Se volete sapere di chi è la colpa, è di Delphine56 lei mi ha lanciato questa catena, mi ci è voluto un po' per portare a termine il lavoro! Ma finalmente, eccovi qua:
LA CATENA DEI POETI E DELLE POESIE
Le regole sono queste:
1. Citare almeno cinque nomi di poeti di ogni tempo e luogo di cui si è “innamorati”;
2. Citare alcuni versi significativi di almeno uno dei suddetti poeti;
3. In aggiunta o in alternativa al punto 2, (se è vero che siamo un popolo di poeti, navigatori, santi, ecc.) citare, con tutta la spudoratezza di cui si è capaci, almeno un PROPRIO componimento poetico o anche soltanto alcuni versi di esso;
4. Per i veri patiti dell'arte poetica, sarebbe gradito un componimento anche brevissimo, creato e pubblicato appositamente in prima esclusiva per questo gioco blogghereccio;
5. Si possono interpretare in piena libertà i suggerimenti di cui sopra, tuttavia si richiede un minimo di "serietà" in rispetto della nobile arte nella quale vi chiedo di cimentarvi a qualsiasi livello, ma con ONORE;
6. Infine… invitare alla partecipazione altri bloggers (3, 6, 9…) e raccomandare il rispetto di queste semplici regole ai malcapitati.
Ecco, io l'ho continuata così:
Il primo poeta, è un blogger, ha scritto una poesia, per me, anzi per i miei nipoti, ispirato da questo post. . .
"I Nuovi Barbari"
Affetto disinteressato
Scorrazza per casa
Libero
Senza restringimenti
Ascoltando il respiro del tempo
Serenamente.
Età differenti
Scandiscono bisogni diversi
come un metronomo regolato sulla vita.
Un soffio di fiato
Un loro semplice sorriso
Una complicità sottile.
E le lancette della tua anima
Riprendono a girare.
DANIELE VERZETTI ROCKPOETA
Settembre 2007
La seconda, è la poesia che mi torna in mente in questa stagione . . . in quelle giornate calde calde . . .
MERIGGIARE PALLIDO E ASSORTO
Meriggiare pallido e assorto
presso un rovente muro d'orto,
ascoltare tra i pruni e gli sterpi
schiocchi di merli, frusci di serpi.
Nelle crepe dei suolo o su la veccia
spiar le file di rosse formiche
ch'ora si rompono ed ora s'intrecciano
a sommo di minuscole biche.
Osservare tra frondi il palpitare
lontano di scaglie di mare
mentre si levano tremuli scricchi
di cicale dai calvi picchi.
E andando nel sole che abbaglia
sentire con triste meraviglia
com'è tutta la vita e il suo travaglio
in questo seguitare una muraglia
che ha in cima cocci aguzzi di bottiglia.
Eugenio Montale
Questa, la recitavo, nei giorni in cui mia madre era ammalata. Soprattutto la prima e le ultime strofe! La associo al dolore profondo, quello che ti lascia davvero con un senso di oppressione nel petto!
ALLE FRONDE DEI SALICI
E come potevamo noi cantare
Con il piede straniero sopra il cuore,
fra i morti abbandonati nelle piazze
sull’erba dura di ghiaccio, al lamento
d’agnello dei fanciulli, all’urlo nero
della madre che andava incontro al figlio
crocifisso sul palo del telegrafo?
Alle fronde dei salici, per voto,
anche le nostre cetre erano appese,
oscillavano lievi al triste vento.
Salvatore Quasimodo
Questa, a scuola era la mia preferita, perché è corta! Diventando “grande” trovo che rende bene, con poche parole, la sensazione di gioia del cuore, quando al mattino si scopre un nuovo giorno . . . specialmente il primissimo mattino, poco dopo l’alba, quando non c’è gente in giro, e sei sola davanti al creato!
MATTINA
M’illumino
d’immenso.
Giuseppe Ungaretti
Lascio per ultima questa, avendo già, più volte parlato della poesia in dialetto Sambenedettese, per una volta, vi faccio conoscere la poesia in Bergamasco, omaggio alla mia città natale!
BERGHEM DE SASS
Bèrghem de sass sità de la colina
smàgia bianca söl vèrd de la pianura
profil söperbe e bèl di müre stagne
di cupole, di tòr e di pàlass
denàcc al gran sipare di montagne
Bèrghem sità de préda tràcia sö
per i rate con làgreme e fadighe
fondàl de piasse pòrtech e fontane
per i arlechì che i canta al ciàr de lüna
Bèrghem visiù de sògN in de la cüna
di müra sòta ‘l sul de la matina
che sberlüs sura ‘l mar de nèbia spèssa
Berghem de sass italiae urbs alpina
Umberto Zanetti
Metto la traduzione, per tutto il resto d’Italia
Bergamo di sassi, città della collina
Macchia bianca sul verde della pianura
Profilo superbo e bello delle mura solide
delle cupole, delle torri, e dei palazzi
davanti al gran sipario delle montagne.
Bergamo città di pietra edificata (lett. tirata su)
su per le erte con lacrime e fatica
fondale di piazze di portici e di fontane
per gli Arlecchini che cantano al chiaro di luna
Bergamo visione di sogno nella culla
delle mura sotto il sole della mattina
che risplende sopra il mare di nebbia fitta
Bergamo di sassi, città alpestre d’Italia
E per obbedire al punto n° 4, ci ho pensato un po’, ma poi, mi sono scappate fuori le parole, così, senza pensarci e senza sapere come . . . c’è una rima, ve lo dico subito, che lascia un po’ a desiderare, ma mica sono Dante . . .
COSI’ SON IO
Dietro le spalle, non mi guardo mai,
se succedesse, potrebbero essere guai,
non come la moglie di Lot di sale divento,
è che di tante scelte, a volte mi pento,
ma se di fessi son piene le fosse,
io non ho tempo per queste cose!
Qui c’è la vita, quella vera, che va avanti,
e anche sui blog gli amici sono tanti,
tra cani, figli e l’Uomo della mia vita
vi giuro, ora di sera sono sfinita,
ma quei cinque minuti, (dite un po’ di più?)
non li perdo, ormai, davanti alla Tivù!
Se a volte, sembro un po’ invadente
Qui son gentili e fan finta di niente.
Se non capisco e capita frequente,
non c’è problema, mi spiegan immantinente.
Ma se la cosa si fa privata, o un po’ così
Ecco pronto, arriva un Pì Vì Tì
Fior di cactus
Ps. Nessuno è obbligato a continuarla, per me è un gioco!