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Una piccola libreria a Parigi – Venerdì del libro 11

Qualche mese fa è morto mio fratello. È stata una brutta malattia, lunga, triste e dolorosa, per lui e per noi . . . come mio solito, cerco di riprendermi pensando alla cosa con un po’ di ironia. Molto poca, perché non ci riesco. ma proprio ieri ho finito di leggere  un libro. Un libro che racconta del dolore che si prova per le persone amate e perdute.“….perché tutto è dentro di noi. E nulla scompare.” (*) 
E mi ha fatto piangere, tanto piangere, non credo sia stato solo per la storia raccontata, ma per la storia che ho vissuto io da luglio a oggi.  “Lo sai che fra la fine e il nuovo inizio, c’è un mondo di mezzo? E’ il tempo ferito, Jean Perdu. E’ una palude dove si raccolgono sogni, paure e intenzioni perdute. I passi in questo tempo si fanno più pesanti. Non sottovalutare questa stazione di passaggio fra la fine e il nuovo inizio, Jeanno. Datti tempo. A volte le soglie sono così grandi che non si possono superare con un passo solo.” (*)

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E mi ha aiutato, leggendolo, a vedere le cose da un’altra prospettiva e da accettare il dolore che ho sentito e che sento ancora, io che sono quasi diventata cinica in quei mesi. Che ho cercato di restare più distaccata possibile dal dolore che aumentava in quei mesi, per vari motivi, non ultimo il fatto che io ho in casa il più vecchio e una tra i piccoletti della famiglia . . . “Il dolore funziona così: ti accompagna fin dall’inizio. Ti sveglia. Sta tutto il giorno con te, fino alla sera, e non ti lascia dormire in pace. Ti stritola e ti scuote. Ma ti scalda anche. Prima o poi se ne va, ma non è mai per sempre. Si guarda continuamente indietro. E poi alla fine…ho capito di colpo che cosa è importante nella vita. Il dolore me l’ha rilevato: è l’amore la cosa più importante” (*)
E poi, tra le tante righe di questo libro, ho scoperto che non ho perso davvero mio fratello, perché: ” hai ragione. E ancora tutto qui. Il tempo passato insieme è intramontabile, immortale. E la vita non finisce qui. La morte nella nostra vita è solo una soglia fra una fine e un nuovo inizio.” (*)

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È anche un bel libro di viaggio, ci porta in giro per la Francia, attraverso i suoi fiumi e i suoi canali, da Parigi ad Avignone passando per la Loira . . . e poi, ci si sposta verso la costa (Marsiglia e oltre) e nell’entroterra della Provenza, fra vigneti e campi di lavanda! Affascinante, descritto così bene che pare che l’ente del turismo francese abbia sponsorizzato la scrittrice.
Infatti, se avessi 20 anni in meno avrei già organizzato un viaggio su questi barconi/chiatte per le vacanze estive . . . almeno un mese (zanzare permettendo)
“Parigi scorreva davanti a loro come una pellicola di un film: il Pont Neuf, Notre-Dame, il bacino dell’Arsenale.” (*)

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Ma è soprattutto un libro sui libri . . . sul paese dei libri, su libri rari, sui libri come medicine, sui libri utili (ognuno per un particolare momento o stato d’animo): 
“Ovviamente i libri non sono solo dottori. Ci sono romanzi che sono ottimi compagni di vita. Altri sono come ceffoni. Altri ancora come un’amica che ti avvolge in una vestaglia calda quando l’autunno ti fa sentire malinconico. E alcuni… sì, alcuni sono come zucchero filato rosa, solleticano il cervello per tre secondi, lasciando dietro di sé un gioioso vuoto. Come un’avventura erotica.” (*)
E sui librai . . . Ah! trovarne di librai come Jena Perdu, il protagonista! 

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Infine, è una storia d’amore . . . ma tutto il libro è pervaso dall’amore: Amore del protagonista per le due donne che, in momenti diversi, entrano nella sua vita. Amore per i libri, sia come oggetti che come contenuti, Amore verso gli altri, il protagonista è pieno di amore amicale. Amore per la vita, vissuta con poco e godendo di ogni suo aspetto . . .
“Il profumo dei funghi riempiva la striminzita cambusa mentre gli uomini, seduti sul ponte di poppa della Baluu, bevevano vino rosso da una caraffa da tre litri e il vino bianco tipico della zona: l’Auxerrois.” (*)
Amore verso la natura che la scrittrice ci fa scoprire durante il viaggio . . .

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Ho avuto la “soffiata” da parte di una delle amiche di Facebook (che al momento, ho dimenticato e non posso ringraziare, a cui dedico questo post)  . . . ha messo la foto della copertina, ha scritto che le era piaciuto e io, dopo un po’ me lo sono cercato! Ero a corto di libri, pensavo fosse una storiella leggera, di quelle che servono per sconfiggere la noia di quelle due ore di insonnia che mi prende ogni tanto di notte . . . invece! Una vera rivelazione! 
“Leggere: un viaggio senza fine. Un lungo, infinito viaggio, in cui si diventa più miti, amorevoli e umani.” (*)
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Il protagonista sta scrivendo la “Grande Enciclopedia dei piccoli sentimenti” . . . io penso che ognuno di noi dovrebbe scriverne una . . . in questo mondo così pieno di brutture, una ricerca dentro di noi, su quelli che sono i sentimenti migliori, sarebbe bella da lasciare ai posteri . . . ci devo pensare!
“Alla C sta scrivendo “conforto da cucina”, la sensazione che si prova quando in cucina qualcosa di gustoso sta cuocendo a fuoco basso, i vetri si appannano e presto le persone care mangeranno con te al tavolo e ti guarderanno felici fra una cucchiaiata e l’altra.” (*)

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Tutto quello che è contrassegnato dall’asterisco (*) sono brani tratti dal libro “Una piccola Libreria a Parigi – Nina George . . . trovati in due siti di recensioni! 

 

 

Tornare bambina . . .

Ci sono dei momenti in cui vorresti tornare bambina con tuo padre che ti guida.
Ci sono dei momenti in cui vorresti essere considerata per gli anni e l’esperienza che hai alla guida. 

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Ci sono quei momenti in cui devi seguire tuo padre, per via di un problema di salute. Devi andare a prenderlo sotto casa e accompagnarlo in ospedale, aspettare mentre fa le sue terapie e riportarlo a casa. Una o due volte la settimana, per 7 settimana. Un lavoretto pulito, semplice e di poco impegno, pensi. Ma ti sbagli.

A mio padre hanno riscontrato un carcinoma alla prostasta (no, non vi sto a spiegare per filo e per segno i suoi guai con la prostata, non ho parlato io con i medici e, sinceramente, questa volta passo volentieri la mano a mia sorella) e, oltre a certe pastiglie che deve prendere giornalmente e certe punture da fare ogni tot giorni di cui si è fatta carico la vicina, deve essere “bombardato” da raggi, “radioterapia”, si chiama e non la fanno nella Città sulla Costa, bisogna andare un po’ più lontani. Per arrivare all’Ospedale lo accompagniamo noi figli. A turno.

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Lo accompagniamo solo per sicurezza . . . metti che . . . se nel caso . . . insomma una necessità quasi più nostra di figli che sua di ammalato.  Fosse per lui, 82 anni e qualche mese, se la caverebbe da solo, ma, visto che mia sorella è stata convincente, ha acconsentito a questa “schiavitù”!  Poi, va be’, quando usciamo dalla sala d’attesa per arrivare al parcheggio, camminiamo lentamente, lui ha dei capogiri (“onde”, non “giramenti di testa”, mi ha specificato proprio stamattina), ma questo non sminuisce il fatto che lui sta ancora bene. È presente e molto più sveglio di me malgrado l’età, me lo assicura lui, a ogni mia distrazione.

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Quando finalmente ha accettato di averci come autisti-accompagnatori, per questi suoi “viaggetti”  tra una provincia e l’altra, ha cominciato a fare il pater familias : si è informato in quale dei giorni della settimana avevamo meno impegni e potevamo dedicargli quelle poche ore. Ha elaborato un “planning” settimanale e ce l’ha comunicato . . . Quasi sempre siamo in due, una/o dei  figli e lui, ma prima di Pasqua, è stato accompagnato da ben 2 nipoti, chi ha guidato all’andata e chi al ritorno, con tanto di “giudizio” finale sullo stile di guida espresso all’arrivo dal nonno. Ieri ha avuto il piacere di viaggiare con mio fratello e sua figlia, la NipoteBeatlesManiaca così contento che me l’ha detto stamattina.

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Non mi  sono confrontata con i miei fratelli su come fa con loro . . . ma vi racconto quello che succede a me di solito.

 Mi ha detto che devo telefonare quando parto da casa e quando sono a metà strada, così lui (l’efficienza fatta uomo) si fa trovare sul cancello e io non perdo tempo .  . . io comincio a telefonare mentre metto la giacca e abbranco la borsa, verso le 6,35 . . . esco, apro e chiudo il cancello, parto e scendo verso la Costa, e quando sono in piano, chiamo un altra volta, dopo un po’ richiamo, faccio un ulteriore tentativo appena sono in vista di casa sua e, alla fine, suono il campanello del citofono svegliando la NonnaBisnonna.
Ah! Per ogni telefonata sento la voce registrata che dice: “il cliente da lei chiamato non è al momento raggiungibile, resti in attesa per attivare la richiamata” 
Quando sale in auto, mi chiede come mai non l’ho chiamato che si faceva trovare pronto . . . “ti ho chiamato” gli dico . . . lui controlla e fa: “Ah! Guarda te, ho il telefono ancora in “modalità aereo”! Mi capita solo con te.” e provvede a disattivare. Dopo un momento è tutto uno squilli di telefonini (devo dire che la richiamata in automatico funziona).

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Cosa se ne fa della modalità “aereo” uno che se ne sta a casa sua, non l’ho indagato, preferisco restare nell’ignoranza.

Lungo la strada si chiacchiera di tante cose, ma tra una frase e l’altra riesce a infilare: “Attenta alla macchina a destra” . . . “Attenta al semaforo” . . . “Guarda, vedi come fa quell’auto, fa così anche tuo fratello, questo semaforo è lungo” . . . “rallenta” . . . “va un po’ più veloce” . . . bene o male, arriviamo all’Ospedale e pretende che il parcheggio sia dove dice lui, anche se non c’è un buco libero. Alla fine si rassegna, ma comincia con “Spicciati, muoviti!” . . . tutto perché bisogna rispettare l’orario, anche se poi ci fanno comunque aspettare qualche minuto, sempre
Si incammina verso l’Ospedale, ancor prima che abbia chiuso l’auto  e mentre si aprono le porte dell’Ospedale  mi dice: “tu chiama l’ascensore, io arrivo subito” . . . ci aggiriamo per i corridoi dell’Ospedale lui sempre un paio di passi prima di me, mai che mi aspetti , saluta tutte le infermiere e gli altri ammalati con il suo solito sorriso e, finalmente si ricorda di me . . . per darmi in consegna occhiali, telefono e portafogli . . . lo chiamano quasi subito e via. Neanche il tempo di leggere il secondo articolo di uno dei giornali che sono sul tavolino ed è già uscito . . . allunga la mano a reclamare le sue cose e siamo di nuovo in marcia . . . appena abbiamo lasciato il parcheggio chiama la NonnaBisnonna per avvisarla che siamo sulla strada di casa . . . e ricomincia a spiegarmi come devo fare a guidare e  a elargirmi tutti i consigli che, da padre, trova giusto dover spiegare alla FigliaMaggiore per insegnarle a resistere nella battaglia quotidiana con un marito, due figli,e un PiccoloLord + due cani a casa e una FigliaPiccola fuori casa . . .

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Mi viene da ridere quando parenti e amici mi telefonano per sapere della sua salute, sono timorosi di chiamarlo per paura di disturbare o di mandarlo in depressione chiedendogli notizie . . . ragazzi, meno male che c’è ancora solo un’altra settimana, altrimenti quella a rischio depressione sono io! 

La parola alle donne . . . anzi alle sorelle

Volevo incominciare l’anno con alcune storie sui mie figli, da piccoli, ma ho pensato che possono aspettare!

 

Copio incollo dal blog di una donna, coraggiosa ed obbiettiva che vive in Israele . . . una donna che, come tutte noi, soffre per il pensiero dei civili, di ambedue le parti, che soffrono in questo nuovo conflitto! Non vi metto il link, perchè c’è gente veramente ignorante che poi, va e scrive cattiverie! Di cui, non si sente il bisogno!

"Stasera, invece di raccontare del nono giorno di guerra, vi racconterò delle sorelle di Henye, il premier di Hamas.

A qualche chilometro dalla città  Beer Sheva in Israele, c’è il villaggio beduino di Tel Sheva "Chiedo a tutti di smettere di sparare, anche a Hamas". Chi ha pronunciato queste parole è una delle tre sorelle israeliane di Ismail Henye, il leader di Hamas, che vive con il marito e dieci figli a Tel Sheva. Nello stesso villaggio, a parte Halida Abu Rakik di 59 anni, vive anche la seconda sorella, Leila Abu Rakik di 58 anni, vedova, madre di otto figli e Zavaah Henye di 42 anni senza figli. Tutte e tre hanno la carta d’identità azzurra, cioè sono di cittadinanza israeliana.

Qualche decina di anni fa le tre sorelle si sono sposate con beduini di cittadinanza israeliana che nel 1986 si sono installati con le loro tribù a Tel Sheva. Per legge, in qualità di mogli di cittadini israeliani, dopo un certo tempo hanno ricevuto la nazionalità israeliana. Lo scoppio dei razzi caduti nei dintorni di Beer Sheva si è sentito benissimo dal villaggio di Halida: "La situazione qui non è buona. I bambini sanno che adesso c’è la guerra a Beer Sheva e a Gaza. Noi abbiamo paura dei razzi, ma siamo impotenti, bisogna smettere questa guerra. Hamas deve smetterla di lanciare razzi su Beer Sheva , ma anche Israele deve smetterla di attaccare Gaza. Se qui i bambini hanno paura, allora, sicuramente, anche i bambini di Gaza soffrono molto".

Halida non sa l’ebraico, la figlia Hanan di 33 anni ha tradotto la conversazione.

 

In Israele vivono nelle tribù beduine del sud quindici mila donne nate e cresciute nella striscia di Gaza.

 Realtà israeliane, realtà palestinesi. 

                         
                                   Foto Lapalisse (non è Halida)"

E adesso, il "cretino di turno" passerà e ci dirà che sono state strumentalizzate . . . ma io sono una donna, moglie, madre e sorella, le capisco . . . gli uomini riescono a essere dei tali stupidi! A volte!

Caro Diario 2 . . . fine/inzio anno!

Caro Diario,
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ome saprai, non tutto il mondo festeggia l’inizio d’anno durante lo stesso periodo! Ma è poi così importante???
Per noi italiani, Europei e per una sacco di gente nel mondo (quelli che comunemente vengono chiamati "Occidentali", rispetto a cosa, non l’ho ancora capito!), l’anno ha la scansione di 12 mesi, con inizio al 1° gennaio, a questo ci siamo arrivati gradualmente. Per gli antichi Romani, infatti, l’anno iniziava col mese di Marzo.
Noi, adesso, festeggiamo il primo dell’anno in base al calendario che ci viene dalla riforma di Papa Gregorio XIII, quella, che ad un certo punto, fece addormentare la gente alla sera del 5 ottobre e la fece risvegliare la mattina del 15 ottobre, tutto in una notte! Fu una riforma  approvata dai matematici di tutta l’Europa. Ma, pensa, per questioni di principio, all’inizio fu rifiutata da molti Stati, soppratutto quelli a maggioranza protestante, solo perchè provveniva da Roma, e dal Papa! Così in Germania e nei Paesi Bassi venne adottata soltano nel 1700, in Gran Bretagna addirittura nel 1752, m’immagino che confusione nelle date delle lettere, o per mandarsi gli auguri di compleanno, se, per esempio uno aveva cugini in giro per l’Europa! 

E dopo questa dotta spiegazione del perchè l’altro ieri e ieri tutti si sono dati a festeggiare, con botti, pranzi e brindisi il nuovo anno . . . ti racconto, caro Diario, come abbiamo festeggiato noi, qui, sulla collina che guarda la Costa.
Dopo varie tira e molla, su quanti eravamo alla cena dell’Ultimo giorno del 2008, ci siamo trovati in quattro, padre, madre e i due figli piccoli, abbiamo gustato pochi antipasti semplici, ma gustosi . . . abbiamo abbondato con i primi, addirittura due! Ravioli in brodo e pasta con sugo allo scoglio (che io come tu sai, non amo e perciò, ho lasciato mangiare a loro), una pentolaccia di scampi, da aprire e intingere in una deliziosa salsetta "aurora" (gli scampi, gentilmente offerti dal moroso della figlia grande) e poi, frutta . . . come tradizione di casa, "datteri, crema di mascarpone e noci", ma rivisitata dalla figlia piccola, cioè, invece di star lì e aprire i datteri, metterci la crema, e poi la noce, li ha presentati divisi, come usa adesso! Quando abbiamo finito era ormai un bel po’ tardi, siamo passati al panettone e al fristingo, innaffiati da una bottiglia di buon Moscato naturale d’Asti, (regalo di un carissimo amico-bloger!), il figlio è uscito per unirsi ad un gruppo di amici/amiche e passare la notte a cavallo fra i due anni, in allegra compagnia, noi tre, abbiamo fatto qualche partitella a carte, fino allo scoccare della mezzanotte, e dopo un nuovo brindisi, io sono rimasta a fare la vestale del telefono, e a rassicurare i cani, l’Udmv, e la "bimba" sono saliti di sopra, da dove hanno potuto godersi la vista dei fuochi di tutti i vicini, e quelli della Città sulla Costa! A gratis!

La mattina del 1°, come tradizione famigliare, ha visto arrivare, per un pranzo in compagnia, tutti miei fratelli e famiglie . . . eccoti il menù:
Antipasti:  spuma di prosciutto (dalla Cognata Piccola), crocchette di patate (anche se dovevano essere per il secondo dei bambini . . .), salsicce varie e un po’ di salmone affumicato (da parte della Cognata Grande), insalata russa, preparta da noi!
A seguire, una bella polenta per accompagnare un po’ di zampone e tante lenticchie, ma sopratutto, il brasato . . . a cui tutti, quelli sul tavolo dei grandi, hanno fatto onore!  lo Zampone è stato un po’ snobbato! Vino bianco e rosso a profusione!
Per chiudere, marron glassée (Cognata Grande), salame dolce (Cognata Piccola)  e frutta. Spumante, per i grandi, con i piccoli che ormai, da un po’ avevano disertato la tavola . . . Caffè nelle solite tazzine spaiate, ricordandosi che la Cognata Piccola vuole "quella con i disegni cinesi"

Sai, caro Diario, la prossima festa l’Udmv, ha deciso che serve solo acqua o al più quelle bibite dolciastre  nere o arancioni . . . e con le bollicine, tanto vituperate dal Sig. Bigazzi . . . in quanto, dopo un uso abbastanza moderato delgli alcolici presenti a tavola, si è passati allo spumante, e pian piano al resto! I fratelli maschi, il Cognato e la Cognata Grande, si sono messi a chiacchierare . . . e presto a discutere, sull’uso politicamente corretto di alcune parole, su razzismo, classismo ecc ecc, fino a che, il Cognato non ha preso la chitarra e ha iniziato a cantare la "Genesi" di Guccini . . . pausa, e per tutti un coro . . . poi, (forse, causa sbronza triste) ha continuato con "canzone per un’amica" e a seguire "il bambino nel vento" . . . io cercavo di proporre le amate canzoni deli alpini, ma non demordevano, avanti con "il pescatore" di De André, finchè la Sorella ha proposto: "non possiamo parlare di poitica? Così gli uomini di nuovo si mettono a discutere e la finiamo con queste lagne!" . . . Finalmente hanno capito l’antifona, e il figlio ha recuperato i bonghi e l’armonica, e con la chitarra si sono lanciati in una serie di "musica" inventata, per poi passare alle canzoni da "fuoco di bivacco" . . . quelle degli alpine, sempre scartate!
Un po’ di confusione l’hanno prodota i piccoletti, tutti intenti a "spararsi" addosso con le pistole giocattolo, sono riusciti a smontarle, per cui, pausa per il rimontaggio delle armi (notare che, chi più chi meno i genitori sono per la non violenza, ma i bambini, hanno chiesto espressamente per regalo "una pistola" e sono stati accontentati). E qualche muso lungo, le ragazze, per i ben noti problemi dell’età . . . risolto il tutto con una divisione di spazi, per i maschi la cameretta e il Pc del cugino . . . per le ragazze, un film musicale sul Pc, nella camera della cugina! I grandi sempre, tra un bicchierino e l’altro, in sala . . . tra canzoni e discussioni!
C’è stata una visita lampo della figlia grande, con le immancabili chiacchere con le zie, la foto di rito, per me, di tutti e tre i figli! (sono una mamma italiana, li voglio tutti e tre nel portafoglio), baci e abbracci e poi e riscappata via!
Tra una fette di panettone e l’altra, c’è stata bene una tazza di té, per noi "ragazze", pausa con le canzoni, e gli uomini hanno ripreso a discutere, loro non hanno bevuto il té, loro andavano a Rum . . . e più il Rum scendeva, più le voci si alzavano!!! E siamo arrivati agli argomenti che non bisognerebbe mai toccare intorno ad un tavolo . . . religione (o meglio gerarchie ecclesiastiche) e politica (o meglio, politici)! Quando sembrava che la situazione fosse compromessa, e fosse auspicabile l’intervento dei caschi blu . . . è arrivata una telefonata per il Fratello grande . . . la cui presenza, non disgiunta da quella della consorte e della famiglia era richiesta in un altra festa, una festa tra amici . . . A questo punto, tutti si sono accorti che erano ormai quasi le sette di sera, e raccolti i figli, i cappotti e le borse, sono partiti, lasciando sul campo di battaglia, tutti gli avanzi . . . con la giustificazione che "da domani, sto a dieta" . . . anch’io vorrei essere a dieta, ma, mica posso buttare gli avanzi, bon, la dieta la inizio dopo la Befana, ho calcolato che fino ad allora mi basterà comprare solo pane e latte!

Per le notizie riguardo al Calendario, sono andata a rileggermi il libro omonimo, di Alfredo Cattabiani, un libro molto interessante!

Caro Diario

Caro Diario,
eccomi finalmente qui, passata la grande ondata delle Feste di Natale, a raccontart
i le cose più importanti di questi giorni . . .

La sera della vigilia, sono tornata a casa verso le 20,00 . . . avevo lasciato le mie istruzioni all’Uomo della mia vita (io al pomeriggio lavoravo, lui no!).  Una di queste era: "leggi la ricetta sul giornale, e fai come è scritto lì", risultato su due piatti di pesce, ne abbiamo mangiato uno solo, quello che: "c’è solo da accendere il forno". . . ma dopo un piatto di risotto di mare, ci è bastato abbondantemente (avendo io già mangiato un po’ del mio fegato)!

Il giorno di Natale, passata la mattina come gli assistenti di Babbo Natale, a preparare pacchetti e pachettini!  Siamo andati a Messa, e ci siamo trovati in un punto dove c’erano famigliole, con un figlio o due in età scolare, e noi, l’Udmv, il nostro "bambino" con tanto di barba, ed io, . . . commovente! Nella chiesa che più piena non si poteva, un frate ha cantato, "a cappella", tutte le strofe della canzone "Astro del ciel" bravissimo, senza nemmeno un’esitazione!
Una scappata dal fratello dell’Udmv, Per scambio di doni . . . mia cognata mi dice che il regalo per me ce l’ha, ma siccome non è convinta, non me lo da . . me lo darà! Io regalo alle bis nipoti, il CD alla cui preparazione ha collaborato Giorgetto! 

Per il pranzo siamo stati invitati dalla figlia grande, . . . che ha sempre criticato le nonne perchè cucinavano "le solite cose di Natale" perchè facevano "porzioni troppo abbondanti" . . . e che, almeno questa volta, è caduta negli stessi vizi! . . .
Pomeriggio, una scappata in visita alla figlia putativa, che, causa strapazzi dei preparativi, e del cucinare, era ferma a letto, perchè, ormai manca qualche settimana al parto, e aveva mal di schiena . . .
Poi, tutti dal fratello piccolo . . . in attesa che arrivassero gli altri, nella migliore tradizione, abbiamo guardato un film per famiglie, in TV c’era: "
Come d’incanto" scelta felice, non volava una mosca!
Dopo, quando sono arrivati tutti, (tutti reduci dai pranzi pantagruelici con le rispettive suocere, cognati e cognate, nipoti!) abbiamo fatto una  recita estemporanea e frammentata (ognuno una parte) della poesia
"La notte Santa" di Gozzano . . . lo scambio dei regali, con una confusione di carte, nastri e fiocchi, qualche sorriso, qulalche delusione  . . . telefonate comulative, prima al nonno e poi alla figlia piccola, che hanno festeggiato da un’altra parte d’ Italia . . .
Dopo una certa ora proposto un bel brodo caldo, rifiutato . . . proposti dei crostini con la spuma di prosciutto, finita in  quattro e quattr’otto!

A Santo Stefano, il fratello piccolo doveva partire con la famiglia e il camper . . . dopo un bel po’ di telefonate fra i due capi famiglia . . . problemi di batteria e di contatti elettrici . . . proprio mentre metto la tovaglia, sento dire "Va bene, vieni qui . . ."  Quando sono arrivati, ho semplicemente aggiunto un po’ di brodo alla pentola dove già stava scaldandosi . . . qualche piatto in più sul tavolo, la cognata ha portato in casa i pacchetti con i suoi avanzi di Natale, io, ho tolto dal frigor la ciotola di scorta della spuma di prosciutto ed ecco, pronto un pranzo degno del giorno dopo Natale, per finire . . . panettone, torrone, spumante!

Verso le 17 se ne tornano a casa loro, la partenza è rimandata a domani . . . noi due, l’Udmv ed io, riusciamo ad andar dall’altra nipote con bambini piccoli, ai quali regalo l’altro CD di "Ciò che c’è", loro lo ascoltano subito . . . Passiamo anche dalla cognata (sorella dell’Udmv) che, bontà sua, ogni anno mi regala un bel "fristingo" . . . che Natale è senza il "fristingo"?

Ma la cosa più divertente del giorno di Santo Stefano, è stato, quando, al momento della cena, ho pensato ad una persona, e ho detto all’Udmv, "Adesso lo chiamo e gli dico che ho un fristingo, da 1.600 grammi . . . mentre prendo il telefonino . . . "Driiiiiinnnnnnnn", rispondo ed era lui, il mio quasi gemello che, essendo nelle Marche ci invitava ad andare a trovarlo, sù, verso la fine della regione . . . dopo un paio di spiegazioni al mio "autisto" tutto concordato per il giorno dopo!

Ed eccoci, caro diario, a ieri, sabato di "ponte" mattinata di lavori in casa, lava i panni, stendi, riordina, e sopprattutto, un giro in ricicleria con vetro, carta, plastica e lattine, accumulata nell’ultimo mese . . . telefonata del fratello che conferma che è arrivato di là degli Appennini, senza grandi problemi . . . Pranzo, caffè e poi, partenza verso la provincia di Pesaro . . . otttimizzando il viaggio, ci siamo fermati una mezz’oretta presso la Santa Casa di Loreto, recitato una preghiera per parenti, amici e conoscenti, un ringraziamento per l’anno trascorso, che benchè "bisesto e funesto" è passato e in famiglia c’è ancora amore, allegria e armonia!
Arriviamo e saliamo in paese che è buio e nevica . . . grazie al telefonino dopo poco arriva
Factum ad accompagnarci dove è casa sua, conosco finalmente sua moglie e la figlia . . . un po’ di chiacchiere, sui blogs, sui bloggers, sulla famiglia e le solite cose . . . facciamo un giro per il paese, che vi consiglio (se volete notizie, io sono qui) e poi, andiamo a cena . . . è bello stare insieme, qualche chiacchiera ancora, a casa loro, e poi, la partenza.
Sull’Autostrada segnalazioni di possibili nevicate,  meno male che non se n’è vista molta di neve, mentre ci passavamo, perchè tra i camion che sono ripartiti, la strada che è un cantiere continuo . . . la neve, non ci serviva proprio!
Siamo stati proprio contenti da aver rivisto un amico e conosciuto la sua famiglia!
E questo mi ha portato a riflettere sul fatto che tutti quelli che mi conoscono, se appena accenno al fatto che scrivo e leggo i blogs, pensano che sia un richiudersi, un perdere 
qualcosa in termini di rapporti umani . . . mentre per me, è proprio il contrario! Ma questa, come si dice "è un’altra storia"!

Adesso, scappo, ce ne ho di cose da fare . . . non posso perdere tempo col Pc, altrimenti, magari, mi staccano la connessione! In certe cose, i miei uomini sono fermi al Medioevo, la mamma, deve fare la "MAMMA", non la cyber-mamma

Nipoti e Buon Compleanno!!!

Qualcuno mi ha chiesto una volta, com’è strutturato l’albero genealogico di Fiordicactus . . . ma non intendeva i nonni  i bisnonni e gli avi, ma i miei adorati/adorabili figli e nipoti!

L’Udmv ed io, come zii, abbiamo un totale di 9 nipoti, dai 36 ai 7 anni, (di cui, 2 sposati e uno fidanzato) e ben 5 bis nipoti, dai 7 anni ai 3 mesi! E’ una famiglia composita, ma le nuove generazioni, ancora di più, (se poi ci aggiungiano i nuovi acquisti . . .) i nipoti, a secondo dell’età, sono quelli . . . 
quelli che rendono la mia vita una corsa ad ostacoli, ma mi mantengono giovane con i loro interessi, di cui mi rendono partecipe . . .
quelli che, mai e poi mai, ammetterebbero di leggere il mio blog,  ma se mi dimentico di loro, si risentono. . .
quelli che si scocciano e mi prendono in giro, quando chiedo spiegazioni su programmi e sul modo di "abbellire" il mio blog! Si mettono a ridere col figlio della mia passione per il blog, ma se ho un problema col PC, me lo risolvono!
quelli che gioiscono nel prendermi in giro per i miei nuovi interessi scatenati dai blog e dai blog amici (vedi le nipoti grandi, con la serie di "Twilight") . . .
quelli che quando combinano qualcosa, mi dicono : "lo scrivi sul blog?" . . .
quelli, che parlano tra di loro dei miei amici blogger, come se li conoscessero anche loro . . .
quelli che quando compiono gli anni, non mi invitano più alle loro feste di compleanno, ormai sono grandi, invitano solo amici, niente zie . . .
quelli che sono troppo piccoli, e sono addirittura bis nipoti, ma mi riconoscono al telefono, o mi  chiamano "sgia" e mi fanno morir dal ridere!

Oggi, una di questi nipoti, compie i suoi primi 11 anni

. . . è una "signorinella" davvero simpatica, dicono che, di carattere, somigli alla zia, per cui, è senza difetti, anche quando fa la "comare" e vuole convincere i due cugini che vengono dopo e suo fratello a fare quello che vuole lei! . . . é studiosa, e studia musica suonando il flauto (io speravo quello traverso, essendo cresciuta col mito di quel tale Gazzelloni," il flauto d’oro", invece no!), ultimamente ha avuto un po’ di peripezie, ed è stata a Roma per operarsi un orecchio, ma a parte qualche giorno con l’orecchio che spuntava fuori come quelli di Dumbo, tutto è andato a posto . . . è molto responsabile, l’unico suo problema è che si trova in mezzo, fra quattro cugine grandi (2 le mie figlie, le altre, già alle superiori), un cugino che le fa anche da capo scout . . . e i "terribili tre" i due cugini, che sono nati l’anno dopo di lei e suo fratello! Così, quelle grandi, la considerano piccola; metre i maschietti: grande e femmina (due cose pessime) e lei, qualche volta alle feste, sta col muso!

Buon Compleanno alla Elisabetta

Archeo pensierini 3 . . . mio fratello, quello grande

Per finire la trilogia dei miei fratelli! Che se poi, qualcuno passa di qua, e non c’è "par condicio" chi li sente???? Per gli altri aneddoti famigliari, clicca qui e qui
Per procurarvi ancora un po’ di risate!
Questo fatto, a cui non ero presente, lo raccontava spesso mia madre, come esempio di quanto i figli ti mettano in imbarazzo! Questa volta non è legato ad alcun "pensierino" di Crosta . . . ma voi, andate a leggerveli lo stesso, i suoi pensierini, sono molto interessanti!

Location, la sala d’aspetto del medico di famiglia
Protagonista, il fratello grande, quello che ha due anni meno di me, un bambino che definire vivace è poco! E che pure adesso, non è che sia tanto un tipo noioso! Poteva avere 5 o 6 anni al massimo!

Lui, il bambino, continua a salire e scendere dalle sedie, girare per la sala d’attesa, toccare i giornali, le piante!

Lei, la madre, lo richiama gentilmente, ma si innervosisce, non vuole fare brutta figura! Ad un certo punto ricorre alla minaccia di tutte le mamme di quell’epoca: "Stai buono, altrimenti, poi . . . arriva il papà e ti sgrida!"

Il bambino, serafico, guardandola serio :" Quale papà?"

Lei, rossa di vergogna ha chiesto: "Come quale papà?" e lui: "Il papà papà o il papà nonno?"

In quell’epoca, abitavamo con i nonni, tutti in una grande casa, e mia madre, giustamente chiamava suo Padre (mio nonno) "Papà" e noi, chiamavamo "Papà" il nostro . . . a ognuno il suo papà!

Archeo pensierini 1 . . . il fratello piccolo!

Leggendo spesso il blog che Crosta dedica alle battute dei suoi teneri Pensierini, mi ricordo di alcune cose successe ormai da anni! Ve ne lascio una,  presto qualcun’altra, sperando che siano buffe, per voi, come per me, che le ricordo!

Questo di oggi, è stato sollecitato da questo "Pensierino" del "Pirata"

Quando mio fratello, il più piccolo, aveva sui 3 o 4 anni, tenerlo buono a Messa era un’impresa. Di solito, l’impresa, era affidata a me, ero o no la sorella maggiore? L’unico sistema per tenerlo buono, era renderlo partecipe, ma era (ed è tuttora) un discolo, e non era facile.
Un giorno, appena dopo il “Santo”, era ancora lì, in cima al banco a ciondolare e a guardarsi intorno.

Gli dico: “Guarda che devi stare composto, mettiti in ginocchio e guarda l’altare!”

Lui: “Perché?”

Io: “Adesso, Gesù, scende nell’Ostia Consacrata, è un momento importante!”

Mi inginocchio e lo controllo con la coda dell’occhio, è lì fermo che guarda in su. Su c’è una di quelle belle cupole tutte dipinte . . . non avverto il pericolo e mi dimentico di lui.

Tutto un tratto, nel silenzio della chiesa, si sente un doppio fischio, mi giro, col viso in fiamme, sotto lo sguardo di rimprovero dei miei genitori e tappo la bocca al pestifero fischiatore che con le mani continua a fare dei cenni di richiamo verso l’alto.

Gli chiedo sibilando: “Ma che fai? Perché hai fischiato?” e lui, angelico, indicando  la cupola tutta dipinta a raffigurare l’Ascensione di Gesù, tra nubi, angeli e santi, mi spiega tranquillamente:”Tu hai detto che Gesù scendeva nell’Ostia, ma io ho visto che non si muoveva e l’ho chiamato!”

Quel giorno ho imparato che ai bambini bisogna parlare con la massima attenzione!