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“Torture” a fin di bene

Qualche mattina fa, buttando l’occhio al calendario, mi sono ricordata dell’appuntamento pomeridiano . . .  in una remota stanza semi-sotterranea e tristemente grigia dell’Ospedale mi stavano aspettando, per sottopormi a una specie di “tortura”, perpetrata da un’aguzzina gentile e sorridente, ma decisa a staccare le braccia delle sue vittime e sistemarle “lì” o “là”, obbligando le povere donne a tenere la testa più lontana possibile dal corpo e il respiro trattenuto . . . “fin quando lo dico io”!!!

Non è una di quelle cose che capitano spesso, più o meno ogni 2 anni . . . e noi donne ci si va volentieri, ci si sottopone a queste “torture” a fin di bene, ricordandoci che “prevenire è meglio” e poi ci si mette (con più o meno ansia) in attesa di risposte.
Sperando che le risposte, come fin qui è successo a me, siano negative!

Mi sono preparata, ho preso la lettera di invito che è arrivata da Progetto Screening Benessere Donna, come se andassi a un ballo, e sono partita. Direzione Città della Costa. Ho lasciato la macchina lontana dalla mia meta, un po’ per fare una camminata e un po’ per risparmiare . . . il parcheggio dell’Ospedale,  ultimamente costa di più e il mio appuntamento era molto vago:  “dalle 14.00 alle 18.00”, chissà quanto tempo sarei stata impegnata.
In certi giorni a certe ore, la Città sulla Costa, invita alla passeggiata, anche se il cielo è grigio e l’aria frizzante è piacevole osservare, passando, negozi, scorci di giardini, le persone che mi passano accanto, indaffarate.

Ospedale civile

Memore delle tante volte che già mi sono sottoposta a questo esame, mi sono diretta verso il retro dell’Ospedale, una grande porta a vetrata doppia era lì, come le altre volte . . . ma chiusa.
Spostato, rispetto al mio sguardo perplesso, un cartello avvisa che l’entrata è cambiata, torno indietro e prendo un corridoio diverso in quel labirintico complesso . . . arrivo in una saletta con le pareti di un bel rosa antico, non più attese nel corridoio davanti a quella vetrata, freddo che entra ad ogni minima apertura della porta e con le signore alla vista di chiunque passa di là!
Ci sono due signore, di cui una che conosco, anche loro sono meravigliate del cambiamento, nel silenzio totale arriva la “tecnica” della mammografia. Ci invita ad accomodarci nei camerini per cambiarci. La seguiamo lungo un piccolo corridoio, nuovo, verso dei nuovi camerini: le tende e le poltroncine nuove, tutto bello, ordinato e rosa . . . decisamente un ambiente per “sole donne”.
Persino la “tortura” mi pare meno torturante . . . mentre sto lì in posizione innaturale e la testa lata e girata l’occhio spazia su queste mura vecchie tinteggiate a nuovo e, in alto, in un angolino vedo un po’ di intonaco che si sta staccando, rassicurata sorrido, non è un sogno è il caro vecchio Ospedale.

E adesso, aspettiamo che arrivi la lettera! 🙂

Traguardo Prevenzione 2 – Racconto

Domenica mattina, sveglia di buon’ora, oltre al nipotino anche la mamma (FigliaGrande) ha un’appuntamento per le 9,00/9,30 . . . il PiccoloLord va a passare la domenica col padre, nella parte sud della Città sulla Costa. La FigliaGrande, va all’inizio sud del Lungomare per l’iscrizione alla “Passeggiata” organizzata da “Traguardo prevenzione”, lei e la sua AmicaM parteciperanno con tante altre persone . . . io a casa, aspettando l’Uomodellamiavita, mi preparo e infilo in borsa la fida macchina fotografica.
Torna l’autista di casa e partiamo per documentare questa mattinata . . . arriviamo nei pressi del Corso della Città sulla Costa e ci incamminiamo, pochi suoni, più che altro della natura, arrivano dalla pineta che fiancheggia il Corso e all’improvviso, ci troviamo davanti allo striscione

Il benvenuto

Siamo sulla strada giusta .  .  . e nella “mezzaluna” a est, della rotonda vediamo gli stand approntati da poco (sono appena passate le 10,00). 

C’è anche uno stand dell’ASMO. Un’Associazione che è presente da più di 10 anni nella Città sulla Costa, un aiuto e un Supporto ai Malati Oncologici e alle loro famiglie.

Ci sono anche alcune donne, già pronte in fila per le visite (gratuite) e i consigli dei medici

L’aria è frescolina, ci conviene muoverci un po’, l’Udmv è curioso di vedere con i suoi occhi la spiaggia e i danni della mareggiata (in questi giorni l’ha vista solo con le webcam, visto che noi stiamo in collina). Per ciò, percorriamo tutto il Corso e arriviamo alla foce del torrente Albula.

 

Dopo aver visto tanti danni, tante persone curiose come noi, qualche “atleta” della corsa, qualcuno che, malgrado i nuvoloni si rincorressero nel cielo, stava in costume sul lettino . . . e altri che cercavano di sistemare al meglio il loro posto di lavoro . . . come nel teatro: lo show deve continuare . . . siamo ritornati sul lungomare e siamo ritornati alla Rotonda . . . dove la fontana, col suo alto zampillo ci dava il benvenuto da lontano.
Gli stand erano più presidiati, più frequentati, ma noi siamo stati distratti da un movimento all’orizzonte, all’inizio del corso si vedeva che la gente era considerevolmente aumentata . . . mi sono preparata con la macchina fotografica e mi sono messa in posizione . . .

 
Fatto un paio di foto, un piccolo filmino . . . sono rimasta entusiasta dall’entusiasmo che ho visto in queste donne e uomini che hanno voluto sensibilizzare, in questo modo, la gente sulla Prevenzione per quanto riguarda specificatamente i (cosi detti) “tumori femminili” .
Dopo una applauso prolungato, il “rompete le righe” . . . il gruppo si sparpaglia, qualcuno verso gli stand di informazioni, qualcuno verso lo stand della “merenda” . . . dove ci si rifocillava con i prodotti buoni e genuini offerti dagli sponsor.

Siamo state raggiunti dalla FigliaGrande e dalla sua AmicaM, insieme ci avviciniamo allo stand mangereccio, per motivi miei (fisime direbbe qualcuno) non ho fotografato la tabella degli sponsor, forse non era pubblicità, forse era solo documentare una partecipazione. Comunque c’erano presenti ditte locali (come quella produttrice di queste buone mozzarelline), ben conosciute e ditte che non conoscevo (come quella che ha offerto la macedonia di frutta, sottovuoto). 

Quando il grosso del flusso, intorno allo stand delle informazioni è scemato, anch’io sono andata a vedere chi e cosa c’era e ho avuto il piacere di incontrare la signora del progetto “Prevenzione Donna” (mi pare si chiami così), quella che mi invita a intervalli regolari a fare la mammografia . . . più in là, quelli della Lilt mi offrono un libretto con consigli e ricette delle “food bloggers”, tornata verso il mio gruppetto lo sfoglio e noto, con disappunto, che di queste “food bloggers” , non ce n’è una che conosco . . . boh! 

Sono andata a cercare la organizzatrice, per farle i complimenti, in poco tempo è riuscita a creare quest’evento (partendo da Facebook e dal blog dedicato alla prevenzione), si parla già di una occasione . . . e mentre ci allontaniamo verso l’auto che ci porterà a casa alle incombenze domestiche, mi giro e scatto l’ultima foto! 

Alla prossima volta! 

Traguardo Prevenzione 1 – Invito

Mettiamocelo in testa, la prevenzione è meglio farla!

Conosco un paio di cancer blogger, quelle donne che quando hanno scoperto di avere un tumore,  invece di chiudersi in casa e soffrire da sole, hanno deciso di raccontarsi, hanno aperto un blog e hanno iniziato a scrivere della loro esperienza e della loro vita. Julia ci ha “tirato fuori” un libro che viene venduto per finanziare un’associazione di auto aiuto alle donne malate di tumore al seno . . . Julia (che ha concluso quello che lei chiama “blog-terapia”, ma spero continui a raccontarsi in un nuovo blog), Zia Cris (che è diventata negli anni quasi una sorella) e le altre che conosco solo virtualmente (e che, può darsi le abbiate viste anche voi, ho visto e sentito in Tv) in ricordo di Anna Lisa hanno fondato, con la mamma e il marito di Anna Lisa, un’associazione col suo nome. Tutte, ma proprio tutte, quando parlano di questa “bestiaccia”  (così Anna Lisa chiamava il cancro al seno che le era stato diagnosticato a trent’anni, nel 2008) insistono che bisogna fare prevenzione, che bisogna fare i controlli . . .

Così, quando ho letto sul blog di Francesca il post “Traguardo Prevenzione” me lo sono letto ben bene tutto e ho pensato che questa volta sarebbe bello fare questa passeggiata, anche se i controlli li faccio (più o meno) regolarmente, vado a vedere un po’ delle persone che ho conosciuto nel gruppo Traguardo Prevenzione su Fb, vado a fare una passeggiata (se riesco a camminare per tutto il lungomare), vado a informarmi bene e, se non c’è troppa gente, magari riesco anche a parlare con un dottore . . .

Spero di trovare tante persone che conosco, spero di conoscere le persone che troverò lì (e che fin ora ho conosciuto solo virtualmente) e spero che, sempre più, le persone si ricordino che prevenire è meglio che combattere  . . . Ah! Per ultimo, spero che ci sia il sole, malgrado le previsioni meteo!

Cancro: il blog come terapia

Questo blog, momentaneamente e non per mia volontà, è un po' in letargo . . . il tempo per elaborare e scrivere della mia vita, come si confà a un diario, è poco!
Quel poco, tempo lo uso per "far girare" idee, iniziative e richieste che, a mio parere, sono più importanti del raccontarvi la festa di compleanno di mio padre (che finirò sicuramente) o del raccontarvi che il PiccoloLord, come tutti i bambini della sua età, è cresciuto e comincia a camminare tenendosi aggrappato a qualunque cosa, con tutti i problemi e le comiche legate a questo . . . (troverò il tempo di raccontarvi anche di questo)

Comunque, il tempo che passo al Pc, a parte un salto su Fb, qualche canzone che ascolto su you tube, lo passo leggendo i blog degli altri . . .  e ultimamente sto seguendo, 3 blog, di tre donne immerse in una situazione grave . . . AnnaStaccatoLisa, sta lottando con un sacco di complicazioni dovute alla sua malattia e alle cure per guarire . . . Maria, è in camera sterile, per un trapianto di midollo . . . InnoAllaVita, già provata dalla sua malattia, sta vicina alla mamma, che sta morendo . . . tragedie, che mi toccano, come donna, come madre, come figlia di una donna morta di cancro al pancreas, come persona che soffre per l'umanità che soffre. Prego per tutte loro e invito anche chi passa di qua (ognuno come crede) a pregare e/o "pensare" a queste donne. Perchè possano superare al meglio il loro problema e tornare a sorridere.

Intanto, sempre in ambito "Cancer Blog" è nato una nuovo progetto . . . un progetto che ha l'intento di creare un luogo ospitale per le persone che cercano conforto e che vogliono condividere esperienze, paure e speranze. Oltreilcancro.it è un portale che raccoglie una decina di cancer blogger (con l'idea di allargare presto la famiglia),  partorito dalla mente di donne e (per ora) un uomo, malati che hanno fatto della condivisione un'altra forma di terapia.

oltreilcancro.it
Tutti conosciamo (o abbiamo conosciuto) qualcuno che è malato di cancro, tutti sappiamo come è facile per queste persone avvilirsi, lasciarsi andare (basta pensare a come stiamo con un po' di febbre e un influenza e moltiplicare per 10, per 100, per 1000) . . .
A tutti sarà capitato di notare, in questi casi, come è facile che gli amici e i conoscenti si volatilizzino, condannando l'ammalato a quella che possiamo definire una "morte civile" (lo so, l'ho visto succedere con mia madre e con altre persone vicino alla mia famiglia) . . .
E credo che ognuno di noi, almeno un volta, abbia sperimentato come può far paura (paura ingiustificata, ma istintiva) vedere in giro qualcuno con la mascherina sulla bocca (la prima volta per me fu uno choc, poi, pensando che la persona non aveva più anticorpi, ho capito che ero io quella "pericolosa") . . . trovo che leggere queste esperienze di vita, può essere utile per meglio affrontare la situazione nel mondo reale.
Dopo aver letto le storie e i sentimenti di Julia, di ZiaCris e degli altri di "Oltre il Cancro", di sicuro vedremo il mondo dei malati di cancro con altri occhi . . . la prossima volta che incontriamo qualcuno con la mascherina, sorridiamo a questa persona . . . se sentiamo di qualche conoscente ammalata/o, andiamo a trovarlo e parliamo con lei/lui in modo normale, anche delle cose di tutti i giorni, ascoltiamola/o . . . basta poco per fare del bene agli altri, comportarci come ci piacerebbe gli altri facessero con noi!

Ottobre, mese in rosa

Sono arrivata un po' in ritardo, ma, come si dice, meglio tardi che mai!

Non so perchè sia stato scelto proprio questo mese (ma mi informerò), ma penso sappiate tutti che ottobre è il mese in rosa . . . il mese del fiocco rosa . . . il mese della prevenzione contro il tumore al seno.

Ci sono un sacco di manifestazioni, di iniziative, tra queste:

le Ferrovie Italiane, hanno creato la Freccia Rosa . . .

A Modena, il 1° del mese, una fiaccolata chi ben comincia . . .

In Svizzera, con tanti quadrati di lana (rosa, ovviamente), lavorati a maglia e arrivati a tutte le parti (tra cui una, fatta dalla sotoscritta, anche dalla Città sulla Costa), hanno cucito un mega nastro rosa . . .

 
foto di Peter Schneider

 


Su Fb, quest'anno si sono inventate il "Mi piace lì (dove mettete la borsa?)", doveva restare un piccolo segreto, ma dopo soli due giorni da quando è arrivata la lettera a me, e già ne parlavano i giornali  . . .

Una mia amica (più amica della FigliaPiccola, in verità) all'invito a scrivere dove le piacesse mettere la borsa, mi ha risposto: Ok, partecipo! Anche se, data la mia scarsa propensione all'ordine dovrei scrivere: MI PIACE OVUNQUE! E vabbè!
Vorrei creare un post ricordando che tutte le donne dal compimento dei 25 anni di età hanno diritto ad un pap test annuale nella propria asl di appartenenza e dai 50 anche ad una mammografia…
Mia nonna ha solo 62 anni e ad aprile proprio grazie a questo richiamo è riuscita a prendere in tempo un tumore al seno prima che arrivasse ai linfonodi e che si staccassero metastasi. Ora sta facendo la chemioterapia che è tutt'altro che una passeggiata ed ogni volta che la sento un pò giù le ricordo quanto è stata fortunata ad accorgersene per tempo!

Un'altra amica virtuale, una di quelle che tra uno sferruzzare e l'altro, pur lavorando, sono un vulcano di idee, ha creato un blog nuovo nuovo, per organizzare un libro. Un libro, che tra modelli di lavori ai ferri o all'uncinetto, racconti, ricordi e informazioni serva  a diffondere questo messaggio

 


Tra le amiche-blog ne ho un certo numero di operate al seno, non è che i loro blog trattino essenzialmente di questo argomento, ma spesso raccontano di come è iniziato, cosa hanno passato tra operazioni e chemio, dei controlli che devono fare ancora adesso periodicamente . . . e, siccome nessuno è al sicuro . . . ci tengono a ricordare che non bisogna mai abbassare la guardia. 

C'è chi,come ZiaCris, solo dopo un po' che ci teneva informate delle sue vicissitudini di donna, moglie, madre e nonna, ha deciso di raccontarci come tutto è cominciato  
C'è chi, come Julia, ha iniziato il blog come "terapia" autoprescritta e ha finito con lo scrivere un libro . . . in vendita per una buona causa . . .

 

copertina

 

C'è chi l'ha scoperto da poco . . . c'è chi ne sta uscendo proprio in questo periodo . . . c'è chi è forte e riesce a trasmetterti la sua calma lotta . . . c'è chi attraversa dei periodi tremendi e ha bisogno del nostro paf paf sulle spalle (anche virtuale) . . . c'è persino quella che non ne vuol parlare . . . ci sono quelle che conosco bene . . . quelle che vorrei conoscere  . . . quelle che ho conosciuto quando ero troppo piccola per capire cosa volesse dire: "Mi hanno tolto tutto, fino sotto l'ascella, per esser sicuri. . . "  accompagnando le parole col gesto, forse per farsi meglio capire da mia madre.
 


Per tutte voi . . . per tutte noi . . .
prevenzione e nastro rosa!

Post di Pubblica Utilità! Copiato

Oggi, passavo da Julia, che mi ha indirizzato da Camu, e poi sono passata da Nicky e ho trovato questo post, che è di Spora! Ho pensato che se è servito a me, a ricordarmi di andare a controllare le "carte" dell’ultimo controllo, può servire ad altre "ragazze" indaffarate . . . mi raccomando passate parola!

"Fa sempre più effetto vedere scritto “pap test” sulle tette di una bionda che su un volantino della ASL

Risoluzione in questo inizio anno ugggioso e noioso: spalancate le gambine per la buona causa e  fatevi sto pap test, che vi salva la vita.

Ma bisogna ASSOLUTAMENTE chiedere alla ginecologa o biologa di fare la ricerca del papillomavirus nel prelievo (è come un cotton fioc), perché sono tutti degli incompetenti e non lo cercano quasi mai, dato che il pap test serve anceh per vedere semplici infezioni. Eppure è un virus che non dà sintomi e si trasforma lemme lemme in tumore, voglio dire, che ve lo debba dire una bionda di andarlo a cercare, perdavvero, è roba da matti.

La ricerca del papillomavirus fa costare l’esame di più, a meno che non si entri in quelle graduatorie del cazzo della ASL per il despitaggio di papillomavirus. Cioé, per dire, il papillomavirus ce l’ha il 70% della popolazione mondiale, uomini e donne inclusi. Ci sono 70 tipi di papillomavirus, e tipo una decina sono “cattivi”, gli altri son solo verruche benigne. Però te che cazzo ne sai se ce l’hai, e se è buono o cattivo? Pazienza, si escono i soldini, si paga e siamo tutte più tranquille, no?
O volete ritrovarvi come la Spora tre anni fa a fare la TAC per vedere se oltre al tumore al collo dell’utero ci sono pure in bonus delle splendide metastasi? Cioé, piangi e t’incazzi che non ti dico.

Il pap test individua il papillomavirus prima che si trasformi in tumore, quindi si:  può salvarci letteralmente la vita.
Io per esempio la settimana scorsa ero li a gambe larghe sul lettino per il solito controllo e ovvove! ho visto che avevo un’unghia del piede sinistro con lo smalto dato male. Son cose, eh."

Per una buona causa!

 

Ilcestodiciliege Onlus 

 

E’ una buona causa, dietro richiesta del Cesto copio e incollo per sensibilizzare, per maggiori chiarimenti vi rimando al blog ilcestodiciliege.

I malati di cancro che si assentano dal lavoro per sottoporsi ad interventi chirurgici o trattamenti medici o radioterapici sono sottoposti alla visita fiscale. Questo significa che se non si trovano in casa negli orari stabiliti scattano, come per tutti i lavoratori,i le sanzioni previste dall’Inps (perdita totale dell’indennità di malattia per i primi dieci giorni) e le sanzioni economiche di natura non contrattuale da parte del datore (mancata erogazione della quota a suo carico dell’indennità di malattia e i provvedimenti disciplinari per assenza ingiustificata) e si può arrivare perfino al licenziamento se l’assenza alla visita è reiterata.
Un malato di cancro può non essere in grado di lavorare, ma può essere e spesso è, in grado di uscire. Il cancro, poi, è una malattia che deprime moltissimo il paziente. L’obbligo a restare chiuso in casa aggrava ulteriormente questo stato.
Se aggiungiamo poi che a volte un malato di cancro è un lavoratore "scomodo" per il datore di lavoro, il rischio è che si creino ancora più alibi per una purtroppo non rara discriminazione.

La discezionalità sulla visita fiscale è lasciata ai singoli uffici INPS. Alcuni consentono l’esonero, dopo un complesso iter burocratico, altri dicono (ma non autorizzano) che per i malati di cancro non eseguono le visite fiscali, altri ancora non sentono ragioni ed obbligano a rimanere in casa.

Per questi motivi Ilcestodiciliege promuove una raccolta di firme affinchè la visita fiscale per i malati di cancro sia ABOLITA.

Collegatevi al sito del cesto www.ilcestodiciliege.it, scaricate il modulo in formato pdf per la raccolta di firme , compilatelo, raccogliete adesioni anche presso i vostri amici e parenti, poi inviatelo, via fax o via mail (dopo averlo scannerizzato) ai recapiti del Cesto, che trovate in testa al modulo.

Ancora Julia . . . e il suo libro

Poco tempo, tante cose da fare, tante cose da raccontarvi! Copio da PieroPa

"Come anticipato già in precedenza il libro contenente il blog di Julia è da oggi reperibile.

Si tratta di una occasione unica e straordinaria per accostarsi all’esperienza di una donna che ha saputo lottare e continua a lottare dando a tutti la speranza che nulla è destinato ad essere vissuto come una sconfitta certa.

Non credo ci sia altro da aggiungere se non complimentarsi con chi ha voluto fare partecipi gli altri dei propri drammi, delle proprie sofferenze, ma anche della ‘voglia’ di continuare a lottare.

Certo non è un libro ‘dolce’, anche se in quella lotta a volta sbucano persino delle ricette e tutta la dolcezza di due piccole figlie, ma reale. Come la vita. Di fronte alla quale, molto spesso, non ci è dato di scegliere, ma unicamente di accettare e di lottare con tutti noi stessi.

Indubbiamente sono 150 pagine che non potranno non lasciare il segno anche nel lettore più frettoloso.

Questa la copertina del volume:

copertina

Così ‘presentato’ dall’Associazione che ne cura la pubblicazione:

<<Eccolo, finalmente. Il libro UN ANNO INSIEME A JULIA è pronto.

Non immaginate l’emozione e la gioia di vedere realizzato quello che sembrava un progetto molto molto ambizioso. Invece, ancora una volta, la piccola Julia ha dimostrato di essere una vera donna coraggioRosa.


Se apprezzate la lettura dei post di Julia, amerete questo libro: è ancora più intenso, più emozionante, più intimo, più vero.


Grazie Julia
, per le emozioni che ci dai ogni giorno, e per avere permesso di "stringere fra le braccia" questa emozioni.


L’intero ricavato del libro andrà all’Associazione Ilcestodiciliege Onlus, per finanziare attività di prevenzione del cancro al seno e di sostegno alle donne operate.


Il Presidente, il Consiglio Direttivo, le volontarie de Ilcestodiciliege Onlus ringraziano
>>


Costo

Il costo del libro è di euro 12,50 più 2,50 euro di spese di spedizione. Per ordini superiori a tre libri le spese di spedizione sono di 7 euro in totale. 
Il pagamento verrà effettuato al ricevimento del libro, a mezzo di bollettino postale che verrà allegato.

Ordinazioni

Il libro può essere ordinato con una mail a questo indirizzo:

infocesto@alice.it

Nota personale  (di PieroPa, che condivido in pieno!)

Avendo letto il blog quasi dal suo inizio penso che il libro possa costituire a ragione un prezioso regalo di Natale per tutti coloro che ritengono che la vita debba essere vissuta sempre. Anche quando richiede una lotta continua e sembra presentarsi come senza speranza.