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La saga continua . . . Non è mai troppo tardi 2.2

Eccomi, ad aggiornare sulle mie avventure semiserie, tutti gli amici curiosi che passano di qua ( e pure quelli che ci capitano per caso e non gliene importa niente)  e tutti quegli amici che passano, pensando di trovare post di attualità, di polemiche o,finalmente, le poesie della Signora Wislawa Szymborska, che mancano all’appello
A questi ultimi,  chiedo ancora un po’ di pazienza, prima o poi riuscirò a ritrovare i fogli con le poesie in quel "Mare Magnum" che è  la casa, senza la sua vestale!

La vestale della casa, quella che secondo il figlio è la MAMMA (tout court) . . . si è trasformata ancora, per un mese e mezzo, in una "corsista" e, per 8 ore al giorno se ne sta, seduta ad ascoltare dotti docenti che le spiegano tutto, ma davvero tutto, per fare che acquisisca una professionalità di "esperto in metodi e tecniche della ricerca ****"!

Non è da sola in questa impresa che ormai è agli sgoccioli, ma è circondata da altri compagni di avventura, questa volta, al contrario dell’altro corso, c’è un solo compagno che arriva dall’estero, un simpatico ragazzo di colore, che parla un buonissimo italiano, essendo qui da 12 anni. E’ davvero un simpatico ragazzo, ma sappiate, non vi conviene farlo arrabiare, lui, nel tempo libero si dedica alla nobile arte del pugilato!
Gli altri colleghi, si dividono fra quelli che sono della città della Costa o che arrivano dai paesi limitrofi e alcuni che arrivano da fuori provincia, da fuori regione! Abbiamo F****, un simpatico romano, fresco di studi di statistica . . . D****, un lucano, che ha finito da poco gli studi di Sociologia . . . A**** da Civitanova . . . M****** (il più giovane, del corso), dalle parti di Civitanova . . . S****, che abita appena "di là di Tronto", ma è nato in Sicilia.

Per stare in tema con il corso, vi dirò che la presenza femminile e di un terzo del totale, mentre i maschi, sono i restanti due terzi!

Adesso si è fatto tardi, appuntamento a domani o dopodomani!
So che ho aspettato un po’ troppo,  a parlarvi di questa nuova esperienza, ma vi assicuro, che ero molto presa, tra una pausa e l’altra ad imparare un sacco di cose nuove!

Di nuovo poesie, di nuovo Szymborska

Mi accorgo adesso che il titolo può far pensare ad una minaccia!
Invece, con la gioia del neofita, oggi, vi lascio da leggere le poesie della poetessa polacca, che hanno raggiunto
i due voti nel nostro piccolo "concorso"!

Foglietto illustrativo  (scelta da Diggiù e Vanwitch)

Sono un tranquillante.
agisco in casa,
funziono in ufficio,
affronto gli esami,
mi presento all’udienza,
incollo con cura le tazze rotte –
devi solo prendermi,
farmi sciogliere sotto la lingua,
devi solo mandarmi giù
con un sorso d’acqua.

So come trattare l’infelicità,
come sopportare una cattiva notizia,
ridurre l’ingiustizia,
rischiare l’assenza di Dio,
scegliere un bel cappellino da lutto.
Che cosa aspetti –
fidati della pietà chimica.
Sei un uomo (una donna) ancora giovane,
dovresti sistemarti in qualche modo.
Chi ha detto
che la vita va vissuta con coraggio?
Consegnami il tuo abisso –
lo imbottirò di sonno.
Mi sarai grato (grata)
per le quattro zampe su cui cadere.

Vendimi la tua anima.
Non ci sarà un altro acquirente.

Un altro diavolo non c’è più.

("Ogni caso" – 1972 – Traduzione Pietro Marchesani)

MINIATURA MEDIOEVALE  (scelta da Crosta e PiccolaLori)

Sulla piu’ verde delle colline,
nel piu’ equestre dei cortei,
coi piu’ setosi dei mantelli.

Verso un castello dalle sette torri,
ciascuna la piu’ alta.

In testa un principe
il piu’ lodevolmente non panciuto,
al suo fianco, la principessa,
giovane, leggiadrissima.

Dietro di loro, le dame di corte,
da incorniciare, in verita’,
e un paggio, il piu’ donzello,
e sulla spalla del paggio
qualcosa di assai scimmiesco
col piu’ strabuffo dei musetti
e una codina.

Seguono tre cavalieri,
e ognuno si fa in quattro,
e se uno ha l’aria dura,
l’altro tosto ha l’aria rude,
e se uno cavalca un baio,
di piu’ bai non ce n’e’,
e tutti come sfiorando con gli zoccoli
le margherite le piu’ al ciglio della strada.

Chi e’ invece triste, stanco,
strabico e con un gomito stracciato,
manca nel modo piu’ evidente.

Nessunissimo problema
borghese o contadino
sotto il piu’ azzurro dei cieli.

Neanche una forca piccinissima
per il piu’ aquilino degli occhi,
e nulla getta un’ombra di dubbio.

Cosi’ avanzano stragraziosamente
in questo realismo il piu’ feudale.

Lo stesso, nondimeno, badava all’equilibrio:
gli preparava l’inferno su un altro quadretto.
Ah, questo andava
arci da se’.

("Grande numero" – 1976 – Traduzione Pietro Marchesani)

 

Avvertimento    (scelta da ZiaCris e Angela S.)

 

Non portate nel cosmo i burloni,

non ve lo consiglio.

 

Quattordici pianeti morti,

qualche cometa, due stelle,

e già durante il viaggio per la terza

i burloni cambieranno umore.

 

Il cosmo è quel che è,

ossia perfetto.

E  i burloni non glielo perdoneranno mai.

 

Non il tempo – giacchè troppo eterno,

non la bellezza – giacchè senza pecche,

non la gravità – giacchè non si lascia volgere in scherzo.

 

Tutti saranno ammirati,

loro sbadiglieranno.

Limitati.
Preferiscono il giovedì all’infinito.

("Grande numero" – 1976 – Traduzione Pietro Marchesani)

Amore a prima vista       (scelta da Cautelosa e Factum)

Sono entrambi convinti
che un sentimento improvviso li unì.
E’ bella una tale certezza
ma l’incertezza è più bella.

Non conoscendosi prima, credono
che non sia mai successo nulla fra loro.
Ma che ne pensano le strade, le scale, i corridoi
dove da molto tempo potevano incrociarsi?

Vorrei chiedere loro
se non ricordano-
una volta un faccia a faccia
forse in una porta girevole?
uno “scusi” nella ressa?
un “ha sbagliato numero” nella cornetta?
– ma conosco la risposta.
No, non ricordano.

Li stupirebbe molto sapere
che già da parecchio
il caso stava giocando con loro.

Non ancora del tutto pronto
a mutarsi per loro in destino,
li avvicinava e allontanava,
tagliava loro la strada
e soffocando un risolino
si scansava con un salto.

Vi furono segni, segnali,
che importa se indecifrabili.

Forse tre anni fa
o il martedì scorso
una fogliolina volò via
da una spalla a un’altra?
Qualcosa fu perduto e qualcosa fu raccolto.
Chissà, forse già la palla
tra i cespugli dell’infanzia?

Vi furono maniglie e campanelli
su cui anzitempo
un tocco si posava su un tocco.
Valigie accostate nel deposito bagagli.
Una notte, forse, lo stesso sogno,
Subito confuso al risveglio.

Ogni inizio infatti
è solo un seguito
e il libro degli eventi
è sempre aperto a metà.

("La fine e l’inizio" – 1993 – Traduzione Pietro Marchesani)


Una miniatura medioevale rappresentante la vendemmia

 Una miniatura mediovale rappresentante la vendemia!

Alla scoperta di un premio Nobel

Wisława Szymborska (Bnin (Kórnik), 2 luglio 1923) è una poetessa e saggista polacca.
Premiata con il
Nobel nel 1996 e con numerosi altri riconoscimenti, è generalmente considerata la più importante poetessa polacca vivente

Ho conosciuto da poco questa poetessa, quando ho letto il suo libro: "Letture facoltative" (sì, perchè mi era stato detto che avrebbe potuto ispirarmi, per scrivere la recensione del " Il cavallo rosso". Immaginatevi il mio stupore nel leggere la biografia dell’autrice).
Poi, sempre su consiglio, ho trovato in biblioteca, una raccolta di poesie: "Vista con granello di sabbia", da dove "ho rubato" quelle poesie di cui, fin ora, sapete solo i titoli!

Dopo aver contato e ricontato i vostri voti,  oggi, vi faccio dono delle due poesie, prime a pari merito: "Lode della cattiva considerazione di sé” e “Nulla è in regalo

Lode della cattiva considerazione di sé

La poiana non ha nulla da rimproverarsi.
Gli scrupoli sono estranei alla pantera nera.
I piranha non dubitano della bontà delle proprie azioni.
Il serpente a sonagli si accetta senza riserve.

Uno sciacallo autocritico non esiste.
La locusta, l’alligatore, la trichina e il tafano
vivono come vivono e ne sono contenti.

Il cuore dell’orca pesa cento chili
ma sotto un altro aspetto è leggero.

Non c’è nulla di più animale
Della coscienza pulita
Sul terzo pianeta del Sole.

(La fine e l’inizio 1993 Trad. Pietro Marchesani)

Si ringraziano per la scelta: LaTendaRossa, Vnnvvvn e Strato2006

 

Nulla è in regalo

Nulla è in regalo, tutto è in prestito.
Sono indebitata fino al collo.
Sarò costretta a pagare per me
con me stessa,
a rendere la vita in cambio della vita.

E’ così che è stabilito,
il cuore va reso
e il fegato va reso
e ogni singolo dito.

E’ troppo tardi per impugnare il contratto.
Quanto devo
mi sarà tolto con la pelle.

Me ne vado per il mondo
tra una folla di altri debitori.
Su alcuni grava l’obbligo
 di pagare le ali.
Altri dovranno, per amore o per forza,
rendere conto delle foglie.

Nella colonna Dare
ogni tessuto che è in noi.
Non un ciglio, non un peduncolo
da conservare per sempre.

L’inventario è preciso,
e a quanto pare
ci toccherà restare con niente.

Non riesco a ricordare
dove, quando e perché
ho permesso che aprissero
questo conto a mio nome.

La protesta contro di esso
noi la chiamiamo anima.
E questa è l’unica voce
che manchi nell’inventario.

(La fine e l’inizio 1993 Trad. Pietro Marchesani)

Si ringraziano per la scelta: Delphine, Aleike e Jesino

Per le altre, abbiate pazienza, un po’ alla volta e le metto tutte!