . . vedete il pacco di "Settimana Enigmistica" sul bordo, ecco, dopo un attimo era tutto in terra . . .

I cassetti non sono più un problema, nemmeno mettendoci lo scotch  più forte che ho, lui tira un paio di volte e lo strappa . . . Qualsiasi cosa spostabile, la spinge e la sposta per tutta casa (pure il lettino che tengo per non farlo arrivare al telefono e al mobiletto dove ci sono le quattro bottiglie di liquore).
 

   

Ma quello che lo attira di più, è la tastiera del Pc, schiaccia i tasti e guarda il monitor . . .  ha scoperto che se stiamo ascoltando una canzone,schiacciando il tasto spaziatore (che è poi il tasto più lungo della  tastiera) si ferma il video, e rischiacciando riparte . . . schiaccia, guarda il monitor, poi guarda la nonna e ride.

Quello che appoggio sul tavolo, è ormai tutto in centro, nella spanna di tavolo dove non arriva, perchè il piccolo Attila, si aggrappa con una mano, si stira in punta di piedi e allunga l'altra mano per agguantare al volo qualsiasi cosa lo interessi . . .

Insomma, la nonna sta seriamente pensando di riorganizzare tutta la casa, perchè, tra PiccoloLord e i cani che non si sopportano ogni tanto, la casa sembra quella di Mary Poppins prima che il vicino spari il cannone per segnare l'ora . . .
 


 Ma la mamma adesso, ricordandosi di Sansone, ha provato un nuovo rimedio . . . gli ha accorciato i capelli . . . vi farò sapere se funziona . . .

 

Il mio personale "giorno della memoria"!

Riordinando in una scatola piena di “carte”, qualcuna da buttare, qualcuna da tenere, ho ritrovato le fotocopie di alcune lettere che il mio nonno paterno scrisse, durante la 2° Guerra Mondiale, dal fronte del Don . . . sono ricordi dolorosi, ricordi di famiglia, ve ne lascio una.
Una tra le ultime arrivate, scritta al figlio maggiore, un figlio che aveva 16 anni.

2 Ottobre 1942 – XX  PM88


Caro figlio,

con tanto piacere ricevetti la tua lettera, ogni tanto ti ricordi vero? Basta che tu metta anche a nome di tuo fratello Lino i vostri saluti quando scrive la mamma.
Sento che ti sei iscritto alla scuola, benone, anzi bravo! Vedrai che se darai ascolto ai tuoi genitori ti troverai molto contento più tardi, capito?
Cerca di sacrificarti la sera, e non star su a sentire solo la Radio, insisti, cerca di riuscire, sai il tuo Osso Duro qual’è, dunque parti con quel principio, cioè rimani nel tuo intento, capito? Facendo ciò non solo nel tuo interesse, ma farai felice la mamma tua, per prima, poi contento e orgoglioso anche tuo padre, che tu sai ora si trova via cioè sul Don, ma non posso dirti di più, tu lo sai vero Ivan

Dunque, cerca di fare il buono, ubbidisci la mamma e questo non lo dubito, vero? Poi ora hai un’altra sorellina dunque la mamma avrà più ancora da fare. Sento anche che hai cambiato lampadine, bravo! Guarda però a non cadere dalla scala perché non sei assicurato, oltre alla disgrazia! Chiama (cognome) che ti aiuterà, per dipingerle in blu per l’oscuramento.

I conigli? Ammazzali come avevo già detto alla mamma, così meno da fare e mangerete bene, Ora c’è la tua sorellina Adele (Adelaide) di guardare, cioè aiutando la mamma più che puoi!
Ricordati che vi sarà anche la legna da preparare per quest’inverno cerca di vedere (cognome) il custode e chiedile (chiedigli) per il carbone dell’Istituto, che non vada mica perso.

La bicicletta cerca delle assicelle per mettere sotto le ruote e tienile gonfie, se no ti si rovinano.
Ti raccomando tieni la cantina chiusa, ricorda alla mamma di chiamare il (Cognome) se c’è bisogno per la luce.

Ora ti saluto tanto, con la speranza di avere presto tue nuove ti bacia tuo papà. Un bacio a
Linetto  come a Pina  e due a Adele, che la vedrò in fotografia di’ alla mamma di scrivere per via aerea.
Cara Elvira,

un saluto anche a te come vedi sto benone al presente, comincia a fare freschino. A toccare il ferro  alla notte è freddissimo! Si comincia a soffiare sulle dita. Ciao baci tanti scrivi presto metti cartine per sigarette.

Beppino

  (le parole tra parentesi e in blu, logicamente le ho aggiunte io . . . ho cercato di lasciare il testo il più aderente possibile a come era scritto, sulla lettera ci sono macchie, correzioni . . . e un sacco di ammonimenti stampati, del tipo: “Militari! Non riferite mai, a voce o per iscritto, notizie che riguardino il vostro servizio. Tacete con tutti; anche con i vostri cari!” .
  

Qualche mese dopo, mio nonno fu dato per disperso all’inizio del 1943 . . . qualche anno dopo (maggio 1997) “a seguito dei mutamenti politici avvenuti nell’Europa dell’Est ”  il Ministero della Difesa ci comunicò che, “dai riscontri effettuati nella documentazione (…) è emerso che”   mio nonno era “stato catturato dalle FF. AA. Russe, internato nel campo n° xx TEMNIKOV ove è deceduto il 19.02.1943“.

Quando mio nonno è stato dato per disperso, Ivan aveva circa 16 anni; Lino 12; la Pina 8 e l’ Adelaide pochi mesi.

Dopo pochi mesi morì anche mia nonna.

Ho scritto un pezzo di storia familiare, molto dolorosa . . . ecco perchè leggere “Il cavallo rosso” e l’altro libro: “I più non ritornano” mi ha cosi sconvolto!
 

Mio nipote

Se mi chiedete “com’è tuo nipote” non mi è facile, ma ci proverò.
Mio nipote è un bellissimo bambino, intelligente, sveglio, socievole e tutto quello che una nonna italiana può sperare dal suo nipotino . . . ma il PiccoloLord, a 1 anno, 1 mese e 20 giorni ancora non cammina da solo, ancora non pronuncia una parola, solo qualche vocale “scapola” “a” “e” “i” . . . anche se, quando riesce ad arrivare in braccio alla sua mamma, la guarda e sorridendo esclama “aah”. Per farci capire che ha sete, usa un piccolo colpo di tosse seguito da “ah” come un sospiro. Da qualche giorno ha iniziato a usare un dittongo “ei” col quale si rivolge al nonno (l’Udmv, non il Bisnonno per il quale non abbiamo ancora trovato un modo più corto per farlo chiamare dal bambino).

 

Mio  nipote, alla visita del primo anno misurava 80 cm e pesava oltre 12 Kg . . . non so quanto pesa adesso, ma pesa e non sta fermo, tra le mie braccia e per l’altezza, posso dirvi che al piano del tavolo ci arriva con la fronte e da qualche giorno,  se si mette in punta dei piedi, riesce a vedere se sul tavolo c’è qualcosa di interessante da cercare di prendere.
Mio nipote è un pesce . . . a volte, mi guarda e muove la bocca come un pesce nella sua boccia . . . ho scoperto che è il suo modo per dirmi che ha fame!

 

Mio nipote è un castoro . . . ha scoperto l’uso dei denti e si esercita su tutto quello che trova, non necessariamente i suoi giochi (che trascura) o i biscotti (che passa ai cani);  no, lui ama i pomelli dei cassetti della cucina, così, i due in basso li ha rosicchiati Bella l’anno scorso, quelli in alto li sta rosicchiando lui! 
Mio nipote è un telefonino . . . infatti, quando ha sonno, inizia a lagnarsi e a scuotere la testa di qua e di là, devi prenderlo in braccio in fretta, appena ha a portata di testa la spalla, ci si appoggia, chiude gli occhi e dorme . . . come il mio telefonino che mi fa un bip e, appena in tempo per leggere “batteria scarica”, si spegne! Ieri mentre lo imboccavo, ogni due cucchiaiate chiudeva gli occhi e masticava piano, come in meditazione . . . erano gli ultimi cucchiai e l’ho tolto dal seggiolone, adagiandolo piano nel suo lettino, mi fissava con gli occhi imbambolati e poi, li ha chiusi e ciao!
Mio nipote è un collaudatore . . . muri, sportello del forno, frigor, mobiletti di casa, lui collauda la resistenza . . . usa sbatterci contro la parte dietro della sua testa e chiude gli occhi l’attimo prima di sbattere.
 


 


Mio nipote è un inventore . . . ha deciso che i giochi dedicati ai bambini non lo interessano e a parte qualche esperimento con quelli dei cani (che la nonna ha prontamente fatto sparire) adesso, usa le ciotole dei suddetti come gioco, le cerca (ogni cane ha il suo posto) ne prende uno per mano, e le tira . . . le ciotole, resistenti, atterrano e cominciano a girare come trottole e lui le guarda affascinato, per ricominciare quando si fermano. (i cani le lasciano pulitissime).
Mio nipote è uno studioso dell’acqua. . . appena vede la ciotola dell’acqua dei cani incustodita, si precipita a rovesciarla per studiare l’espansione dei liquidi sul pavimento e il tempo di assorbimento della sua tutina (la nonna vigila, ma non sempre è più svelta di lui, allora bisogna cambiarlo) . . . se invece si accorge che la porta del bagno è aperta e il bagno incustodito, si precipita per andare ad aprire il rubinetto del bidet per vedere come si fa a catturare l’acqua che scende (la nonna ormai sente il risolino di soddisfazione e lo scalpiccio veloce delle mannine del gattonatore di casa e si precipita a impedire il misfatto)
 


 


Mio nipote studia da velista con i lacci del grembiule appeso in cucina si siede, prende i lacci con le braccia tese e comincia a muoverle osservando questa “vela” improvvisata che è il mio grembiule . . . se c’è il sole che entra dalla finestra resta stupito nel vedere che le ombre si muovono con lui

Mio nipote è un bambino come tanti, ma è mio nipote, scusate questo post esageratamente lungo e ad alta concentrazione di zuccheri! 

 


 

 
 

PiccoloLord . . . e uno!

Buon Compleanno
PiccoloLord

Tu, che guardi il mondo da nuove angolazioni

Tu che con la mamma hai ancora un "patto di latte"
Tu, che in auto, osservi curioso il panorama
Tu che quando il tuo papà va al lavoro, piangi
Tu che mi "fai il verso" se tossisco e ridi
Tu, che offri il tuo biscotto a Pik
Tu, che hai già le preferenze sul mangiare
Tu, che hai una "passione smodata" per l'acqua
Tu, che ridi guardando Tex che scodinzola
Tu, che, prima del riposino, si gioca un po' sul lettone
Tu, che se ti dico "nonno" ti giri e sorridi all'Udmv
Tu che ridi e ti brillano gli occhi
Tu che sei socievole, e sorridi a tutti
Tu che con Bella e Carrie è rubarsi i giochi e io vigilo
Tu che davanti al Pc, sai già dove devi guardare
Tu che alla nonna hai fatto "spuntare" un radar
Tu che sei alto e pesi già come un bambino di 18 mesi
Tu che oggi spegnerai la tua prima candelina

Tu che certi momenti sei più un PiccoloBrigante (o un PiccoloFilibustiere) che un PiccoloLord . . . ma in altri momenti sei un PiccoloPlayboy!

Pensieri di una nonna italiana

Girando stamattina per blog ho trovato questo post, sul blog del figlio di una mia "amica" di fb . . . leggere queste cose, aver ascoltato certe notizie al Tg e averne lette altre sui giornali on line ha scatenato in me dei pensieri . . . pensieri da nonna, forse!  


In Sierra Leone
si contano appena cinque ginecologi e 95 ostetriche
per una popolazione di tre milioni di donne,
e sei dei tredici distretti del paese
non hanno un pronto soccorso ostetrico.

E noi, in Italia, stiamo a discutere sul parto con taglio cesareo, che dovrebbe essere effettuato in caso di pericolo per la mamma e/o il bebé. Ma da quello che si sente dai giornali, quando servono davvero, non li fanno . . . allora quando li fanno??? E perchè??? 
 


Danno il "Nobel" a chi ha fatto in modo che anche le coppie sterili potessero avere figli (e non entro in merito se è etico o meno quello che succede agli embrioni scartati), ma quando qualcuno farà qualcosa per le mamme del terzo mondo??? Purtroppo, credo che anche in queste cose, conti il reddito . . . ma l'uomo è solo il suo lavoro? Il suo status? Il suo collocamento geografico??? Che tristezza!
 


 

Secondo me, ogni bambino è un miracolo, ogni bambino è un tesoro, ogni bambino è una speranza, ogni bambino è una gioia!
Leggo da qualche parte che "Ogni bambino che nasce ci ricorda che Dio non è ancora stanco degli uomini" scritto da Tagore!
Poi, penso a quelle donne che uccidono o torturano i loro bambini, o a quelle che abortiscono per futili motivi (ce ne sono) o a quelle che usano l'aborto come un contraccettivo . . . ma queste donne, non hanno mai pensato davvero a quello che fanno???

E guardando il bambino che mi gira per casa, il PiccoloLord, sorridendogli, abbracciandolo e coccolandolo, vorrei sorridere, abbracciare. coccolare anche tutti quelli abbandonati, sofferenti, rifiutati!

Nonnite: i miei nonni . . . una storia che viene da lontano!

Vi ricorderete, spero, quella ragazza che ha contattato un gruppo di nonni, su Facebook, per la sua tesi, ebbene, la tesi è stata scritta, presentata e approvata, la ragazza è diventata Dottoressa "Educatore Professionale". ho ripreso le risposte al suo questionario, nella parte dove si chiedeva dei nostri nonni e ho pensato che a qualcuno che mi legge, può far piacere quello che ho scritto sui miei nonni.

Parlare dei mie nonni materni e della mia infanzia è un tutt’uno . . . da che mi ricordo io, sono stati sempre molto presenti, specialmente dai miei 4 ai miei 7 anni, ho vissuto, con mio fratello e i nostri genitori, in casa loro e ancora dopo, dai 7 ai 9, noi andavamo da mia nonna per il pranzo dove trovavamo i nostri genitori e stavamo lì tutto il pomeriggio in attesa del ritorno di mia madre . . . mia nonna aveva 42 anni più di me, mio nonno 50. In quegli anni, mia madre lavorava fuori casa dalle 6 del mattino alle 6 di sera, qualche volta tornava a pranzo, qualche volta no. Qualche volta, a pranzo noi restavamo a scuola. Poi c’erano le vacanze estive, sempre con i nonni, in città o in montagna. Solo un'anno siamo stati mandati in "colonia", dove io, scivolando su un prato, sono riuscita a rompermi il polso, e chi pensate che è corsa, con mio zio come autista, a rendermi sù in montagna, per portarmi all'Ospedale??? Mia nonna naturalmente. In quell'epoca, le mamme lavoratrici non avevano tanti diritti. Poi, è nata mia sorella e mia madre è rimasta a casa dal lavoro e noi abbiamo continuato a veder ei nonni, ma ormai, c'era la mamma . . . anzi, mi raccontavano che nella mia insensibilità di bambina di 8 anni alla domanda di mia nonna: "ma tu non mi vuoi più bene? Non vuoi più stare con me?" io abbia risposto: "Ti voglio bene perchè sei la mia nonna e ti vorrò sempre bene, ma lei è la mamma e la mamma è la mamma!".
Mia nonna, non ricordo un solo momento importante della mia vita senza di lei, fino all’inizio della mia terza gravidanza, quando è stata a casa mia da giugno fino a ottobre, per aiutarmi, io, con il vomito continuo, e due bambini piccoli, di cui una da portare all’asilo per la prima volta! Poi, le hanno diagnosticato un tumore ai polmoni e non ho fatto in tempo a farle conoscere l'ultima nata.  

Era una nonna diversa dalle nonne dei mie amici, lei era  alta, bella, spiritosa, cantava le canzoni della sua epoca, come “Marameo perché sei morto” “Vipera”, e, la malefica “Mamma! Mormora la piccina . . .” (che mi faceva piangere come una fontana) con quella vocina alla "trio Lescano". Ci faceva ballare, mentre faceva i mestieri . . . ci sgridava se non facevamo i bravi . . . e se scendevamo a giocare in strada ci diceva “solo fin dove vedete la casa, solo fin dove mi sentite, se io non vi vedo dalla finestra, o non mi rispondete, non uscite più a giocare!”.

Quando c’erano in casa gli uomini . . . cambiava, diventava una nonna nervosa, ci faceva stare zitti, non dovevamo disturbare . . . il nonno, gli zii e mio padre, volevano vedere il Telegiornale e poi lo commentavano . . . discutendo fra loro! Per fortuna dopo c’era Carosello, tutto per noi!
Aveva un difetto, ai miei occhi: le piaceva cucire, e avendo l'estro creativo, comprava scampoli e poi, visto che non esistevano i cartamodelli già preparati, mi metteva in piedi su uno sgabello e con gli spilli in bocca, mi "costruiva" il vestito addosso, io dovevo stare ferma o girare lentamente, e ogni tanto mi "spinava". Aveva la mania di cucirmi, per l'inverno, degli "scamiciati" spesso con le tasche . . . mentre io sognavo di poter mettere gonna e camicetta, una bella gonna scozzese, con la spillona come usava . . . ma lei niente, una maglietta sotto e uno scamiciato, così, dicevano, stavo più comoda! Mi ricordo che intorno ai 14 anni, volevo l'Eskimo, come era di moda e lei, mi cucì un caldo Montgomery con la stoffa di un cappotto da uomo di cammello, aveva gli alamari e il cappuccio, ma a me non è mai piaciuto.

Mio nonno era un bel po’ brontolone, poi, però si nascondeva in tasca, ma in modo che spuntassero fuori o metteva sulla pelata le caramelle che vinceva al bar, giocando a carte e rifiutando il bicchiere di vino che era la “posta”. era grande, alto e imponente e ci portava in groppa su le spalle, e io, appollaiata lassù con le mani strette intorno alla sua testa calva, guardavo giù e mi pareva di essere in cima al mondo. . . ricordo la sua pelata, con una striscia di due dita di capelli tutto intorno e lui che diceva: “devo andare dal barbiere!” e io e mio fratello che ridevamo. Lui che mi raccontava di sera le storie del “Giovannino senza paura”, nel lettone e io, che mi addormentavo grattandogli la pelata. (sarà per quello che ho sposato l'Uomodellamiavita?) Ci portava a casa, chissà dove li trovava e forse è successo solo una volta, libri di scuola vecchi, pieni di figure bellissime. Un’altra volta, cartoni belli pesanti e cassette della frutta e bancali con i quali poi, ci costruì una capanna. Era un bravo cuoco, e a volte veniva a casa nostra a preparare (perché mia nonna era fissata con la casa pulita e non le piaceva cucinare e tutto il disordine), magari era ora di merenda e lui preparava frittelle dolci, verdura fritta . . . poi, ricordo i suoi ravioli piemontesi, che allora si contavano a dozzine. Mi spiace sempre, quando penso ai miei fratelli e i miei cugini che di lui hanno solo il ricordo di un nonno brontolone!

Gli altri due nonni, quelli paterni, sono morti durante la guerra. Di loro mi sono rimaste solo poche foto da guardare, qualche fotocopia di alcune lettere che mio nonno mandò dal fronte russo e i racconti che mi hanno fatto i miei genitori, so che, secondo mio padre, mia nonna e mia mamma avevano un carattere simile, sarebbero andate d'accordo; so, dai racconti di mia madre che mia nonna era una pellicciaia di grande valore, mia madre lo sa, perchè per un periodo le due nonne hanno lavorato nello stesso laboratorio di pellicceria.
 


So che mio nonno era un bell'uomo e aveva preso una delle prime patenti della città, faceva il carrozziere e da militare guidava un'autoblindo. So che mia nonna era una bella mora, innamorata pazza del suo Bepi, che ha avuto 4 figli e che quando ha saputo che mio nonno era disperso in Russia, aveva avuto da poco l'ultima bambina, tra la malinconia, l'allattamento e la carenza di cibo dovuto alla guerra,  . . . quando le è arrivata addosso una polmonite e la pennicillina non c'era, era così debole che è morta.

Se vi siete persi i primi post della serie sui nonni di adesso e di allora . . . niente paura, li trovate qua, e poi qua e ancora qua!                                                  

Epifania, religiosa e laica


Ed ecco, la stella, che avevano visto spuntare, li precedeva, finché giunse e si fermò sopra il luogo dove si trovava il bambino. Al vedere la stella, provarono una gioia grandissima. Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua madre, si prostrarono e lo adorarono.
Mt 2, 10-11

 
Totalmente copiato dalla Diggiu, un po’ perchè nella sua magnifica semplicità, è bello e completo! Un po’ perchè questa "Adorazione dei Magi", di Gentile da Fabriano è quella che mi piace di più tra tutte quelle che ho visto, e, secondo me, da davvero la sensazione di magnificenza nei Magi e nella regalità del Bambin Gesù!

L’ho vista, tanti anni fa, a Firenze e ogni volta che la rivedo mi toglie il fiato! Grazie Giu’!!!

Adesso vi saluto e scappo, mi devo organizzare,
 


ho promesso ad un amico di andare a vedere la Maratonina, sul lungomare, e oggi pomeriggio, andiamo in un paese qui vicino, sulle colline, c’è un presepe vivente da andare ad ammirare . . . volete sapere chi farà Gesù Bambino??? 
L’ho saputo ieri sera, sarà il PiccoloLord. Con la sua  mamma che fa la Madonna e il papà che fa San Giuseppe! Io e l’Udmv siamo stati "fatti volontari" per riprendere e fotografare l’evento!

Aggiornamento della sera . . . ecco il PiccoloLord alla fine della rappresentazione!

E' NATO!!!

 Annunciamo a tutta la blogosfera la nascita del


Piccolo Lord!
 

 

Di kili ne fa 3,150. Anche se qualcuno pensava potesse battere il bimbo di 8 kg!
Ora lui e la Mamma si stanno riprendendo dal grande sforzo che hanno fatto per metterlo al mondo.
La Nonna si prende cura di loro, perchè la Mamma è grande, però anche lei ha bisogno di sapere che ha la sua vicino a lei…

La famiglia è tutta in festa, c’è chi non ci capisce più niente dall’emozione. 
Presto ci sarà il racconto dettagliato, ma qualcosa possiamo anche lasciarlo da parte, dell’intensa nottata!

La Zia di questo piccolo tesoro vi saluta, essendo la Nonna in ospedale non potevamo lasciarvi senza La Notizia!

Frodosky

Aggiornamento delle 18.00 . . . la nonna è tornata per organizzarsi la "notte" all’Ospedale!
Ringraziamenti alla zia Frodo, e a tutte le zie e zii virtuli! Ecco la foto del PiccoloLord, nato di prima mattina, dopo una notte un po’ travagliata . . . qui era ancora violaceo, perché dal caldo del suo nido, nella pancia della mamma, al freschetto di questa giornata, lo sbalzo è stato troppo! 

per fare lavoretti spiritosi ...

Immagine sostitutiva dell’originale . . . su richiesta della Mamma

Per ora si comporta bene, non piange troppo, beve con determinazione . . . ha le unghiette lunghe, la mamma si è ripresa dalla fatica ed è orgogliosa del suo bimbo . . . lo zio, continuando la tradizione iniziata con i cuginetti, gli ha già regalato un macchina, formato mignon:
 
Per altre notizie, ci sentiamo domani!

Il cavallo rosso . . . Un libro da leggere!

Il libro “Il cavallo rosso” di Eugenio Corti, mi è stato regalato da un amico-bloger, l’ho iniziato, l’ho lasciato, l’ho ripreso e l’ho lasciato ancora, fino a quando l’ho ripreso e l’ho finito. Un librone bello grosso, che alla fine era anche un bel po’ sciupato!

L’inizio l’ho trovato un po’ lento, colpa dello scrupolo dell’autore di farci conoscere a fondo i personaggi, le loro idee e il “piccolo mondo” dal quale provengono. La fine, non mi piace, ma non vi dirò il perché, altrimenti dovrei svelarvi il finale e non si fa! Ma quello che c’è in mezzo . . . quello che c’è in mezzo è uno spaccato della nostra storia, dal periodo appena precedente la II guerra mondiale, fino agli anni 70 del secolo scorso e merita tutta la fatica di arrivarci, merita una seconda lettura, merita tutte le lodi che gli vengono fatte.

In ognuno dei personaggi principali, ritrovo un po’ di me. Nella storia, invece, ho ritrovato un po’ di storia della mia famiglia.  Nel racconto della vita di tutti i giorni, ho ritrovato un mondo che io ho visto, vissuto, ma che ormai è lontano e forse, solo qualche documentario da l’idea, esteriore di com’era,  mentre qui, lo scrittore, ce lo rende vivo, anche attraverso il modo di parlare, e i pensieri.

La parte principale del libro è dedicata alla guerra. Prima i preparativi, poi la campagna di Russia e la ritirata dalla sacca del Don. Qualcuno torna, qualcuno resta prigioniero dei russi, e conosce da vicino la vita di stenti e le contraddizioni del comunismo. C’è la scelta partigiana, fatta da alcuni per idealismo, da altri per opportunismo. Non viene nascosto che ci fu violenza prima e dopo la Liberazione da ambo le parti. Viene raccontato il “Dopoguerra” con la ricostruzione sia delle città, sia dei rapporti di amicizia; certi troppo compromessi dalle ideologie, che non si ricuciranno più, lasciando però l’amaro in bocca. La nascita dell’Italia così come la conosciamo adesso. Lo scontro generazionale fra l’Ambrogio e suo padre sulla conduzione dell’azienda.  Fino ad arrivare, con un salto, che mi ha un po’ spiazzata, negli anni delle discussioni sull’introduzione del divorzio in Italia.

Ho pianto a leggere le tribolazioni dei nostri soldati durante la ritirata dalla Russia. Mi sono commossa nel leggere della prigionia del Michele, ho ripensato a mio nonno, che fu fatto prigioniero e poi, internato in un campo di prigionia, dove morì dopo soli 3 mesi.
Ho sorriso, leggendo della vacanza al mare dell’Ambrogio, la sua gita alla foce del Rubicone, mi ha ricordato quando andavamo in villeggiatura su quelle spiagge, anni dopo, rispetto al nostro protagonista, ma con la stessa meta, andare a vedere la foce del fiume “di Giulio Cesare e del dado”.

Ma è nella storia minima, di tutti i giorni, che i miei ricordi si sono risvegliati: gli uomini, a Messa, nei banchi degli uomini. Le donne da un’altra parte della chiesa. L’abitudine di alcuni uomini di stare fuori dalla chiesa, spesso a fumarsi una sigaretta, durante la predica (perché allora si diceva così). Le donne col foulard, (di lana d’inverno) o col velo di pizzo nero, le bambine col fazzoletto a fiori, annodato ben bene sotto il mento, e le ragazze col velo di pizzo, bianco. La balaustra dove ci si inginocchiava per ricevere l’Eucarestia . . . i giochi dopo il rosario nell’aria tiepida delle sere di Maggio. I bambini che non devono intromettersi nei discorsi dei grandi e spesso vengono allontanati . . . la 127, la mia prima auto!

Ho detto che l’ho abbandonato, ma non per molto, e vi spiego il perché, per una come me, che ha sentito raccontare fin dalla più tenera età, la storia di questo nonno disperso in guerra, (perché tutta la storia, l’abbiamo saputa solo qualche anno fa) e che fin da quando ha potuto ha letto tutti i libri che parlavano di questa ritirata dalla Russia, leggere certe descrizioni, certi racconti, è doloroso, sapendo che l’autore c’era, e ha visto molte delle cose che racconta (ci ha scritto anche un libro, dalle annotazioni del suo diario) non riuscivo proprio a continuare la lettura a cuor leggero!

Ve lo consiglio,  anche se sono 1280 pagine, e ha delle misure, che ne sconsigliano la lettura a letto.

Ne ha già parlato anche Graciete, qua . . . ma non è lei che me l’ha regalato, la persona che me l’ha regalato è molto gelosa della sua privacy, perciò non metto link. Ma è da mesi che aspetta le mie riflessioni su questo libro, spero, di non averlo deluso! Non sono un critico, scrivo come mangio (a volte mangio male . . . si prega le varie prof, di non sottolineare gli errori, ma di comunicali in via privata !) 😉

8 Cose su di me. . . e su mia suocera

 

Precisando che chi mi ha incatenato a questo “giochetto”, non sapeva che le 8 cose su di me, inedite, le avevo già scritte! Vi delizierò con altre 8 notiziole, su di me e mia suocera . . . tenete presente che mia suocera era nata nel 1914, come mia nonna . . . Mia nonna essendosi sposata un po’ giovane, mia suocera, avendo dovuto aspettare i 28  anni . . . io, sono la prima della prima figlia, mio marito è l’ultimo della nidiata di mia suocera, che l’ ha avuto in un’età, che allora era considerata “avanzata”, ed ora viene considerata più o meno l’età per la prima gravidanza!!! Come cambiano i tempi!!!
 
1  Quando dovevo conoscere mia suocera, era di lunedì, volevo prenderle dei fiori, . . . fioristi chiusi! Ho pensato ai  “baci”, ma la signora della pasticceria, mi ha chiesto l’occasione e me li ha sconsigliati, però, essendo anche lei dell’alta Italia e avendo sposato un sambenedettese, mi ha tenuto una mini conferenza sui pregi più che sui difetti delle suocere sambenedettesi . . .  Finalmente, sono arrivata a casa sua e, appena mi ha visto, mi ha detto “La casa è semplice, ma le persone sono buone !” E mi è stata subito simpatica! Mio suocero non parlava molto . . . bastava lei!
 
2 Ho saputo dopo qualche anno, che quando mio marito le aveva detto che usciva con una ragazza di Bergamo, lei parlando con la figlia le ha detto “Peccato, non conosciamo nessuno per  chiedere notizie della famiglia, a Bergamo!” . . . Ma mi ha voluto bene lo stesso! Anche se avevamo tante abitudini diverse e tanti anni di differenza.
 
3 Una domenica sera, arriviamo per la cena e lei, un po’ bruscamente, mi fa : ” Qui ci sono i petti di pollo impanati, lì la pentola e là i condimenti, fai tu, che mia figlia ha detto che come fai tu la carne impanata è meglio di come la faccio io!”  Era un  po’ dubbiosa!  Ma da allora in poi ha sempre cotto le cotolette, a modo mio! Tra le cose che cucinavo io, le piaceva soprattutto la polenta, con maiale e verze, che piantava apposta nell’orto !!! Un’altra ricetta che non sapeva fare, ma ha voluto imparare perché le piaceva era il purée di patate . . . e aveva 80 anni!
 
4 Per me e mio marito non c’era “tua mamma” o “mia mamma”, ma “le mamme” o le suocere” . . . Mia mamma, ha sempre viziato mio marito, tant’è che mio padre, una volta si è lamentato: “ Prima, servivi me per primo, adesso . . . è arrivato lui . . .!” Mia suocera, quando ha scoperto che, pur essendo incinta, avevo fatto gli gnocchi e avevo un po’ di mal di schiena, mi ha invitato, tutte le settimane, il  giovedì, per mangiare gli gnocchi, preparati da lei! . . . Anche per le altre due gravidanze!!!
 
5 Passati un po’ di anni, siamo andati a vivere, vicino a lei! I figli erano ancora in quel periodo che obbedivano (anche borbottando) e avevano i turni settimanali per aiutare nelle faccende di casa,. . . la nonna gli apriva la casa e li teneva d’occhio. Un giorno, torno e trovo lei al tavolo della cucina e i figli spariti ! Lei mi dice : ” Le ragazze, volevano che il fratello apparecchiasse la tavola, ma è una cosa da femmine e l’ ho fatto io! Lui è il tuo figlio maschio, il Principe della casa . . . tu lo devi tenere in palmo di mano! ”  E così, io, ho dovuto:
a)     Lisciare le penne delle figlie, che si erano chiuse in camera per protesta!
b)     Ricordare al figlio, che in casa valevano le regole anche se c’era la nonna e che non ne approfittasse!
c)     Spiegare alla nonna che suo figlio ed io eravamo per la divisione dei compiti ! 
Ancora adesso, il figlio ogni tanto mi dice: “ . . . e ricordati, che io sono il Principe della casa! Lo diceva anche la nonna!”
 
6 Io e mia suocera, eravamo una “squadra” per la preparazione degli gnocchi. . ., lei preparava le patate, con la buccia, nella pentola a fuoco basso, poi andava a messa, quando tornava le patate erano pronte per esser sbucciate, arrivavo io e le schiacciavo, impastavo e poi, incominciavamo a fare ‘sti gnochetti piccoli, che qui chiamano “sorcetti” e che ne mangi anche 3 piatti senza sentirli, fino al momento di alzarti da tavola . . . una volta, tutte le famiglie riunite, bimbi ancora piccoli, più 5 Kg solo le patate . . . non sapevamo più dove mettere i vassoi con gli gnocchi
 
7 Qualche anno fa, ha incominciato a comportarsi stranamente, sbagliare i giorni (arrivava tutta in ghingheri, nei giorni feriali, per andare alla messa della domenica . . . e, come si sa, c’è un vestito per la messa dei giorni feriali e un vestito “della festa”)
Cuocere il sugo e farlo bruciare tutto . . . Ma noi, che vecchi, così vecchi, non ne avevamo mai visti, non abbiamo capito niente, pensavamo fosse dovuto all’età, (aveva, allora 88 anni) e invece era “Alzheimer” . . . tutti, figli, figlia, genero, nuore e nipoti abbiamo deciso che l’avremmo seguita noi, con l’aiuto dei medici . . . aveva una dottoressa, che quando le ho chiesto cosa potevamo fare per aiutarla, per farla vivere  bene, malgrado la malattia, mi ha risposto: “Va bè, che vuoi fare? E’ vecchietta, prima o poi si morirà!”, Cambiato subito dottoressa . . . Il geriatra, senza tante storie, ci ha dato da leggere un libro dell’Associazione dei malati di Alzheimer, proprio per i famigliari che li seguono, che ci è stato molto utile!
 
8 A dicembre dell’anno scorso, l’abbiamo dovuta ricoverare all’Ospedale . . . siamo diventati la favola del reparto di geriatria, c’era sempre qualcuno di casa con lei (anche perché, con la sua malattia, doveva essere “sorvegliata” continuamente)! Noi nuore, poi eravamo viste, dal personale e dai parenti degli altri malati, come delle strane creature, e solo perché, accudivamo con pazienza la suocera! Ma questa gente non sapeva che per noi era naturale ricambiare le mille e mille attenzioni che lei aveva avuto per noi! Mia suocera è morta il 2 gennaio di quest’anno, le mancavano poche settimane ai 92 anni !
 
Ok, forse ho esagerato con le parole, ma ormai avevo scritto e non amo lo spreco, neanche del tempo! (Volevo scrivere un po’ di stupidaggini e invece, qualcosa mi ha preso la mano).  Non voglio essere fatta “santa subito”, non ho fatto niente di speciale, è andata davvero così, in modo naturale! Lei si era trovata bene con sua suocera per cui, a parte qualche piccola incomprensione che si crea in tutte le famiglie, siamo sempre andate d’accordo, lei, l’altra nuora, sua figlia ed io!

Festa di Compleanno

Per ricongiungermi al post delle nipotine, sì lo so, ho fatto passare un po’ troppo tempo, vi racconto di domenica scorsa, erano da me perchè abbiamo fatto una festa in famiglia per i 77 anni di mio padre, il capo di questa grande tribù, che bene o male, affronta la vita con gusto, con gioia e con passione . . . Spesso le discussioni raggiungono vette tali che mio marito incomincia a dire ” Calmi, calmi . . . che mica siamo in televisione !!!”

Una festa normale, lui, la sua Angela, tutti  i 4 figli, i 2 generi e le 2 nuore, dei 9 nipoti: i piccoli erano presenti in massa e c’era pure il nipote grande (il n° 2 della lista, ma il primo dei maschi), mancavano solo la n° 1, che non poteva venire a casa (ma ha fatto gli auguri al nonno), la n° 3, che si sa sta a fare cinema (no, non fa l’attrice!),  e la nipote n° 4, che doveva studiare!!!! . . . festa al pomeriggio, tè e dolci, una cosa semplice, perché lui non vuole che noi donne ci diamo troppo da fare in cucina e, a volte, anche noi non abbiamo tempo . . . 😉 

Mio padre, orfano di madre e di padre in 6 mesi, durante la guerra, ne ha passate di tutti i colori, collegio, militare, lavori qua e là . . . qualche aneddoto ce l’ha raccontato, ma pur sapendo incantare quando racconta, non vuole scrivere i suoi ricordi! E’ geloso della sua vita, e delle lettere che si sono scambiati lui e mia madre! Infatti mia madre quando stava male me le aveva affidate, e lui le ha volute indietro . . . e minaccia di distruggerle!!! E’ stato un padre, severo, ma disponibile; mai un amico . . . ma un appoggio, e un consigliere in tutto. Certo con la sua psicologia, con la sua educazione, con le sue idee di qualche tempo fa!

Ha dato un soppranome a ogni nipote, i miei, sono: per la n° 1,  “balores” (in bergamasco è il maggiolino perché è nata in maggio)! Il secondo,  è “respurchì” (porcospino) perché fin dalla nascita aveva capelli corti e dritti in testa! La n° 3, è la “strugì” (piccola cosa) era minuta quando è nata!
Poi arrivano la nipote n° 4, che si chiama come lui e la n° 5, quella che vuole fare la stilista. L
a n° 6, che a dicembre ha compiuto gli anni, il n° 7, che li compie, a maggio e il n° 8 che ha appena compiuto i 9 ( sì, 3 fratelli hanno deciso di farmi diventare zia 3 volte in un anno . . . tra visite all’Ospedale e battesimi, quell’anno siamo stati davvero impegnati) Infine l’ultimo (per ora, non si può mai dire!) in ordine d’arrivo, il più discolo, quello che combina guai e poi ti compra con un sorriso, ha 6 anni e ha imcominciato la scuola elementare, ma si sente grande, come i cugini . . . anzi forse alla pari del cugino grande!!!

Immaginate tutta questa folla, a cantare “Tanti auguri” stonati, striduli, ma col cuore! Una bella baraonda . . .