L’altro giorno è venuta a trovarci un’amica del NonnoPapà: La signora Cristina.
Sapevamo che sarebbe arrivata alle ore xxx col treno, per cui mi sono preparata in tempo e sono arrivata in stazione, parcheggiato l’auto e pagato il ticket del parcheggio. Svelta sono andata alla ricerca del tabellone degli arrivi e ho scoperto (con grande sorpresa) che il treno che aspettavo non aveva ritardo . . . mi sono lanciata (più col pensiero che con le gambe . . . e qui vorrei che qualcuno delle Ferrovie Statali Italiane leggesse l’appello di dotare anche la stazione della Città sulla Costa di un ascensore per chi, come o peggio di me, ha difficoltà a fare le scale) giù dalle scale e mi sono bloccata!
Lungo la galleria che permette di attraversare i binari e arrivare alle varie pensiline c’erano alcuni uomini e una donna (in divisa, credo da GdF) più un cane di quelli che mi fanno sempre pensare a CappuccettoRosso sono addestrati per trovare la droga e roba simile. Stavano controllando la borsa di una signora che più o meno aveva la mia età . . . io so di non avere questo tipo di sostanze nello zaino, ma è stato il cane, in quanto cane a spaventarmi (sì, ho in casa tre bestie, ma sono le mie e le conosco bene. Invece, un cane lupo, anni fa, mi ha morso la mamo che avevo alzato a riparare il viso). Così, ferma lì finché uno di questi militari mi guarda, chiedo se il cane è ben tenuto dal guinzaglio, spiegando che io ho paura, mi rassicurano, passo . . . il tipo che tiene il cane molla il guinzaglio e il cane mi arriva vicinissimo, mi blocco, ma il cane torna subito ad interessarsi della borsa dell’altra signora . . . e io proseguo veloce! .
Dopo poche pagine di lettura, qualche treno di passaggio e un sacco di messaggi pre-registrati su come noi “viaggiatori” dobbiamo comportarci in stazione e sui treni, ecco arriva il treno e io e la Cristina ci abbracciamo. l’ho vista solo poche volte, durante gli ultimi 10 anni, ma è una signora simpatica, con un sorriso sincero e contagioso . . . direi “solare” se non fosse che da un po’ in casa questo aggettivo è stato messo al bando.
Vista la splendida giornata, ne ho approfittato per farle fare un giro su una parte del lungomare della Città sulla Costa, passando davanti ai pezzi di lungomare rinnovati e a quelli in lavorazione. Intravedendo il mare tra la palme e gli “chalet” (come vengono chiamati gli stabilim
enti balneari) chiusi. Arriviamo a casa, su in collina: saluti, baci e abbracci . . . è sempre bello ritrovare un’amica!
Pranzo, come da sua richiesta, “semplice e normale” . . . ma la FigliaGrande ha una sua idea di “semplice e normale” . . . Pasta pasticciata, con pancetta, funghi e mozzarella, al forno. Siccome è uno dei piatti preferiti da quando l’ha imparato a scuola, qualche anno fa, l’ha preparato in quattro e quattr’otto prima di andare a lavorare.
Ha portato anche due bei libri, in regalo per il NonnoPapà (qualche giorno fa è stato il suo compleanno) e anche per me! Dirle “grazie” è ancora poco.
Si parla delle sue e nostre passioni, si parla di figli, grandi e piccoli, si parla del futuro e anche del passato! E presto arriva il momento di salutarsi. E si risale in auto, si ritrova la stazione del treno e di nuovo baci e abbracci . . . ma questa volta, con un po’ di malinconia. Son solo due le visite che ci ha fatto, ma mi pare una zia che conosco da tempo!
Speriamo di poterle far visita noi, uno di questi mesi!