Ci sono dei “passaggi” che segnano la vita di ognuno di noi, ci spiegano che stiamo cambiando e stiamo crescendo . . . eccomi qua a parlarvi di quello che ho visto in questi mesi e di come, ieri una mamma piangeva e una nonna rideva (tutte due per lo stesso motivo).
ATTENZIONE . . . post ad alto grado di ironia, leggerlo sorridendo come io sorridendo lo scrivo.
Sappiamo tutti (e chi non lo sapesse, lo scopre ora) che il PiccoloLord si avvia al traguardo dei suoi primi 3 anni, tra qualche settimana comincia l’asilo. Non ho parlato molto di lui in questi ultimi mesi, anzi, se uso le “categorie” trovo poche notizie sul nipotino in questo 2012. Cose che capitano quando le nonne fanno ancora le mogli e le mamme, quando le nonne si considerano ancora persone; ci sono tanti pensieri, tante cose da fare per i figli per il marito e si cerca di non trascurare se stesse e il nipote cresce senza una cronaca giornaliera (d’altra parte, questo blog è il blog di una persona, prima che nonna e mamma non è un blog “dedicato”).
Il PiccoloLord non sembra risentire di questa mancanza di attenzione bloggeresca, è cresciuto bene in altezza: arriva oltre il limite minimo delle finestre, così non corre molti pericoli di andare a sbatterci. È cresciuto bene anche come peso, tanto che il Pediatra pensa che dovrebbe perdere quei due o tre chili che pesano sulle sue giovani ginocchia. È cresciuto in biricchinate . . . ha un sacco di giochi “alternativi” che non rientrano nelle cose che sono consentite, ma per ora pare proprio che lui si disinteressi di cose così noiose come le “regole e divieti” tra i giochi che lo divertono c’è il buttare a terra le sedie e usare lo schienale come dondolo stando in piedi con le gambe ben aperte sui due lati della spalliera o come chiedere l’acqua e, dopo averne bevuto una parte, guardarti con occhi “luccicanti” di malizia, buttare repentinamente a terra il resto del contenuto (e meno male che è estate), o quello di divertirsi come un matto nel salire di corsa la scala e ridiscenderla saltando un gradino alla volta, mentre il nonno tiene il conto: “uno . . . due . . . tre . . . .
L’estate . . . stagione votata allo spannolinamento l’ha iniziata qui (in questa casa che da pochi mesi è diventata anche casa sua), c’è da dire che (secondo me) la parte che ama di più di tutto l’ambaradam creato dal fare pipì dove capita è il veder correre le donne di casa a cercare spazzetone, stracci e disinfettante . . . come secondo classificato nella categoria “perché fare pipì senza pannolino” c’è la possibilità di tirare l’acqua del water, operazione che esegue con gioia, mettendosi in piedi sull’asse del water con i piedi ben piantati di qua e di là, come un piccolo “colosso di Rodi” . Educatemante saluta sempre con la manina la pi e l’acqua che vanno via. In questi ultimi giorni (finalmente), non aspetta che la mamma gli chieda o lo inviti a “far pipì” e nemmeno la fa più dove si trova, essendo molto impegnato a giocare, spostandosi solo di poco da dove sta giocando. Da una settimana capita che lo si veda mollare quello che fa, partire di corsa e, seguendolo, lo si trovi appollaiato sul “trono” intento all’espletamento delle sue funzioni basilari.
La situazione “popò” è più difficile da gestire . . . non si sa perché, la cosa lo mette in apprensione, come lo si vede correre semiaccovacciato, bisogna essere pronti a beccare il momento giusto e portarlo di corsa in bagno . . . ieri ci è andato da solo e alla fine, tra applausi e grida di giubilo abbiamo salutato la produzione di cotanto sforzo che veniva trascinata via dalla cascata d’acqua.
Sul fronte “chiacchiere” la cosa si “trascina” da prima che si stabilissero qua, si può dire che non ha preso dalla nonna Fiordicactus (forse dal nonno, Uomodellamiavita e uomo di poche parole?), ancora non dice una parola, fa delle prove . . . “Uuua Uuuaaa”, “Ba ba ba”, “Ma ma ma” e usa la mimica unita ai suoni per farsi capire: se indica qualcuno e fa: “Ehhhh” lo interpretiamo come una richiesta di attenzione da parte della persona indicata che magari non lo sta osservando.
Se vuole sapere qualcosa, “dov’è, cos’è, chi è o perché” la domanda omnicomprensiva sarà: “Eh È?” .
Se qualcosa non gli va, si abbraccia la pancia, gira la testa e dice “Oh!” con un tono che non ammette repliche e che noi, in casa, interpretiamo come un no. Se vuole qualcosa indica o se lo prende da solo, se ci sono più cose tra quelle indicate, i grandi iniziano a elencare: “Vuoi questo? Vuoi quello?” . . . se la cosa non lo interessa scuoterà la testa con infinita pazienza, se pronunciate la parola giusta verrete ricompensati da un largo sorriso.
(Non ditemi che “gli prestate la voce” oppure: “non dategli l’acqua finché non dice la parola” o ancora: “parlate troppo voi e lui non trova spazio per pronunciare le parole” . . . abbiamo provato, la sua bocca resta chiusa, ma stiamo facendo le indagini del caso. Sentirci, ci sente e bene . . . Capire, capisce e bene! Per il resto, ci sono gli specialisti e vi dirò cosa diranno).
Quando vede che si sta apparecchiando la tavola, sa che deve lavarsi le mani, anche se non sempre glielo ricordiamo, bisogna intervenire a volte per chiudere l’acqua, essendo una delle sue passioni quella di giocarci e allagare bagno e cucina se è lasciato libero di fare . . . poi aiuta, dove può aiutare, ad apparecchiare e si sistema seduto al suo posto, in attesa.
Ama correre con le cagnoline che lo inseguono o si fanno inseguire sia in casa che in cortile/giungla giardino . . . ama tirare la palla coi piedi o con le mani . . . ama guardare cosa succede fuori casa, specialmente se sente i cani abbaiare si affaccia alla finestra verso il cancello . . . se sparisce qualche gioco sotto il gas o sotto la cassapanca (ma anche sotto il frigor) non chiede aiuto, va a cercare una scopa o altro “attrezzo” simile e via, alla ricerca del bene perduto . . . ama vedere rotolare ogni cosa che rotola (portatovaglioli, barattoli, pomodori appena raccolti o una semplice palla), ma ama rotolarsi anche lui, ridendo . . .
Un pomeriggio di settimana scorsa è andato a letto, nella camera che divide con sua madre, e mentre lei è tornata un attimo in sala . . . lui si è sistemato sul suo lettino con un pupazzo tra le braccia e si è addormentato (senza coccole o ninna nanna) prima del suo ritorno.
Ieri sera, mentre la sua mamma si preparava per la notte, lui si è sistemato sul suo letto e poi ha fatto capire alla mamma che non voleva essere abbracciato, come capita tutte le sere, le ha indicato il suo letto (suo della mamma), come a dire: “tu vai lì!”, si è sistemato la Jeep rossa sulla pancia(*), tenendola con una mano e ha chiuso gli occhi . . . la mamma è corsa dalla sua mamma piangendo di gioia e mormorando “il mio bambino si è addormentare da solo, il mio bambino sta diventando grande!” . . . al che, la nonna (in parte commossa) si è messa a ridere . . . ce n’è ancora di strada da fare per diventare grandi, ma questi sono i primi passi.
(*) Lui va a letto con i suoi pupazzi, orsacchiotto, cucciolo di pluto e winniepooh, ma anche con una jeep rossa, una ruspa snodata o un trenino formato da locomotiva e 3 vagoni che si sparpagliano nel letto dopo pochi minuti . . .