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quattro chiacchiere sul lesso, spuma di prosciutto e fristingo

Chi sa fare dei post impegnati . . .  Chi sa fare dei post culturali . . .  Chi sa fare dei post cerebrali! . . . Essendo una gran golosa . . . e leggermente narcisista, vi propinerò un post gastronomico . . 😉

La cucina è legata al territorio, alla cultura , alla tradizione famigliare . . . e partendo da questo, che è ovvio . . . parliamo del lesso . . . E’ da tanti anni che la sottoscrita non mangia un lesso come si deve, all’uomo della sua vita, la carne bollita, proprio non va, fa ammalato (gallina lessa),  fa senso (le ossa con i nervetti . . . invece nel sugo sì), fa schifo, in poche parole . . .! Allora, che fa una povera donna, si adatta e medita la rivincita! Al primo dell’anno, è tradizione che tutta la mia famiglia si riunisca a casa mia,  per cominciare insieme l’anno! Il menù è abbastanza scontato, ma quest’anno, oltre il tradizionale trittico: polenta, zampone e lenticchie . . .c’erano i tortellini in brodo . . . e c’era un bel pentolone con vari tagli di carne, la lingua, un bel po’ d’ossa, e nervetti inclusi, il tutto in un brodo fumante . . . Tutti i componenti lombardi della famiglia, si sono letteralmente buttati a capofitto in tanta abbondanza, accompagnata da maionese, senape, e  . . . mostarda di cipolla, in sostituzione della Mostarda di Cremona, che la sottoscritta, avendoci pensato tardi, non ha trovato nei vari super mercati della zona . . . avrei dovuto anche fare la salsina con prezzemolo e l’aglio . . . avendo anche chiesto in giro la ricetta! Ma come  vi ho già raccontato . . . c’era già tanta roba e il tempo era poco . . . Tutto bene, a tutti è piaciuto un sacco, anche lui, alla fine ha capitolato!

Una cosa che mi proccupa nei pranzi, con i bambini, è che questi, mangiano qualche antipasto, un po’ di primo, e poi, scappano di qua e di là . . . con le mamme preoccupate che possano morir di fame . . . io ho la mia arma segreta . . . Spuma di Prosciutto  . . . un fondo di prosciutto, pulito da nervetti e grasso . . . uovo sodo, panna da cucina, sale pepe e noce moscata qb . . . per chi vuole più sapore,  acciughe, capperi e cognac . . . tutto frullato molto fine . . . e poi in frigor! Servire su pane bruschettato, e tiepido (a me piace così, ma i nipoti, lo mangiano anche a cucchiaiate, come la Nutella) . . .  Cercate di non farlo provare mentre lo preparate, altrimenti, a forza di "non so se c’è abbastanza sale!" . . ."Non ho capito se si sente la noce moscata!" et similia, ve lo smezzano prima del tempo, lo so per esperienza!     Le dosi? Adesso non ho sottomano il ricettario, ma se volete potete fare a occhio, altrimenti fate richiesta, vi mando la ricetta precisa !!!

Il dolce di Natale, per me è sempre stato il panettone . . ., ma da quando sono qui, in territorio "papalino", non c’è Natale senza il "fristingo" . . . Una bomba calorica, un mattone morbido e dolce . . . una cosa, che prima di essere un cibo, è un rito!  Ogni zona delle Marche ha la sua ricetta (come  per il brodetto), ognuno è convinto che il suo è più buono e unico (come per il brodetto), ci si mettono ingredienti diversi fra loro (come per il brodetto) . .  ., ma il paragone finisce qui! Il pesce per il brodetto, dev’essere fresco, cucinato in fretta e mangiato subito . . . Invece, mia suocera preparava il fristingo iniziando dall’estate, quando raccoglieva (o faceva raccogliere al figlio) i fichi neri . . belli cicciotti e li faceva seccare al sole, alla seconda produzione, di fichi più piccoli, li seccava al forno, poi, per essere sicura che non si rovinassero, li metteva sotto Rum o liquori vari, . . . all’inizio di dicembre, la metà dei fichi veniva tagliata grossolanamente, gli altri, col trita carne . . ., poi, ogni giorno, aggiungeva uno o due ingredienti, e girava l’impasto . . . più volte al giorno e se passavano i figli, gli faceva dare una voltata anche a loro! Insomma, quando aveva aggiunto: cioccolato grattato, cacao, caffè, noci, mandorle tostate, uvetta, buccia di arancio, (delle sue piante), canditi vari, mosto cotto, rum, farina di tritello, zucchero, sale e olio; con tutti gli ingredienti, ridotti in parti piccole piccole e ben mischiate, compattate, unte e stra-unte . . . prendeva delle pentole vecchie, larghe una spanna o più e alte più o meno lo stesso, ben unte, ci pressava dentro questo impasto, ungeva ancora un po’, e decorava il tutto di mandorle tostate . . . che formavano dei fiorellini! Si portavano le pentole al forno e si ripassava dopo un paio d’ore, il fristingo era cotto!  La prelibatezza non poteva essere assaggiata prima della vigilia . . ., ma nel frattempo (se non si voleva schiattare) ogni giorno bisognava farlo asciugare . . . dall’olio, per cui, cambiargli la carta sotto, e aspettare pazientemente! Devo dire, che  quello che, adesso che la suocera non c’è più,  mi regala mia cognata è più "light"! E c’è un’altra cosa che mi preoccupa, i figli non amano questo dolce, mio marito lo gusta a piccole dosi, e io, per paura che si rovini . . . mi sacrifico e lo mangio a tocchi! 😉

Adesso, non pensate che io sono ingrassata così perchè mi piace mangiare . . . è la costituzione, il metabolismo . . . l’ansia, . . . lo stress . . . 😉